ma caldo dei contratti pirata, sollevato dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, interessa anche la figura dell’agente di commercio disciplinata negli Accordi Economici Collettivi (Aec) che regolano il rapporto tra agente di commercio e mandante. Sempre più spesso, infatti, si riscontrano aziende che utilizzano impropriamente le figure del procacciatore d’affari o del consulente al posto dell’agente di commercio, anche quando non sussistono i requisiti. Una scorciatoia che genera confusione nei rapporti di lavoro tra mandante e agente e, soprattutto, vanifica le intese sindacali raggiunte attraverso gli Accordi Economici Collettivi, penalizzando entrambe le parti.
Contratti pirata e mandati: la posizione degli agenti di commercio Fnarc Lecco
Una riflessione su questo tema fondamentale arriva anche dalla Fnaarc Confcommercio Lecco. “Fare l’agente di commercio non è semplice, soprattutto per i giovani che si avvicinano a questa professione” – spiega Francesca Maggi, presidente di Fnaarc Confcommercio Lecco – Chi svolge questa professione spesso si trova a compiere passi e scelte difficili. Non è un lavoro ‘semplice’: richiede molta pazienza, costanza, competenze e tanta determinazione. Purtroppo c’è poca informazione e il rischio per un agente è quello di incappare in contratti pirata”. Concetto evidenziato recentemente anche da Alberto Petranzan, il presidente nazionale di Agenti Fnaarc, la Federazione nazionale degli agenti di commercio aderente a Confcommercio.
In Italia operano circa 210.000 agenti di commercio a fronte di circa 40.000 procacciatori d’affari attivi. L’utilizzo improprio del contratto da procacciatore per mascherare un vero rapporto di agenzia non è solo scorretto, ma anche rischioso: può comportare accertamenti da parte di Enasarco e del fisco, con la possibile perdita di deduzioni o agevolazioni previste per gli agenti di commercio regolarmente inquadrati. Inoltre, la mancata applicazione degli accordi non tutela né l’azienda né il lavoratore, aprendo la strada a contenziosi legali potenzialmente onerosi per entrambe le parti.
Clara De Marcellis, consigliere Fnaarc Confcommercio Lecco, sottolinea: “Essere costretti a lavorare come procacciatore comporta anche un rischio previdenziale: non esistono infatti tutele e contributi Enasarco, nonostante il lavoro effettivo sia stato svolto.”
Anche Fnaarc Confcommercio Lecco richiama quindi l’attenzione sulla necessità di una corretta distinzione tra le diverse figure professionali, affinché il mercato resti competitivo e leale, e gli operatori siano adeguatamente tutelati per l’effettivo lavoro svolto. “A chi ci chiede consiglio, spesso giovani che vogliono intraprendere questa carriera, spieghiamo sempre l’importanza di un buon mandato, onesto e conforme agli Aec – aggiunge la presidente Maggi – Ricordiamo a tutti gli agenti di commercio che, come Fnaarc Lecco, siamo sempre a disposizione per offrire supporto e consulenza: invitiamo tutti a rivolgersi a Confcommercio per qualsiasi necessità”. E conclude: “Per questo nostro mandato, io e tutti i consiglieri vogliamo impegnarci attivamente per essere presenti, supportare e soprattutto informare chi, come noi, svolge questa magnifica professione. Solo uniti possiamo davvero essere forti, tutelati e garantire dignità alla figura dell’agente di commercio”.