Il Resegone, il palco della celebrità ricercata da Boscagli L'EDITORIALE

Filippo Boscagli è riapparso all’improvviso, dopo anni di sonnolenta opposizione e giusto in tempo per qualche nuova posizione.

Il Resegone, il palco della celebrità ricercata da Boscagli L'EDITORIALE
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Filippo Boscagli è riapparso all’improvviso, dopo anni di sonnolenta opposizione e giusto in tempo per qualche nuova posizione.

Il Resegone, il palco della celebrità ricercata da Boscagli

Ma andiamo con ordine, aiutandoci con la geografica domestica per non perdere il filo del discorso. L’ultimo luogo dove è apparsa la non più giovane ma sempre eterna speranza del mondo politico ciellino é la cima del Resegone. Video Facebook, mela di San Nicoló in mano stile Amleto, camicia bianca e cravattino, vetta con panorama di nuvole: tutto l’occorrente per rivolgere ai suoi concittadini gli auguri in occasione della festa del Santo Patrono. Bella idea, avrà pensato, originale e fresca, ideale per un politico in carriera come me. Hai voglia. E noi - certo - non si vuole qui smontare l’entusiasmo di cotanto fiatone per arrivare in culmine, ma ci corre l’obbligo di notare che la camicia bianca in cima al Resegone fa tanto milanese in gita, una cosa che al lecchese doc, accogliente come un filo spinato, fa girare non poco i coils, associandolo sempre a imbranature di vario tipo che intasano superstrada prima, posteggi poi, e sentieri infine.

Lecchesità

Per non parlare del noto slogan del Filippo, la sbandierata lecchesità. Ecco, qui, senza volergliene, serve rammentare che come primissima cosa, ma proprio prima, “lecchesità l’è düma lavürà”, ovvero non propriamente una passeggiata in montagna nel bel mezzo della settimana di ufficio e di opificio. Vero è che in cittá in occasione di San Nicolò qualcuno, più uno che qualche, non lavora, ma è altrettanto vero che il Boscagli ha il suo impiego a Milano, città che Sant’Ambrogio lo festeggia il giorno seguente. Avrà preso le ferie, si desume, una parola che tuttavia nemmeno i più spericolati semiologi assocerebbero a lecchesità.

La corsa per Palazzo Baovra

Del resto a questo ragazzo serve farsi vedere, forse anche notare, poiché le elezioni per il Comune di Lecco sono tra poco più di un anno e le sue aspirazioni sono all’altezza del politicamente blasonato cognome che porta. L'ultima candidatura alle elezioni regionali gli ha portato qualche frutto e qualche spina. Un bel gruzzolo di preferenze del mondo ciellino, che pure aveva mugugnato per la scelta recidiva, non lo ha fatto sfigurare. Ma al contempo lo ha consegnato in una ridotta di partitino (Noi con l’Italia, dove il Noi può tranquillamente apparire un plurale ingiustificato) che lo obbligherà a sgomitare non poco per ottenere qualcosa. Da segnalare la campagna elettorale, quando Filippo il Comodo invitava gli elettori sul divano di casa per convincerli a votarlo: ovvero il passaggio dal noto motto formigoniano “la politica è consumare la suole delle scarpe”, al più confortevole “venite voi che non mi va di uscire” con tanto di numero telefonico per prenotare. Un’inclinazione al sofá che pare abbia prodotto non più di un paio di visite di amici e qualche commento caustico più sui colori del fanigottismo che su quelli della lecchesitá operosa.

La vera scalata

Oggi il Boscagli è consigliere comunale di Lecco, ancora sotto le insegne di NCD. Sì, avete capito bene, quel Nuovo Centro Destra di alfaniana memoria che politicamente è sopravvissuto solo a Palazzo Bovara, forse anche in questo caso indizio di una non straordinaria reattività verso le cose mondo. In questi anni non si è distinto per un’opposizione coriacea verso il Sindaco Brivio ma più per puntuali e pacate riflessioni su vari temi cittadini, salvo darsi da fare in questi ultimi mesi con intemerate a mezzo stampa. Per il prossimo giro di urne toccherà proprio a lui, erede di una gloriosa dinastia politica, o trovare una nuova collocazione di partito o mettere in piedi una lista tutta sua che parli al mondo moderato e cattolico, sempre forte in città, e magari viatico per un assessorato di peso. Di certo sarà una sgobbata grande, una prova di lecchesitá vera, una battaglia all’ultimo voto. Insomma, sarà tutto, fuorché una gita in montagna a metà settimana. O una stravaccata sul divano.

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