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Con «Lascia o raddoppia?» focus sulla finanza che fa crescere le imprese

Lo scorso martedì Filippo Guicciardi, CEO di EQUITA Mid Cap Advisory, si è rivolto agli imprenditori valtellinesi parlando delle possibilità di sviluppo, continuità e internazionalizzazione

Con «Lascia o raddoppia?» focus sulla finanza che fa crescere le imprese
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«La finanza a volte è vista con un po’ di diffidenza, ma se viene utilizzata in modo corretto rappresenta uno strumento fondamentale per aiutare le imprese a crescere». Ad affermarlo è Filippo Guicciardi, CEO e fondatore di EQUITA Mid Cap Advisory, durante l’incontro «Lascia o raddoppia? Finanza d’impresa, equity e debito per garantire crescita e continuità», svoltosi martedì 24 settembre all’Agriturismo La Fiorida e organizzato dal gruppo editoriale Netweek. Ad aprire l’evento, davanti ad un’ampia platea di imprenditori prevalentemente valtellinesi, è stato Fausto Terraneo, executive manager di Allianz Bank F.A.: «La nostra collaborazione con EQUITA Mid Cap Advisory ci permette di aumentare la consulenza per il mondo imprenditoriale - ha affermato - e ciò è molto importante vista la domanda di finanza straordinaria da parte degli imprenditori. Se un cliente ci chiede un affiancamento ci rivolgiamo a Filippo Giucciardi e siamo in grado di costruire soluzioni su misura».

«Lascia o raddoppia?», parola a Guicciardi

La colazione di lavoro è entrata nel vivo con l’intervento di Guicciardi: «Il mio compito è assistere le operazioni di acquisizione e di fusione - ha spiegato - nel 2004 abbiamo fondato Clairfield International, una realtà indipendente di consulenza M&A, nata per aiutare le imprese nel percorso di crescita. Con la Valtellina ho un rapporto speciale e profondamente radicato: mio nonno ha costruito casa a Bormio nel 1955 ed è da allora che ci vado in vacanza. Questo territorio finora non è mai stato battuto dalla finanza, ma è sicuramente ricco di eccellenze». Continua il CEO di EQUITA Mid Cap Advisory: «Oggi le imprese vivono tre esigenze, in primis vogliono crescere, partendo dalla presa di coscienza che “piccolo non è più bello”. Vent’anni fa in 10 incontri soltanto 2-3 parlavano seriamente e con convinzione di M&A, oggi siamo a 9 su 10. Proseguiamo con l’internazionalizzazione: la globalizzazione sta venendo meno da un certo punto di vista, ma la crescita non può essere soltanto domestica, perciò è importante avere una base in paesi diversi, per sviluppare e preservare i mercati. La terza esigenza riguarda i passaggi generazionali: è un tema numericamente molto forte, che spinge le operazioni di M&A».

Il parallelo con la Brianza

EQUITA Mid Cap Advisory è una società di consulenza in operazioni di finanza straordinaria facente parte di EQUITA Group. Quest’ultima è la primaria investment bank indipendente italiana quotata nel segmento STAR del mercato MTA di Borsa Italiana, oltre che il principale broker indipendente in Italia che offre ai propri clienti istituzionali servizi di intermediazione su azioni, obbligazioni, derivati ed ETF. Guicciardi ha poi proseguito facendo un parallelo fra il territorio valtellinese e quello brianzolo: «Fino a 8-9 anni fa non si facevano operazioni di M&A, quindi abbiamo avuto un bel boom, da quelle più piccole a quelle maggiormente significative - ha detto - il nostro obiettivo è spingerci verso Nord, la Valtellina è un territorio un po’ scettico ma sono convinto che piano piano inizierà a sperimentare queste esigenze».

«Un esperto di aziende famigliari»

Legato alla crescita c’è infatti un tema importante: «Se si sceglie di rimanere piccoli, facendo gli artigiani con 7-8 dipendenti, si opta per una realtà che rischia di spegnersi quando viene a mancare la figura del fondatore. L’alternativa è cercare di renderle più grande per competere sui mercati, rendendole autonome e indipendenti dai propri fondatori, da cui ci si deve affrancare». E ancora: «La conoscenza del settore non è così importante, mi ritengo esperto di aziende famigliari, so parlare ad una famiglia del territorio, entrandoci in sintonia, ed è questo che conta. Negli ultimi tre anni ho guidato team che hanno chiuso 28 operazioni in 25 settori differenti. Abbiamo lavorato con chi produce bulloni così come con chi fabbrica mobili o macchinari vari: paradossalmente sono realtà molto più simili fra di loro rispetto al confronto tra un’azienda famigliare e una manageriale quotata in Borsa. Il nostro valore aggiunto è comprendere le esigenze delle persone, anche quelle che non vengono esplicitate chiaramente».

