L'editoriale

Ippo e il lungo smart working...

Non alzate le sopracciglia, vi prego, pensando a chi ogni giorno si fa per necessità 4 ore di traffico in auto

Ippo e il lungo smart working...
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Di Giancarlo Ferrario

E dunque, qui, si era già dato conto di come Filippo Boscagli, in arte Ippo, non ci ispiri l’idea di uno che tiene sulle spalle il peso del mondo. La verve del prodigio non più infante della politica lecchese è quella che è, tanto che amici e commentatori se ne sono assuefatti. Tuttavia, con lampi di genio improvvisi come i temporali di fine agosto, è lo stesso consigliere comunale nostro a ricordarci che l’affanno della sgobbata non lo morde ai polpacci ad ogni piè sospinto. Anzi. Nell’ultimo post di Facebook - strumento che gli consiglieremmo di dismettere qui ed ora - Ippo ci segnala una paio di ciliegie che non possiamo non cogliere e azzannare. Anzitutto scrive che dopo 572 giorni è tornato - con emozione- a prendere il treno per Milano, da pendolare. Segnatevi la cifra, quasi due anni, perché in limine la riprenderemo. Un pendolarismo che Ippo non esita a definire eroico (sic) e avventuroso (ci si immagina per i diversi disservizi che angustiano non solo lui sulla tratta Lecco-Milano). E ci mette anche un Amarcord sui tempi dell’università, della Gazzetta e dell’amore/odio verso la grande città ambrosiana, un periodo della vita lieto e leggero che dopo 20 (!) anni sembra ancora al centro di una nostalgia che si potrebbe forse catalogare come “sindrome di Peter Pan”.
Non alzate le sopracciglia, vi prego, pensando a chi ogni giorno si fa per necessità 4 ore di traffico in auto, stretto tra un orario di lavoro non da dipendente statale e luoghi di lavoro non serviti da mezzi pubblici. O a chi in fabbrica ci va in bicicletta, ogni mattina, pioggia, neve o sole che sia. Alzatele piuttosto pensando a quella cifra, 572. Quasi due anni che contemplano un periodo lunghissimo di smart work, comodissimamente a casa, senza dover dire nessun addio ai monti, anzi, avendoli a portata per un passeggio anche di giornata. Che cosa dirà la cassiera dell’Esselunga, che nemmeno in pieno lockdown ha saltato un giorno di scontrini e punti fedeltà, leggendo di questa grande emozione “come il primo giorno di scuola” di chi torna “eroicamente” sul treno per riprendere posto sulla scrivania meneghina ormai quasi dimenticata? Fossimo in Filippo Boscagli, in arte Ippo, non andremmo a chiederglielo in presenza. Lasceremmo l’immateriale distanziamento da social, per evidenti ragioni di incolumità personale.

 

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