La situazione economica locale riflette le difficoltà del Paese, con salari ancora troppo bassi e consumi stagnanti. A sottolinearlo è la Cisl Monza Brianza Lecco che evidenzia come la questione degli stipendi sia «centrale e improcrastinabile», e cita anche il ministro Giorgetti: «L’invito che mi sento di fare è che le associazioni datoriali private facciano anch’esse la loro parte e riconoscano ai loro lavoratori aumenti stipendiali».
Lecco, tra salari fermi e occupazione stabile
Il contratto collettivo più importante, quello dei metalmeccanici, resta bloccato sugli incrementi salariali, mentre il Paese reale mostra «una condizione di bassi salari, di consumi in stallo, con un carrello della spesa (3,5%) più veloce di oltre il doppio dell’indice inflattivo generale (1,6%), di famiglie votate al risparmio più che alla spesa, con una rinnovata emigrazione giovanile legata anche a un livello infimo di stipendi a casa nostra».
I dati Istat sulla produzione industriale confermano la difficoltà del settore: dopo un luglio positivo (+0,4%), agosto segna un calo del 2,4% rispetto al mese precedente e del 2,7% su base annua. «Procede la serie negativa protrattasi per 26 mesi», osserva la CISL, evidenziando come siano venuti meno gli effetti di PNRR, ristrutturazioni di immobili non residenziali e maggior accesso ai fondi della Transizione 5.0.
Per quanto riguarda l’occupazione, l’Istat segnala un incremento annuale di 218 mila unità, sostenuto dalle uscite ritardate dei cosiddetti “boomer” e dalla strategia del labour hoarding delle imprese. Ma «questa occupazione aggiuntiva sta per certi versi fungendo da ammortizzatore delle tensioni sociali rispetto a un incremento delle retribuzioni contrattuali che è ancora eccessivamente lenta in termini di recupero del potere d’acquisto».
Sul fronte locale, le stime Excelsior indicano che su Lecco gli ingressi previsti sono di 300 unità su base annua mese su mese e 420 nel trimestre set-nov rispetto all’anno precedente, mentre Monza registra 1.250 ingressi e -2.030 nel trimestre. La CISL avverte che l’incremento delle ore di cassa integrazione e la situazione di aziende come Stellantis, Ilva, Yoox e STM Microelectronics «non depongono certo a favore di dichiarazioni di ripresa economica ormai avviata e/o stabilizzata».
Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco, sottolinea l’importanza di un approccio pragmatico: «Il tema centrale non può che essere un accordo su produttività e salari, il che reca con sé l’istanza di un grande investimento in formazione e innovazione, rilanciando il protagonismo di contrattazione e partecipazione per forme di flessibilità efficaci e negoziate».
Secondo la CISL, le misure fiscali devono sostenere il ceto medio, attraverso lo sgravio Irpef sulla seconda aliquota e la defiscalizzazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati. E, a fronte delle sfide demografiche, «non si può scambiare per istanze populiste la richiesta di maggiori risorse sulla sanità, politiche d’inclusione per donne e giovani, nonché maggiori risorse per la non autosufficienza e un pieno utilizzo del PNRR sulle infrastrutture materiali e immateriali».
«Sortirne insieme è politica», ricordava don Milani, «Il resto è avarizia». Questa è la missione della CISL, conclude Scaccabarozzi: «Insieme possiamo farcela».