L'imprenditore

Gianluca Roda: gli Amici di Como, il Motorsport e la salita della salute

"Draghi? Un Numero uno"

Gianluca Roda: gli Amici di Como, il Motorsport e la salita della salute
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«Il premier Mario Draghi è un numero uno: ha carisma, determinazione, competenze ed è un europeista convinto - esordisce Gianluca Roda, presidente di Rodacciai -  Però non basta un eccellente capo per far cambiare le cose se poi deve dipendere dai politici di prima e scendere a compromessi… È il sistema politico italiano che non mi piace, preferisco un sistema come quello che c’è negli States o in Inghilterra con due partiti; quello italiano è popolato da troppi partiti e da troppi protagonisti, genera troppe liti».

Il Governo ha recentemente varato il Piano di Ripresa e Resilienza che grazie Recovery Plan può contare su 209 miliardi di cui 80 a fondo perduto… È fiducioso?

«Sì. Con questi investimenti possiamo davvero cambiare e ammodernare il Paese. L’Italia non ha materie prime nel sottosuolo, gas ed energia elettrica. Abbiamo colpevolmente rinunciato alle centrali nucleari, ma siamo circondati da quelle francesi e svizzere, e noi imprenditori paghiamo l’energia elettrica il 30% in più rispetto ai competitors. Il premier Draghi è ben visto in Europa ma tanti progetti dovranno passare da Regioni, Province e Comuni per cui divento meno fiducioso... Però abbiamo un Paese bellissimo: mare, laghi, montagne, colline; siamo bravissimi nella moda, nel design, nel food; abbiamo un patrimonio di arte e cultura inestimabile. Possiamo puntare molto di più sul turismo. Lo dico da comasco che ha visto negli anni crescere la presenza di americani, inglesi, asiatici… A Como arrivano da tutto il mondo, si fermano nei nostri alberghi, frequentano i nostri ristoranti, acquistano nelle nostre boutique commerciali e nelle botteghe artigianali».

Fa parte degli Amici di Como. Perché?


«È una bella associazione che ha fatto, fa e farà tanto per Como. La statua di Libeskind è stata fatta da Rodacciai e poi rivestita dalla Metalsystem di Cantù, che sono straordinari artisti; dentro al manufatto c’è il nome dei nostri due operai che vi hanno lavorato; mi piaceva lasciare un segno e questa è una delle tante cose belle fatte dagli Amici di Como. Mi spiace solo che il Comune l’abbia abbassata rispetto al progetto originale dell’archistar. Poi sono amico di Daniele Brunati e se diventerà sindaco di Como farò il suo assessore…».

Il Calcio Como è stato promosso in Serie B. Contento?


«Si, molto. Quando le cose si fanno bene i risultati arrivano. E poi tutta la città merita questa serie B».

A proposito di sport lei è anche un pilota di successo del Motorsport avendo vinto campionati italiani, europei e un mondiale


«È una valvola di sfogo molto importante. Papà era un grande appassionato di motonautica, ma allora era molto pericoloso, e così ho preferito il Motorsport: ho corso con Corvette, Ferrari e Porsche. Con la casa di Stoccarda ho gareggiato per undici anni. La 996 e la 997 erano difficili da portare in giro, con il cambio davanti e il motore dietro i pesi erano spostati all’esterno e dovevamo fare i conti con il sovrasterzo. Poi quando Porsche decise di spostare il motore al centro tutti i difetti sono spariti ed era un piacere. Ho vinto tanto. È una passione che ho trasmesso anche ai miei figli e Giorgio continua con successo. Ho smesso di correre da due anni ma mi manca il fatto di preparare la testa per affrontare un week end di gare».

E adesso come trascorre il tempo libero?


«Faccio un po’ di palestra, ma soprattutto vado in bici. Mi piace andare in Svizzera, in campagna, in mezzo alla natura e alle mucche. Ma faccio spesso anche la salita della Salute di Albavilla che porta all’Alpe del Viceré. Soffro, ma non mi fermo».

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