Referendum Cittadinanza, De Capitani: "Per me oggi è una bella giornata"
Riceviamo e pubblichiamo il commento di Dante de Capitanti, sindaco di Pescate in merito ai risultati sul Referendum Cittadinanza.

Riceviamo e pubblichiamo il commento di Dante de Capitanti, sindaco di Pescate in merito ai risultati sul Referendum Cittadinanza.
LEGGI ANCHE Referendum 8-9 giugno 2025: affluenza flop al 30% I DATI A LECCO
Referendum Cittadinanza, De Capitani: "Per me oggi è una bella giornata"
Per chi come me ha sempre combattuto l'invasione indiscriminata, di gente che diceva di scappare dalla guerra ma che poi la guerra la veniva a fare in Italia, per chi come me ha sempre messo al primo posto la sicurezza dei cittadini privilegiandola sulla solidarietà di facciata, anche a costo di subire attacchi personali, oggi è una bella giornata.
Sono ancora più contento che il quinto quesito referendario sulla cittadinanza, a Pescate abbia raggiunto il minimo dei consensi dell'intero territorio pari a solo il 13,6 per cento dei cittadini aventi diritto al voto che han votato sì.
Ringrazio i cittadini di Pescate, mi hanno fatto un bel regalo.
Vuol dire che hanno indirettamente riconosciuto il mio impegno di sindaco nel volere in questi anni tenere il paese lontano dai problemi che caratterizzano la massiccia presenza di stranieri, nel tenere Pescate al sicuro da gente senza patria e senza rispetto, e mi hanno dato la possibilità di mantenere la sicurezza anche in futuro.
Perché la cittadinanza italiana non si regala con pochi anni di presenza sul territorio, ma la si merita con un comportamento corretto, rispettoso degli abitanti, delle tradizioni, della lingua, dei luoghi e della Nazione.
Ed è una pesante lezione per tutti quei politici e sindacati che hanno sostenuto questi referendum, perché significa che hanno perso contatto con i cittadini, con le loro esigenze e con i loro bisogni reali.
Dante de Capitani
Da qualche parte ho letto che il segreto dell' agitatore è di rendersi stupido come i suoi ascoltatori in modo che loro credano di essere intelligenti come lui. Altre parole non servono se il sindaco capisce
SI PESCATE CHI PUÒ C’è chi misura il progresso con l’innovazione e chi lo misura col numero di stranieri tenuti lontani dalla rotonda del paese. Il sindaco di Pescate De Capitani festeggia con entusiasmo l'affossamento di un quesito referendario sulla Cittadinanza, salutando il minimo provinciale del 13,6% di voti favorevoli come se il suo fosse il trionfo di Austerlitz. In un tripudio di retorica da fortino assediato, si ringraziano i cittadini per aver “riconosciuto” l’impegno a difendere la patria dal nemico più temibile: gente che lavora, studia, cresce figli e magari osa anche voler diventare italiana. Ma tranquilli: la cittadinanza non si regala. Giusto. La si guadagna. Magari non col merito, ma con qualche decennio di presenza silenziosa, senza sbagliare congiuntivi e senza disturbare il decoro urbano con eccessi di speranza. Il paradosso è servito: si difende l’identità nazionale rinunciando all’umanità, si parla di sicurezza come se fosse un bunker e non un diritto comune, e si scambia il consenso con la conferma che tutto va bene così, purché nulla cambi mai. Pescate è salva, ci dicono. Ma da cosa? Dalla contaminazione culturale o dalla tentazione di guardare il mondo per quello che è: più complesso di uno slogan, più umano di un regolamento comunale. In fondo, è proprio vero: ogni paese ha i suoi eroi. Alcuni costruiscono ponti, altri alzano muri. E festeggiano pure quando ci sbattono contro. Al grido il muro è mio, il muro è mio E me lo gestisco io Paolo Trezzi