Comune "in banca": aspro dibattito in consiglio, due ex assessori di Brivio sull'Aventino
Aspro, divisivo e accusatorio il confronto che si è consumato ieri sera nell'aula di Palazzo Bovara. La presidente Francesca Bonacina e la consigliera Clara Fusi non hanno votato. Come anche le opposizioni.
Nuova sede del palazzo comunale "in banca" e chissà se sarà l'ex Bpl di piazza Garibaldi: aspro, divisivo e accusatorio il confronto che si è consumato ieri sera, martedì 2 novembre 2021, in consiglio comunale. Quasi cinque ore di discussione con le opposizioni di Centrodestra che si sono stracciate le vesti prima di abdicare al voto (tranne Corrado Valsecchi di Appello che ha pugnacemente votato contro). Sulla "bilancia" la proposta della Giunta Gattinoni di mettere in vendita (per 6,2 milioni di euro) il complesso di via Marco d'Oggiono per reindirizzare le risorse finanziarie (11 milioni da reperire con mutuo) su un immobile alternativo, da individuare in città attraverso una esplorazione di mercato. La sede dell'ex Deutsche Bank o ex Bpl di piazza Garibaldi è stata per tutta la serata l'impronunciabile nuova destinazione alla quale ogni discorso ha fatto riferimento.
Le ex assessore di Virginio Brivio sull'Aventino
La proposta è infine passata con i soli voti della maggioranza, al netto però di tre pesanti assenze nei banchi del Pd. Eclatante quella della presidente della stessa assise cittadina Francesca Bonacina, che si è allontanata dall'aula passando il timone al vice Andrea Corti della Lega. Non meno visibile l'assenza (per tutta la seduta) della consigliera Clara Fusi. Ex vicesindaco la Bonacina, ex assessora all'Istruzione la Fusi, entrambe "reliquie" dell'ex Giunta Brivio, evidentemente non hanno voluto sconfessare l'operato della passata amministrazione appoggiando quella che il loro ex collega Corrado Valsecchi (oggi all'opposizione) ha definito "la delibera dell'imbarazzo".
Anghileri: "Roba da bottegai far balenare responsabilità civili penali"
"Palpabile la perplessità dei colleghi di maggioranza" ha sottolineato dal canto suo Giacomo Zamperini (Fratelli d'Italia) prima di provare a chiedere che il punto all'ordine del giorno venisse rinviato "per dare a voi della maggioranza modo di recuperare i tasselli mancanti e dopo che aspetti di natura civile e penale saranno stati chiariti". "Roba da bottegai far balenare responsabilità civili e penali" gli ha replicato Alberto Anghileri della Sinistra. A tranquillizzare i consiglieri , chiarendo quel che potrebbe o non potrebbe ricadere sulle loro teste in termini di responsabilità amministrativa contabile, è intervenuto il segretario generale Sandro De Martino: "Se ci fosse stato il rischio di un danno erariale da parte dei funzionari e del sottoscritto non sarebbe stato rilasciato parere favorevole all'operazione". "Adesso si tratta di votare un atto programmatorio, di un possibile danno erariale non c'è nemmeno l'indizio". "Siamo sul filo del rasoio" il commento caustico di Cinzia Bettega della Lega. L'istanza pregiudiziale di Zamperini è stata respinta, 18 voti contro 12 favorevoli. Ai capigruppo delle opposizioni non è rimasto che annunciare il loro non voto e alzarsi dal banco.
Gattinoni: "Vendere Marco d'Oggiono necessario per essere credibili"
"Scelte politiche non banali, che hanno bisogno di essere credibili e lo sono soltanto con una posizione netta da parte di questa amministrazione". Mauro Gattinoni ha tagliato la testa al toro così. Tutt'altro che apprezzata la sua introduzione al punto dell'ordine del giorno: Emilio Minuzzo lo ha accusato di mancare di rispetto al Consiglio leggendo "la newsletter spedita ai lecchesi quattro giorni prima". Sicché il primo cittadino ha ascoltato tutti gli interventi, quelli ostici e quelli a sostegno, intervenendo per ultimo. "Non saremmo stati credibili nella nostra volontà di trovare una soluzione alternativa se avessimo avviato una esplorazione del mercato immobiliare senza prima mettere in vendita via Marco d'Oggiono. Proseguire l'iter di riqualificazione dell'ex Poli sarebbe stato motivo di confusione. Per questo abbiamo deciso di 'fermare la macchina'" ha detto Gattinoni.
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I rapporti tra Comune, Provincia e Regione mutati da tempo
Che ha ribaltato anche la questione dei rapporti con le altre Istituzioni: secondo le opposizioni consiliari, rivendendo via Marco d'Oggiono si butta alle ortiche la concertazione virtuosa tra Comune, Regione e Provincia, durata quattro anni, che ha prodotto la redistribuzione n base alle esigenze di ciascuno degli spazi (già di proprietà pubblica) disponibili in città. Così il Comune di Lecco ha potuto acquisire la sede dell'ex Politecnico al prezzo calmierato di 5,750 milioni di euro. Ma Gattinoni ha fornito un excursus meno edificante di come sono evoluti poi i rapporti tra gli stessi enti . "La Provincia di Lecco ha dato lo sfratto dagli uffici di corso Matteotti ad Ats e Asst (quindi alla Regione) semplicemente perché aveva bisogno di ulteriore spazio per sé. Ats ha provato a fare ricorso, senza successo. La Regione si è dunque dovuta attivare per trovare uffici altrove. Lo stesso è accaduto il Comune di Lecco che adesso deve pagare l'affitto. Non è un caso che in questo quadro Ats abbia rallentato il trasferimento del Cps da via Ghislanzoni in via Tubi...".
Gattinoni: "Fermiamo la macchina, dateci due mesi"
"Chiediamo due mesi di tempo in cui l'Amministrazione, con atti trasparenti e pubblici, possa verificare la possibilità di una ipotesi alternativa. Se così non fosse, valuteremo il da farsi con tutti coloro che hanno un interesse vero a traguardare l'obiettivo di una sede per gli uffici comunali unica, efficiente, economicamente sostenibile". Così Gattinoni ha concluso le sue argomentazioni.