Medicina del lavoro e welfare: si è svolto il terzo e ultimo incontro del ciclo «Quo Vadis Impresa?»
Il dottor Francesco Scordo della Clinica San Martino e Sara Sottocornola del Gruppo OMET hanno dialogato al VaroLoft di Valmadrera con imprenditori e stakeholders
Al VaroLoft si è discusso sul tema «Medicina del lavoro e welfare aziendale. La salute nelle aziende del futuro». Un argomento sentito e che ha stimolato un proficuo dibattito fra imprenditori e stakeholders presenti alla serata di martedì. Si è trattato del terzo e ultimo appuntamento con «Quo Vadis Impresa? Gli strumenti per raggiungere l’eccellenza», ciclo di incontri promosso da Varo di Valmadrera e da Clinica San Martino di Malgrate, con la collaborazione del gruppo editoriale Netweek.
Medicina del lavoro e welfare: il dottor Francesco Scordo
Due gli speaker intervenuti per stimolare le riflessioni: ad aprire i lavori è stato Francesco Scordo, medico-chirurgo, specialista in Medicina del Lavoro. Formatosi presso l’Università di Milano Bicocca, cresciuto in un’azienda socio-sanitaria territoriale, ha acquisito esperienza nel campo della sorveglianza sanitaria e della promozione della salute. Oggi è il responsabile della struttura di Medicina del Lavoro di Clinica San Martino, oltre che medico competente di numerose aziende lombarde e medico autorizzato per la radioprotezione. Il dottor Scordo ha esordito con un excursus sulla nascita della Medicina del Lavoro, ricordando la figura di Luigi Devoto, considerato uno dei fondatori a livello mondiale della moderna disciplina in oggetto: «Di lui ricordiamo “per prevenire le malattie dei lavoratori dobbiamo curare il lavoro, serve quindi purificarlo con la fede nella scienza». Il dottor Scordo ha illustrato poi le definizioni di malattia professionale e di infortunio lavorativo, ripercorrendo anche l’evoluzione in termini di normativa, partendo dalla celebre legge 626/1994 che «ha saputo dare una forma organica alle normative sul lavoro in Italia». Come anticipato, il dottor Scordo svolge il ruolo di medico competente: «In Clinica San Martino sono consulente della salute del lavoratore a 360°, occupandomi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Inoltre devo ricordare Rete WHP Lombardia, ovvero Workplace Health Promotion: questo programma promuove cambiamenti organizzativi nei luoghi di lavoro per favorire l’adozione di stili di vita salutari, concorrendo alla prevenzione delle malattie croniche».
Le parole di Sara Sottocornola
Secondo relatore della serata «Quo Vadis Impresa?» è stata Sara Sottocornola, giornalista professionista, responsabile dei progetti welfare e della comunicazione interna del Gruppo OMET di Molteno. Laureata in Relazioni Pubbliche, dopo aver lavorato come ricercatrice alla Iulm di Milano ha diretto web-magazine del settore outdoor e collaborato con organizzazioni no profit e uffici stampa prima di specializzarsi nella comunicazione d’impresa. «Sono entrata in azienda nel 2015 ed era il momento in cui si doveva andare oltre alla presenza quotidiana di Antonio Bartesaghi, da sempre molto attento ai suoi lavoratori - ha esordito - ho usato le mie competenze per sviluppare un progetto per riuscire a fare stare bene le persone». Il welfare di OMET oggi si fonda su pilastri ben precisi: «In primis dare alle persone un servizio che permetta loro di risparmiare soldi e tempo. Penso agli acquisti collettivi, ma anche al time-saving come il cambio gomme in azienda, la consegna di pacchi personali, la lavanderia, il CAF interno, la consulenza legale per questioni private, le borse di studio per i figli dei dipendenti e i buoni spesa per la benzina». Un aspetto importante riguarda la comunicazione e il clima all’interno dell’azienda: «Mi riferisco a eventi, gite, tornei aziendali, alla volontà di coinvolgere le persone nello stare insieme». E poi troviamo i corsi di formazione, altra caratteristica chiave. «Un ruolo speciale è giocato dal Family Day, momento che è piaciuto molto, per avvicinare famiglia e lavoro. Su volontà di Antonio Bartesaghi abbiamo aperto anche una biblioteca con i libri donati dai dipendenti».
