Pharmalife a breve lancerà ImmunoVax
Il fatturato dell’azienda di Garbagnate (occupa quasi 100 addetti) sale da 16 a 20 milioni
È un’azienda leader nella produzione e distribuzione di integratori alimentari, dermocosmetici e dispositivi medici da oltre vent’anni. I suoi prodotti di successo sono presenti nelle farmacie, parafarmacie, erboristerie e da pochi giorni anche sul proprio portale di e-commerce; prodotti oggi distribuiti in ben 55 Paesi. È una realtà che continua a investire in ricerca, innovazione, formazione e cresce a doppia cifra ogni anno. Cosa che è avvenuta anche nel 2020, nel bel mezzo della pandemia. Pharmalife Research è una multinazionale tascabile guidata dalla dottoressa Anna Crupi, una donna solare, innamorata del proprio lavoro, curiosa, ma anche molto determinata e innovativa. Non a caso a brevissimo l’azienda presenterà ImmunoVax, un integratore rivoluzionario, dopo aver lanciato il nuovo portale di e-commerce.
Pharmalife come ha chiuso il bilancio 2020, un anno travagliato e dominato dalla pandemia?
«Siamo cresciuti da 16 a 20 milioni di euro. Un risultato importante, frutto del trasferimento nella nuova sede di Garbagnate Monastero, avvenuto nel 2018, ma dove gli impianti sono andati a pieno regime proprio l’anno scorso. L’emergenza sanitaria ci ha poi convinto ad ampliare la gamma dei presidi medico chirurgici con una serie di nuovi prodotti igienizzanti. Nel frattempo abbiamo continuato a investire su nuove linee produttive grazie alle opportunità dell’Industria 4.0 che ci sta affascinando molto».
Questi investimenti dove si stanno concentrando?
«Stanno interessando tutti i settori della produzione. A breve entrerà in funzione una nuova linea produttiva per formati particolari per polveri e liquidi insieme, oggi molto richiesti dal mercato. Poi continuiamo a fare ricerca».
Che tipo di ricerca?
«Stiamo mettendo a punto un integratore che mantiene alto il livello di immunoglobuline G, quelle della memoria e che ci difendono meglio. Si chiamerà ImmunoVax ed è indicato per mantenere alte le difese anche dopo il vaccino. Dopo essere stata colpita duramente negli affetti famigliari (Gianni Esposito, marito della dottoressa Crupi, è morto di Covid, ndr) ci siamo concentrati ancora di più sulla prevenzione».
Investimenti, innovazione, ricerca ma anche nuove assunzioni.
«Teniamo molto alle nostre risorse umane. E poi continuiamo a investire nella formazione del nostro personale, che oggi sfiora le 100 unità, compresi gli interinali, dopo le quasi 10 nuove assunzioni avvenute nel corso dell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle».
Il 70% dei suoi collaboratori sono donne. E lei, in particolare, è molto attenta a valorizzare in azienda e non solo il mondo femminile.
«Si, siamo una realtà molto attenta al femminile, ma quando dobbiamo inserire nuove figure professionali non facciamo distinzione di sesso, genere, costumi o religione. Cerchiamo giovani talenti, persone appassionate e curiose che hanno voglia di lavorare e di apprendere. I giovani se ben motivati possono portare risultati incredibili. Coinvolgimento, formazione, stimoli e una giusta retribuzione sono alla base del lavoro: la maggior parte del nostro tempo lo passiamo al lavoro e una persona deve essere messa nelle condizioni di vivere bene in azienda altrimenti diventa tutto più difficile e anche un po’ triste».
Pharmalife da pochi giorni ha lanciato il proprio canale di e-commerce. Perché?
«Il primo esperimento lo avevamo fatto l’anno scorso, ora abbiamo messo a punto bene questa nuova piattaforma che deve integrarsi e non sovrapporsi ai canali di vendita tradizionali che per noi restano vitali. Il servizio che offre il farmacista o l’erborista sono impagabili, vi sono molti professionisti straordinari e che hanno un’attenzione alla persona eccezionale: non sono semplici dispensatori di prodotti, ma conoscono bene i loro clienti, sono anche psicologi e offrono loro i consigli più appropriati. Le segnalo qualche eccellenza del nostro territorio: la Farmarcia Internazionale del dottor Bonnal di Lecco, la Farmacia di Molteno, l’Erboristeria L'Ortica di Lecco e l’Erboristeria Brioschi di Oggiono. Farmacie e erboristerie hanno caratteristiche e una professionalità che l’online non potrà mai offrire».
I prodotti attraverso la piattaforma di e-commerce costano meno?
«No. Aprire all’online ci permette di raggiungere nuovi mercati, nuovi clienti e di avere una presenza più diffusa che neppure la migliore rete vendita ci permetterebbe di avere. Non facciamo sconti ma offriremo fra qualche settimana una Credit card che può avere un valore diverso rispetto agli acquisti effettuati. La Credit card però si può spendere solo nei punti fisici».
Intanto in azienda è entrata la seconda generazione, sua figlia.
«Giulia si è laureata nel 2014 con il massimo dei voti e la lode in Scienze e Tecnologie erboristiche. Aveva la possibilità di restare in università a fare ricerca e aveva ricevuto diverse offerte da altre aziende, ma ha scelto di entrare in Pharmalife. Inizialmente ha fatto un po’ di lavoretti, cose semplici per iniziare a capire l’azienda nel suo complesso, ha fatto la giusta gavetta e mentre lavorava ha conseguito un master: oggi posso dire con soddisfazione che ha conquistato sul campo la responsabilità di guidare la divisione Ricerca e Sviluppo. È una ragazza attenta, appassionata, intelligente e determinata. Nell’ottobre 2019 si sposata con Michele Galluzzi, laureato in giurisprudenza, che lavorava in un’altra nota impresa lecchese e che ha accettato di venire da noi per occuparsi di Risorse Umane e della Divisione Integratori. Sono una coppia affiatata, hanno tante idee, non stanno mai fermi e continuano a spingere sul fronte dell’innovazione. In Pharmalife il passaggio generazionale è assicurato. Senza di loro forse avrei ascoltato qualche sirena…».
Sta dicendo che ha ricevuto qualche assegno in bianco per vendere?
«Ogni mese ricevo una proposta di acquisto: fondi, banche di investimento e persino qualche concorrente. In più di un’occasione mi hanno messo sulla scrivania una busta con un assegno in bianco. Ma non l’ho mai aperta. Anzi, di fronte a qualche insistenza ho trattato male anche l’interlocutore».