Manovre iniziate...

Camera di Commercio: Galimberti punta al bis

A Lecco i pentiti del matrimonio camerale sono sempre di più: l’ente è eccessivamente comocentrico

Camera di Commercio: Galimberti punta al bis
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Il comasco Marco Galimberti farà il bis o ai vertici della Camera di Commercio arriverà un lecchese, come era stato deciso nel marzo 2019 proprio in occasione della nomina dell’imprenditore artigiano a presidente dell’ente di via Giuseppe Parini? Il “patto” siglato quattro anni fa in occasione della fusione tra Como e Lecco era solo un gentlemen agreement e l’ipotesi che venga rispetto non sembra per nulla certa. Anzi…

Camera di Commercio: Galimberti punta al bis

Intanto sono iniziate le grandi manovre in vista del rinnovo camerale, che presumibilmente avverrà a marzo, prima dell’approvazione del bilancio 2022. Il presidente Galimberti, particolarmente attivo e desideroso di fare il bis, è stato protagonista di due scelte che non hanno convinto tutti. Tre mesi fa la Giunta ha riconfermato a una società varesina l’incarico di curare l’immagine dell’ente che spesso coincide con la sua. Un lavoro che, forse, poteva anche essere svolto da una società comasca o lecchese… Poi il Consiglio camerale a fine luglio – con fare quasi furtivo - ha approvato i compensi di Presidente, Giunta e consiglieri.

Nulla di illegale, per carità, però tempi e modi non sono apparsi particolarmente felici… Intanto ha iniziato a incontrare le associazioni di categoria e professionali. Al di là delle organizzazioni forti (Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Api, Ance…) bisogna valutare se aprire a qualche altra rappresentanza come era stato fatto quattro anni fa con il Terzo settore.

Tenendo presente, però, che il Consiglio camerale scenderà da 33 a 25 membri (3 di questi dovranno essere espressione di Sindacato, Libere professioni e Consumatori) mentre la Giunta sarà composta da 7 componenti, oltre al presidente. Nel frattempo le varie associazioni dovranno comunicare i numeri dei propri iscritti affinchè vengano stabiliti i diversi pesi elettorali. Nel 2019 i “grandi elettori” erano stati i seguenti: Confindustria 7, Artigianato 6, Commercio e Servizi alle imprese 5, Turismo 2, Agricoltura, Cooperative, Credito e assicurazioni, Trasporti, Sindacati, Consumatori, Libere professioni e altri settori 1.

Confcommercio aveva rivendicato la presidenza per Fabio Dadati

Una volta definiti i pesi si potranno valutare eventuali apparentamenti. Prima della pausa estiva si era tenuta una riunione tra i direttori delle associazioni lecchesi dove Confindustria aveva formalizzato l’apparentamento con Como ma senza indicare il candidato, Confcommercio aveva rivendicato la presidenza per Fabio Dadati, come aveva già annunciato il presidente Antonio Peccati un anno fa, mentre Confartigianato aveva tenuto una posizione attendista. L’incontro è stato aggiornato a giovedì scorso dove si è parlato soprattutto dell’ipotesi di fare fronte comune per puntare su un presidente lecchese, ma il summit si è concluso con un nulla di fatto. Insomma nessuno vuole scoprire tutte le sue tattiche (apparentamenti) e carte (candidati).

 

Fabio Dadati

Al momento la posizione più forte appare quella di Confindustria Como e Lecco che in questi primi quattro anni ha espresso il vice presidente Lorenzo Riva.

L’ex timoniere di Confindustria Lecco e Ceo di Elettro Adda di Beverate di Brivio però deve superare due ostacoli: il fatto di essere lecchese e soprattutto la candidatura nel Terzo polo alle ultime elezioni regionali. Se Como cederà il passo a Lecco – le due associazioni sono tornate ad accarezzare l’ipotesi di una fusione – la presidenza potrebbe toccare a Plinio Agostoni, attuale “numero uno” di via Caprera nonché vice presidente della Icam di Orsenigo, ma per centrare l’obiettivo è evidente che l’apparentamento dovrà essere allargato anche ad altre associazioni. Siamo solo alle schermaglie iniziali e soprattutto occorre capire cosa faranno Confcommercio e Confartigianato, senza dimenticare le altre componenti minori, indispensabili ai fini elettorali.

Lorenzo Riva

Camera di Commercio: il tema della presidenza lecchese

Il tema della presidenza lecchese, però, è molto sentito. E non solo nelle stanze delle associazioni di rappresentanza che contano. I pentiti del matrimonio tra Como e Lecco sono in deciso aumento. Innanzitutto perché le scelte che vengono prese in via Parini sono prevalentemente comasche e poi perché la nuova, moderna (e pure lussuosa) sede di via Tonale a Lecco è ridotta a un modesto sportello. L’aver lasciato la Cciaa nelle mani del segretario comasco Giuliano Caramella (tutti i dirigenti sono comaschi) e aver liquidato senza troppi complimenti la dottoressa Rossella Pulsoni ha coinciso con il progressivo decadimento di Lecco come centro propositivo e decisionale. Il fatto che la Cciaa sia eccessivamente comocentrica non piace anche alle istituzioni politiche.

Ma non è tutto. La Camera di commercio controlla pure una serie di società – e quindi di poltrone – importanti. In prima fila c’è Villa Erba a Cernobbio (il CdA è appena stato da poco rinnovato e a guidarlo c’è l’imprenditore comasco Claudio Taiana), ComoNext (il presidente è il professor Enrico Lironi, comasco tanto per cambiare), Associazione Villa Grumello a Como (presidente sempre Lironi) e Lariofiere (unico ente guidato da un lecchese: Fabio Dadati).

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