Le possibilità per le piccole imprese

Non è mancato un passaggio sull’accesso alla finanza straordinaria per le piccole imprese: «Anche aziende al di sotto dei 25/30 milioni di euro di fatturato possono accedervi, ma entro un certo limite. Siamo disponibili per le imprese del territorio, tuttavia se una realtà è davvero troppo piccola non risulta appetibile sul mercato. Il sistema della finanza non è strutturato per fare operazioni su aziende di piccole dimensioni. Ogni caso però va valutato personalmente e con grande attenzione». La conclusione è toccata ovviamente a Guicciardi: «È stato un dibattito interessante, il valtellinese ha voglia di aprirsi e discutere. Sono convinto che il terreno sia fertile e che sia ora di iniziare a fare dei ragionamenti seri. Qualcuno si starà chiedendo “se aprissi i capitali a un fondo quali sarebbero i pro e i contro?”, oppure “i fondi hanno strani contatti che mi faranno aumentare il business?”: no, i fondi aiutano ad aumentare le competenze. Se un’azienda è sana e ha un progetto di crescita, lì il bravo manager può arrivare».

Gli interventi dei partecipanti

Nel corso dell’incontro «Lascia o Raddoppia?» non sono mancati gli interventi dei presenti: ne è uscito un dibattito molto partecipato. A rompere il ghiaccio è stato il commercialista Francesco Grimaldi: «Ho accolto gli stimoli di Guicciardi con grande favore, nella mia esperienza ho assistito aziende che si trovano in situazioni intermedie, senza sapere chi può accompagnarle. Ciò che è stato proposto oggi è un presidio di competenze che può dare qualità alla crescita. La Valtellina è una terra fatta di tanti piccoli, con pochissimi giganti: un intervento terzo potrebbe aiutare nel confronto e nello sviluppo». Tra i «giganti» si inserisce sicuramente Autotorino, presente con il Direttore Generale Stefano Martinalli: «Il valtellinese è temprato a fare bene, in un territorio difficile. Se si ha il coraggio di uscire dai propri confini spesso va bene, perché percepito come un imprenditore serio e capace. Noi stessi abbiamo utilizzato le nostre radici come elemento referenziale. Sono convinto che crescere sia fondamentale, per attrarre, portarsi in casa e mantenere nuove professionalità; oggi la difficoltà che stiamo vivendo è proprio quella di trovare manager capaci. Tanti sognano di poter arrivare dappertutto e ciò è un peccato, perché si sprecano tante energie che tornerebbero utili alle aziende».

Nuovi talenti e passaggio generazionale

Ecco poi Paolo Mainetti, AD di Valtecne: «La nostra esperienza di avvicinamento ai mercati quotati non è stata semplice, dipende molto dalle persone che ti stanno vicino, che possono consigliarti - ha ricordato - a livello familiare per me non è stata una scelta facile, vista l’opposizione netta di mio padre, che soltanto poi è riuscito a capire che poteva essere un’opportunità. La visibilità dell’essere quotati è parecchia: avevamo bisogno di attrarre cervelli e manager, sono loro che fanno la differenza e cambiano la mentalità, passando da una gestione famigliare ad un’azienda impostata su un livello differente. Oggi posso affermare che è stata un’esperienza positiva, stavamo crescendo tanto e abbiamo visto la possibilità di crescere ancora di più». In seguito ha preso parola Fabio Bresesti, fondatore della Effe.Bi.: «Mi concentro sul passaggio generazionale che personalmente sta avvenendo con successo con i miei figli, pronti per mandare avanti un’attività con 50 dipendenti. Hanno masticato l’azienda sin da piccoli e sono entrambi legati al territorio».

“Serve saper relazionarsi con le persone»

Marco Deghi, presidente del Consorzio di Tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto Dop, ha ricordato che «nel settore agroalimentare il fattore numerico è importante, se si vuole uscire dalla Valtellina è necessario avere una precisa struttura». Tra i presenti all’incontro c’era anche Natale Castagna, presidente di Novatex Italia: «Posso definirmi un manager prestato all’imprenditoria, mi occupo anche di fare M&A per un gruppo israeliano. Penso che la questione più complessa in caso di acquisto di un’azienda è mettere insieme due mentalità: non sono i soldi da investire, non è la progettualità, ma il sapersi relazionare con le persone è l’aspetto più difficile». Infine Michele Fumagalli ha affermato che «per attrarre manager serve farli entrare nel capitale, penso che la risorsa umana sia l’unica che può fare la differenza in un’azienda».

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