Gli ospiti: Filippo Abbà di Saipem
Fra gli ospiti della terza serata di «Quo Vadis Impresa?» spicca la presenza di Filippo Abbà, Chief Operating Technology and Innovation Officer in Saipem: «La nomina del medico competente è un obbligo di legge e ciò ci fa capire l’importanza di alcune delle sue attività - ha affermato - il piano di OMET mi sembra molto ben fatto e anche in Saipem i lavoratori sono spinti a preferire incentivi o premi che vadano in direzione della salute, ovvero screening, convenzioni con palestre, piscine. Come azienda da 35mila dipendenti nel mondo, di cui 7-8mila in Italia, abbiamo a cuore questo aspetto». Inoltre Abbà è presidente della fondazione LHS (Leadership in Health and Safety): «Lavoriamo su un approccio culturale che cerchiamo di trasmettere ai lavoratori, dato che siamo parecchio esposti alla possibilità di infortuni in Saipem. Spesso sento parlare di “costi della sicurezza”, ma penso sia opportuno cambiare paradigma parlando di “investimenti per la sicurezza” e di “costo degli incidenti e delle conseguenze relative”. In Italia la media è di 3 morti sul lavoro al giorno, così come 9 decessi per incidenti stradali quotidiani. Nei paesi anglosassoni le medie sono molto più basse. Che cosa cambia? La cultura del lavoro in Italia inizia quando si comincia a lavorare, non se ne parla nelle scuole e nelle università, perciò serve promuovere un cambiamento culturale».
Gli altri interventi
Punta sulla salute anche Annalisa Bellante di Cama Group che ha affermato «stiamo virando sul fronte salute», mentre Vittorio Addis di Spazio Tecnico ha ricordato che «Lecco ha una storia importante dal punto di vista della medicina del lavoro, ha tracciato la strada ed è un fatto che vale la pena di ricordare». Sulla stessa lunghezza d’onda Lorenzo Riva, ex presidente di Confindustria Lecco e Sondrio: «Il mondo imprenditoriale è cambiato molto dalla metà degli anni Settanta, è evoluto tantissimo. I primi approccio al tema welfare sono stati visti in modo negativo ma il tempo ci ha insegnato tanto. Oggi il valore umano è importante per le nostre aziende, senza di loro sarebbero scatole inutili e senza futuro». Avanti con Renato Pagani di SEC Newgate Italia: «Il nostro osservatorio ESG afferma che tre italiani su quattro ritengono che la responsabilità sociale economica e ambientale sia redditizia per l’azienda stessa. E inoltre va ricordato che le performance ESG sono sempre più valutate dagli investitori». Anche per Giuseppe Giussani di Elettrosystem «welfare e medicina del lavoro sono importantissimi, lavoriamo molto con Clinica San Martino, con cui stiamo sviluppando belle iniziative». Maria Luisa Meroni, Presidente di Confindustria Est Europa, ricorda che «i paesi si stanno adeguando alle normative», mentre Laura Arrigoni, docente IMA Lecco, afferma che «ascoltare le parole di un imprenditore ha più valore per i ragazzi che sentirsi raccontare le stesse cose da un insegnante. Dobbiamo sensibilizzare i giovani sul fatto che tenere un comportamento non corretto può determinare conseguenze gravi».
Concludono Marta Rota e Alberto Pedretti
La conclusione non poteva non spettare a Marta Rota: «Sono molto contenta di questo ciclo di eventi, vorrei che continuasse lo scambio di idee fra di noi, non soltanto fra imprenditori - ha affermato il ceo di Varo - mi ha fatto capire quanto sia importante per la nostra crescita e quanto l’aspetto umano riesca a tirar fuori qualcosa di bello». E infine Alberto Pedretti: «Questi incontri sono stati importanti per dar vita a degli spunti, mi piacerebbe organizzare un nuovo ciclo di incontri - ha aggiunto il direttore generale di Clinica San Martino - è emerso il tema dell’education, forse c’è un problema da affrontare, partendo dalle famiglie e fino ad arrivare alle imprese».