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Redditi in Italia: Lecco 19esima in assoluto e 20esima per crescita

Il reddito cresce, ma non tanto quanto l'inflazione

Redditi in Italia: Lecco 19esima in assoluto e 20esima per crescita
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Il reddito disponibile delle famiglie italiane cresce in tutte le province tra il 2021 e il 2023, ma con velocità diverse tra Nord, Centro e Sud. E' quanto emerge dalla ricerca pubblicata oggi, venerdì 14 marzo 2025  da Unioncamere-Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. A guidare la classifica  della crescita sono le province alpine, con un aumento medio del 13,4%, a fronte di una crescita del Paese che si ferma all’11,2%. Il Centro fa più fatica ad allungare il passo, con un incremento del 10,3%.  Sondrio si prende la parte del leone con un +17,0%, seguita da Belluno (+15,4%) e Imperia (+15,1%), mentre Roma resta indietro, al 94° posto, con un aumento del 9,5%. E  Lecco? Si trova in 19esima posizione con un Reddito disponibile procapite 2023 di  24.704,82

Redditi in Italia: Lecco 19esima in assoluto e 20esima per crescita

Redditi in Italia: Lecco 19esima in assoluto e 20esima per crescita

Nella graduatoria decrescente delle province in base alla variazione percentuale del reddito disponibile delle famiglie consumatrici Lecco è invece 20esima con un aumento medio del 12.68%

È invece Milano, nel 2023, a confermarsi al top per reddito disponibile pro capite, con 34.885 euro a testa, un valore quasi due volte e mezzo superiore rispetto a Foggia, che chiude la classifica con 14.554 euro.

"La crescita del reddito disponibile è trainata principalmente dalla componente del reddito da lavoro dipendente, che tra il 2021 e il 2023, segna un incremento dell’11,8%, grazie soprattutto a un aumento di circa 850mila occupati nel periodo considerato. Tuttavia, l’inflazione salita di più (+14,2%) nello stesso arco di tempo ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie" spiegano dal centro studi Tagliacarne

Il Sud segna la performance migliore per la crescita del reddito da lavoro dipendente tra il 2021 e il 2023 (+12,5%), con Abruzzo (+14,2%) e Sicilia (+13,8%) in prima fila, mentre il Centro, anche in questo caso, avanza più lentamente (+10,8%). Le province che registrano gli aumenti più decisi sono L’Aquila (+18,5%), Teramo (+18,1%) e Sondrio (+17,9%), mentre Terni (+7,3%), Pordenone (+6,2%) e Trieste (+6,1%) segnano progressi più contenuti.

Nel ranking del reddito disponibile pro capite tra il 2021 e il 2023, è Belluno a guadagnare più posizioni (10) raggiungendo il 23° posto, Sondrio ne scala 9 attestandosi al 43°, mentre Venezia avanza di 7 posizioni, salendo al 27°. Sul versante opposto, Pordenone scivola di 10 posizioni al 25° posto, Udine di 9 al 36° e Trieste di 8 al 18°.

“La geografia dei redditi delle famiglie delinea un quadro che possiamo definire più “democratico” rispetto a quello della produzione, perché le distanze territoriali appaiono meno accentuate: mentre per il valore aggiunto pro capite la distanza tra la prima provincia e l’ultima è di 3,6 volte, questa differenza si riduce a 2,4 volte per il reddito disponibile”. A sottolinearlo è il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, secondo cui “questo dipende anche dai trasferimenti pubblici che, ad esempio, nel Mezzogiorno, pure se in calo, incidono per il 40% contro il 35% della media italiana. Inoltre, al Sud la dinamica delle retribuzioni da lavoro dipendente, in termini nominali, riflette anche la crescita economica rilevata negli anni più recenti. Tuttavia, le retribuzioni per dipendente al Meridione restano inferiori di circa il 15% al valore medio nazionale. Un segnale da non trascurare, in aggiunta, è il ritardo che registriamo del Centro Italia, il cui reddito disponibile, tra il 2021 e il 2023, cresce meno di quello del resto del Paese”.

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