Fratelli d'Italia cresce, Zamperini: "Nessuno può dirci cosa dobbiamo fare"
Sindaci e amministratori (anche civici) condividono il progetto. Nominati i responsabili dei diversi Dipartimenti
Una serata per spiegare come e perché Fratelli d'Italia sta crescendo. E per ribadire che, dentro il centrodestra, il partito può e deve capace di assumersi le proprie responsabilità di punto di riferimento dell'intero centrodestra. Con il consigliere regionale Giacomo Zamperini che ribadisce un concetto: "Nessuno può dirci cosa dobbiamo fare".
Fratelli d'Italia cresce, Zamperini: "Nessuno può dirci cosa dobbiamo fare"
Nel tardo pomeriggio di lunedì 18 novembre 2024 - il giorno dello spoglio delle Regionali in Umbria ed Emilia Romagna che non sono andate nella maniera in cui il centrodestra sperava - lo stato maggiore di FdI della nostra provincia si è ritrovato a Palazzo Falck. Un incontro che, per usare ancora le parole di Zamperini "non è una prova muscolare per fare vedere quanta gente aderisce. E' invece un prendere atto di quello che ci hanno chiesto di fare gli elettori, che dentro il centrodestra hanno dato la responsabilità a Fratelli d'Italia. E questa responsabilità dobbiamo prendercela senza paura. Come quando eravamo nel gelo (il riferimento è al periodo della rifondazione della destra italiana), ma con le radici forti. E quando le radici sono forti, neppure il gelo può distruggerle. E adesso ci dobbiamo occupare del capoluogo".
Come? Esercitando quel ruolo di punto di riferimento della coalizione partendo dal 30% dei consensi e con un obiettivo ben chiaro. Non senza qualche frecciata polemica anche - e soprattutto - agli alleati: "Oggi abbiamo oltre 500 iscritti. Vogliamo essere quel luogo sicuro che fornisce un'alternativa al centrosinistra, senza permettere a nessuno di dirci cosa fare. Come a chi ha detto frottole sostenendo che eravamo pronti a fare un inciucio per far rivincere Gattinoni. Quello che con la sua narrazione alza la nebbia sulla città; ma quando il fumo che ha seminato si dirada resta l'arrosto. Un arrosto bruciato...".
Fratelli d'Italia in crescita
Prima di Zamperini hanno preso la parola i vertici locali, regionali e nazionali del partito. A cominciare dal presidente provinciale Alessandro Negri che ha elencato una serie di amministratori che hanno deciso di aderire al partito: sindaci (tra loro Michele Peccati di Malgrate, Sandro Cariboni di Sueglio, Dario Pesenti di Morterone solo per citarne alcuni), consiglieri comunali, amministratori nelle Comunità montane. O di "tornare a casa" come Giuseppe Mambretti. Senza dimenticare la "filiera" che, dal territorio, arriva in Regione (Zamperini), in parlamento (Umberto Maerna, eletto nel collegio lecchese) ed Europa (Pietro Fiocchi) e i diversi sindaci civici (come Riccardo Fasoli di Mandello) che hanno sposato i valori e l'azione politica di FdI.
Tutti i nomi dei nuovi dirigenti
L'elenco dei nuovi incarichi nei diversi dipartimenti è lungo. Accanto a Negri, ci sono il vice vicario Matteo Rosa (delega all'attuazione del programma) e il vice Matteo Manzoni. Con incarichi che sono stati affidati anche a Luca Liberi (enti locali), Laura Commodo (comunicazione), Patrizia Graziani (cultura e innovazione), Luca Rosania (difensori del voto), Giuseppe Pogliani (difesa), Stefano Chirico (Economia e finanza), Igor Amadori (elettorale), Giulio Alfarano (emergenze e prevenzione grandi rischi), Loredana Colella (famiglia e valori non negoziabili), Livia Valentini (formazione), Alan Binda (giustizia), Stefano Santi (imprese e mondo produttivo), Maria Chiara Camozzi (istruzione), Rino Didato (lavoro e crisi aziendali), Antonino De Luca (legalità, sicurezza e immigrazione), Giovanni Gianola (montagna e zone disagiate), Enrico Bianchini (politiche sociali), Giuseppe Mambretti (organizzazione), Donatella Scarvilli (professioni e rapporti con il commercio), Fabio Colombo (rapporti con forze dell'ordine e Vigili del fuoco), Antonella Pellegrini (sanità), Matteo Sormani (territorio e paesaggio) ed Elena Riva (turismo).
A illustrare i nuovi dipartimenti è stato Matteo Rosa che, analizzando il presente e guardando al futuro ha affermato: "Siamo in un periodo storico significativo. Manca solo un tassello che è Lecco, speriamo diventi di centrodestra e magari di Fratelli d'Italia".
Con il responsabile del dipartimento enti locali Luca Liberi che ha sottolineato: "Nella Comunità montana della Valsassina è stato ampliato il gruppo: oggi siamo in otto. E lavoriamo anche per la Cm del Lario orientale, se il candidato è Fasoli è chiaro a tutti chi appoggiamo. Lo dobbiamo far capire anche agli alleati a trovare un accordo".
La filiera e i valori fondanti di Fratelli d'Italia
A parlare della filiera Lecco-Regione-Stato-Europa sono stati in diversi. Che hanno puntato l'attenzione anche sui valori fondanti del partito.
Ha iniziato l'onorevole Andrea Tremaglia: "Questa è una serata utile per fa capire che cosa vuol dire avere una filiera di Fratelli d'Italia anche in una piccola provincia. Fdi è oggi un grande partito che agisce in grande. Gli ingressi testimoniano il lavoro fatto e non dimentichiamo che gli amministratori locali sono quelli che portano su territorio le politiche nazionali e regionali".
Con l'onorevole Umberto Maerna che ha aggiunto: "Da quando abbiamo vinto nel 2022 si dice che non abbiamo classe dirigente. Chi conosce la storia della destra sa che non è così. Alla base ci sono le idee, i valori, le radici. Siamo ripartiti da lì. Il nostro è un partito che si apre, ma che è anche strutturato e che si occupa di cose serie, i problemi delle persone. Per farlo ci si deve strutturare anche a livello locale. Dobbiamo costruire l'essere alternativi al centrosinistra e batterli per andare a governare. Abbiamo una responsabilità grande, a partire da Lecco".
Con l'europarlamentare Pietro Fiocchi che ha chiosato: "E' un momento importante e stiamo andando nella direzione giusta per portare risultati sul territorio: dobbiamo farlo. Per riuscirci ci vuole una squadra perché se stai a Roma, in Regione o in Europa e vai a lavorare sui dettagli servono sindaci, consiglieri, amministratori di Comunità montane, imprenditori che conoscono il territorio. La provincia di lecco ha il triste primato dello spopolamento delle zone rurali ed è fondamentale avere nel partito anche sindaci che in quelle zone vivono. Ora saranno rimodulati i fondi europei: vanno portati sul territorio e con una squadra così forte ci sono le condizioni per farlo".
Anche costruendo un partito che sappia essere centrale. E il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Bilancio Marco Alparone lo ha detto chiaramente: "L'idea di costruire un partito parte dalle persone e dalla voglia di condividere una responsabilità per mettersi al servizio dei cittadini. Su questi aspetti qui c'è un percorso: si devono unire le persone che possono portare un contributo valido, persone con l'entusiasmo dei giovani e di chi ha esperienza. Questo è costruire un partito. Un partito che deve tenere insieme gli altri, gli alleati. Come facciamo in Regione dove siamo la prima forza del centrodestra".