La situazione della Lombardia

L'allarme di Fontana: "I dati peggiorano, verso la zona rossa"

Il governatore ha espresso le sue preoccupazioni a SkyTg24.

L'allarme di Fontana: "I dati peggiorano, verso la zona rossa"
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La prospettiva di una Lombardia tinta nuovamente di rosso si fa sempre più concreta. Un’ipotesi confermata non soltanto dai numeri, ma anche dalle parole del presidente Attilio Fontana che ai microfoni di SkyTg24 ha manifestato il suo timore per il peggioramento di tutti gli indicatori.

L'allarme di Fontana, Lombardia verso la zona rossa

“La scorsa settimana l’Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa”.

Le parole del Governatore Attilio Fontana di questa mattina, lunedì 11 gennaio, a Sky TG24 lasciano spazio a poche illusioni riguardo alla nuova classificazione cui andremo incontro dal 15 gennaio con il prossimo Dpcm.


L’incidenza ogni 100mila abitanti

La Lombardia è ancora abbastanza lontana, per quanto riguarda il tasso di incidenza dalla quota settimanale di 250 casi su 100.000 abitanti (secondo il nuovo Dpcm in via di approvazione, oltre tale soglia si passerebbe automaticamente in zona rossa). Negli ultimi sette giorni questo parametro in Lombardia ha fatto registrare 156 casi ogni 100 mila abitanti, anche se si registrano picchi a Mantova con 296 e Sondrio con 240. Decisamente migliore il dato a Milano, con 116, e Bergamo, con 57. Ma il dato generale è comunque in peggioramento: sette giorni fa l’incidenza su 100 mila abitanti era di 130 casi.

“Stiamo peggiorando in tutti i parametri”

“Mi auguro che questi numeri si invertano, così come il numero dei ricoveri. Se non succede allora il rischio è la zona rossa”. ha proseguito il Governatore. Negli ultimi giorni, infatti, si è assistito ad una ripresa dei ricoveri ordinari, ma soprattutto uno stallo dei numeri in terapia intensiva, dove la regione Lombardia è già in soglia critica con il 38% dei posti occupati (solo per casi Covid, poi ci sono gli altri malati, ndr).

Un altro indicatore tempestivo della ripresa o meno del contagio è quello delle chiamate al 118 per sintomi respiratori o infettivi, fornito dal Ministero. Il picco di questa seconda ondata, per l’area di Milano, Monza e Brianza, si è raggiunto il 9 novembre, con 491 chiamate in un giorno. Le chiamate si sono stabilizzate ad una quota più fisiologica di 130-140 chiamate al giorno nelle settimane intorno a Natale, ma ora sono in crescita e già tornate a quota 160 (ultimo dato dell’8 gennaio). E questa crescita si registra purtroppo in tutte le aree della Lombardia, come mostra questo grafico dall’ottima pagina Facebook “Pillole di Ottimismo”.

“Divisione in zona non porta a stabilità”

Fontana ha poi annunciato che nelle prossime ore parteciperà a un nuovo incontro con il Governo, per discutere di eventuali nuove misure. “Da tempo sostengo che in questi mesi abbiamo accertato con sicurezza che ci sono comportamenti che non possiamo permetterci. L’ondeggiamento tra zone gialle, arancioni e rosse non porta stabilità. Con i tecnici dobbiamo quindi concentrarci sui comportamenti da escludere, su quali sono le attività assolutamente da non svolgere”.

“Scuole chiuse è la questione più grave a livello sociale”

Le scuole chiuse, secondo il Governatore, sono “la questione più grave dal punto di vista sociale, abbiamo fatto tutto quanto ci è stato richiesto dal Governo, anche per quanto riguarda i trasporti. Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Siamo tutti consapevoli dell’importanza delle lezioni in presenza. L’improvviso peggioramento dei numeri ci ha però costretto a cambiare opinione sulla riapertura. Ci dispiace, è un lavoro che abbiamo buttato via anche noi”.

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