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Lecco-Bergamo: unanime la bocciatura delle minoranze calolziesi del progetto scelto per la Variante di Vercurago

Colosimo: "La soluzione peggiore che potesse essere adottata"

Lecco-Bergamo: unanime la bocciatura delle minoranze calolziesi del progetto scelto per la Variante di Vercurago
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Questa nuova Lecco-Bergamo non s’ha (così com’è) da fare. È unanime la bocciatura da parte delle minoranze calolziesi del progetto scelto dal commissario Luigi Valerio Sant’Andrea per la realizzazione dell’opera SS639 – Variante di Vercurago.

Lecco-Bergamo: unanime la bocciatura delle minoranze calolziesi del progetto scelto per la Variante di Vercurago

Una bocciatura urlata a gran voce e, allargando gli orizzonti, estesa anche all’operato dell’Amministrazione comunale del sindaco Marco Ghezzi, reo secondo le minoranze di non aver difeso gli interessi dei propri cittadini nelle opportune sedi, limitandosi ad "addolcire" la situazione affermando che coloro che subiranno espropri, danni o che dovranno abbandonare le loro abitazioni saranno abbondantemente risarciti.

"Il sindaco - afferma Sonia Mazzoleni per Bene Comune - non si è fatto portavoce dei cittadini e quando Anas ha preso in carico la riprogettazione, dove la politica poteva e doveva farsi sentire, rivalutando l’ipotesi o l’alternativa dell’uscita della SS. 639 c’è stato silenzio e compiacenza, nella consapevolezza delle conseguenze che comporterà la proposta scelta, lasciando del tutto irrisolte le criticità viabilistiche".

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Sonia Mazzoleni

Da quanto emerso dalla relazione di Anas sulla consistenza del terreno, secondo la minoranza era doveroso "pretendere" che si approfondisse la possibilità di realizzare un tracciato alternativo che superasse l’abitato di Calolziocorte nella parte a monte della città, collegandosi direttamente alla rotatoria del ponte Cesare Cantù nella frazione di Sala. Una soluzione, già proposta tanti anni fa, che a detta di molti, poteva limitare i disagi per la popolazione ed essere risolutiva, eliminando la necessità di ulteriori "lotti" e soddisfacendo le aspettative dell’intero territorio.

"La soluzione costringerà famiglie calolziesi ad abbandonare la propria abitazione per sempre o per un lungo periodo"

"L’Amministrazione si è piegata alla politica in una condizione di sudditanza - continua la Mazzoleni - che le ha impedito di dire la verità su questo progetto.  Per sua stessa ammissione, durante l’assemblea svoltasi a Sala, il sindaco ha dichiarato che: "politicamente non poteva dire di no" e più volte che "tra cinque anni lui non ci sarà più". I calolziesi invece ci saranno. Oggi si è scelta la soluzione più "economica" (230 milioni di euro per circa 2,6 km) che probabilmente porterà beneficio a chi ha degli immobili fatiscenti o vincolati da anni, ma costringerà famiglie calolziesi ad abbandonare la propria abitazione per sempre o per un lungo periodo (si parla di demolire 9 edifici e 22 a rischio crepe) che con palificazioni dal piano di campagna ossia dall’alto, "inchioderà" per almeno cinque anni la nostra città".

Per questo motivo, Calolziocorte Bene Comune ha affermato che non farà da spettatore di fronte all’ennesima scelta scellerata per la nostra Città e metterà in campo tutte le iniziative possibili per sensibilizzare i Cittadini su quanto in progetto, chiedendo che lo stesso venga rivisto nel vero interesse della città e del territorio della Valle San Martino.

Colosimo: "La soluzione peggiore che potesse essere adottata"

"Quella scelta - critica invece Diego Colosimo per Cambia Calolzio - credo sia la soluzione peggiore che potesse essere adottata, premesso che nessuna delle tre era convincente. Qualsiasi persona di buon senso non spenderebbe tutti questi soldi per una strada, una galleria, che non risolve minimamente i problemi viabilistici del territorio. Avremo un territorio devastato da un cantiere eterno, su cui nutro qualche dubbio anche dal punto di vista della fattibilità.  In sostanza rigettiamo in pieno le soluzioni adottate e scelte dal commissario Sant’Andrea e pensiamo che la posizione del sindaco e dell'Amministrazione non sia mai stata chiara. Hanno accettato a mani basse le soluzioni prospettate senza farsi carico dei problemi che questo comporterà. Inoltre, questo progetto si porta dietro pecche e lacune enormi di progettazione e riteniamo che si debba invece ripartire da zero per giungere ad una soluzione differente che non vada a danneggiare le attività economiche e le strutture residenziali del territorio, che subirà anche un danno ambientale non indifferente".

Diego Colosimo

Luca De Cani

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