Saldi invernali a Lecco, bilancio negativo. I commercianti: "Stagione rovinata"
Il dato delle vendite è sceso in picchiata rispetto a gennaio 2020
La stagione dei saldi invernali non ha portato grandi risultati ai negozi di abbigliamento e calzature lecchesi. Dopo le chiusure del periodo di Natale, la speranza era di poter provare a riscattare mesi difficili. Ma il sogno si è infranto contro una realtà fatta di restrizioni (a posteriori decise anche in modo sbagliato) che hanno penalizzato un comparto in sofferenza.
Saldi invernali a Lecco, bilancio negativo
"E' stato un lavoro portato avanti a singhiozzo e questo ci ha danneggiato ulteriormente - spiega il presidente di Federmoda Lecco, Oscar Riva - La stagione, già rovinata dalle chiusure di novembre e dicembre, è stata definitivamente compromessa dalla zona arancione. Senza contare che abbiamo perso la settimana migliore di gennaio con una chiusura totale arrivata per sbaglio: oltre il danno anche la beffa! Il bilancio dei saldi? Negativo. Chiaramente con il ripristino della zona gialla le persone sono tornate a potersi muovere e quindi anche i nostri negozi hanno visto un aumento dei clienti. Ma è chiaro che con l'accumularsi della merce e avvicinandosi il periodo primaverile gli esercizi hanno dovuto puntare su forti sconti. Il futuro? Bisogna sperare che la vaccinazione proceda a passo spedito".
Poi Oscar Riva aggiunge una riflessione sulle novità Cashback e Lotteria degli Scontrini: "Sicuramente hanno "creato movimento". Dal nostro punto di vista qualsiasi intervento che aiuti i negozi di vicinato è positivo e ben accetto. Non abbiamo alcun pregiudizio rispetto alla moneta elettronica, ma come sistema Confcommercio continuiamo a evidenziare un problema che ancora non è stato risolto, ovvero il peso delle commissioni. Come Federmoda continueremo la nostra azione perchè ci siano date risposte concrete da parte delle banche".
I commercianti: "Stagione rovinata"
Tornando ai saldi invernali, secondo un'indagine di Federazione Moda Italia, a gennaio il dato delle vendite è sceso in picchiata rispetto a gennaio 2020 con abbigliamento, calzature e accessori a -41,1% in media. Quasi il 90% dei negozi (88,9%) ha infatti dichiarato di aver subito un calo delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2020. Il 7,7% ha registrato una stabilità e poco più del 3% (3,4%) un incremento. Ad aver penalizzato moltissimo queste categorie di esercizi sono stati diversi fattori che hanno letteralmente "tartassato" a gennaio il settore moda. A cominciare dai 5 giorni di chiusura obbligata agli inizi di gennaio dal 1 al 6 gennaio, a eccezione del 4, di tutte le attività del comparto, con eccezione, in via veramente residuale, di poche attività relative alla vendita di prodotti di prima necessità (negozi di intimo; abbigliamento bimbo e calzature bimbo) o articoli per la pratica dello sport. A giocare a sfavore anche l'inserimento di alcuni territori (compresa per errore la Lombardia, ndr) in fascia rossa, con negozi di moda chiusi proprio nel bel mezzo dei saldi. E ancora le restrizioni agli spostamenti tra Regioni ed addirittura tra Comuni. Senza dimenticare il grande utilizzo dello smart working nel pubblico e nel privato, il minor reddito disponibile dei consumatori, la totale assenza del turismo e, non ultimo, il venir meno delle occasioni d'incontro di lavoro e nel privato.