Virus e lavoro

Cassa integrazione: la situazione in provincia di Lecco

9.925 i dipendenti coinvolti fino al 5 novembre, ovvero il giorno prima dell'ingresso ufficiale della Lombardia nella zona rossa.

Cassa integrazione: la situazione in provincia di Lecco
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Sono 2.288 le imprese lecchesi interessate finora dai decreti regionali che autorizzano la concessione della cassa integrazione guadagni in deroga, l’ammortizzatore sociale reintrodotto dal Governo mediante una serie di decreti legge emanati per affrontare l’emergenza causata dal Covid-19.

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Cassa integrazione: la situazione in provincia di Lecco

Per quanto riguarda la forza lavoro, risultano essere 9.925 dipendenti coinvolti, per un totale di 2.709.548 ore di sospensione autorizzate. La rilevazione, frutto di un’elaborazione effettuata dal Centro per l’impiego di Lecco della Provincia di Lecco, riguarda i decreti emanati da Regione Lombardia e Inps tra il 21 aprile e il 5 novembre 2020, ovvero il giorno prima dell'ingresso della Lombardia nella zona rossa.

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L'impatto della zona rossa sul mondo del lavoro lombardo

"La Lombardia “zona rossa” si è fermata e con essa ben 473.322 lavoratori, ovvero il 10% del totale dell’economia privata" : questa la fotografia generale scattata dalla Cisl per la nostra regione in base ad una analisi sulla base dei dati Unioncamere, Inps e Inail.  "L’impatto dell’ultimo Dpcm si fa sentire in particolare sul 95,7% degli addetti del settore sport e intrattenimento (43.179 lavoratori), sul 71,3% dei lavoratori di “alloggio e ristorazione” (241.073 lavoratori), sul 34,3% degli addetti ai servizi alla persona (37.430 lavoratori, parrucchieri esclusi) e sul 17,8% del commercio (141.930 lavoratori)" .

I settori

“L’analisi evidenzia il significativo impatto all’intervento del Dpcm del 3 novembre 2020 sugli addetti in Lombardia di diversi settori, in particolare della ristorazione, commercio, sport e intrattenimento, già fortemente colpiti dalla crisi – sottolinea Mirko Dolzadelli, segretario regionale Cisl Lombardia -. Conferma l’importanza del risultato ottenuto dal sindacato di prorogare ulteriormente l’utilizzo di cassa integrazione Covid ed il blocco dei licenziamenti fino al 21 marzo 2021 e a livello lombardo del rilancio delle politiche attive”.

Se fossimo in zona arancione?

I dati non tengono ovviamente conto degli effetti sull’indotto e sulle filiere, ma si riferiscono alle sole attività indicate dai provvedimenti del Dpcm come attività sospese.
L’analisi ha stimato anche gli impatti su una Lombardia ipoteticamente “zona arancione”: in questo caso le disposizioni del Dpcm interesserebbero 296.326 addetti, ovvero il 6,3% del totale nell’economia privata. Nell’ipotesi “zona gialla” sarebbero invece 55.165 addetti interessati, ovvero l’1,2% del totale. In questo terzo caso l’impatto sarebbe soprattutto sui lavoratori dello sport e dello spettacolo, con una percentuale pari all’89,1% degli addetti operanti nel settore.
Un miglioramento della situazione sanitaria, tale da riportare la Lombardia nei parametri della zona arancione, permetterebbe a 176.996 addetti di proseguire la propria attività lavorativa. Ulteriori 241.161 addetti riprenderebbero la loro attività in caso di passaggio da zona arancione a zona gialla.

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