I dati

Ancora oltre 1800 lecchesi in cassa integrazione

Forte preoccupazione per le conseguenze della guerra e dell'aumento dei prezzi

Ancora oltre 1800 lecchesi in cassa integrazione
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Il 2° rapporto UIL del Lario, sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco rileva che nel mese di febbraio 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno 2021 mostra sono diminuite le ore  cassa integrazione nelle due province lariane mentre il confronto tra le ore di cassa di febbraio con gennaio 2022 fa registrare un aumento della richiesta in provincia di Como e una diminuzione a Lecco.

Ancora 1800 lecchesi in cassa integrazione

Netto il calo rispetto allo scorso anno, con una diminuzione circa del 50%  su entrambe le sponde del Lario. Guardando la richiesta di cassa integrazione nei due distretti principali delle due Province nel periodo gennaio-febbraio 2022 e confrontato con lo stesso periodo dell’anno passato si evidenzia una crescita nel settore tessile e una diminuzione nel settore metalmeccanico in entrambe le Province. Diminuisce in tutti i settori produttivi ed in entrambe le province, nel periodo gennaio-febbraio 2022 rispetto a gennaio-febbraio 2021, la richiesta della cassa integrazione totale. 1.840 i lavoratori in cassa a Lecco a  gennaio di quest'anno (12 mesi prima erano1.811 in più) mentre a Como sono 4.788.

Forte preoccupazione per le conseguenze della guerra e dell'aumento dei prezzi

"Torna la preoccupazione per una situazione di difficoltà del settore tessile in entrambe le Province, che motiva l’istanza che il sindacato sta portando sui tavoli del Ministero del Lavoro di una cassa integrazione di emergenza -  sottolinea Salvatore Monteduro, Segretario Generale CST UIL del Lario  - Dobbiamo, inoltre, tenere conto che mancano i dati relativi alle prestazioni dei fondi di solidarietà bilaterali e del fondo d’integrazione salariale, pertanto diventa difficile comprendere quanto la situazione economica negli altri settori produttivi, ad esempio il commercio ed artigianato, sia complicata. Ciò anche  anche in considerazione delle ripercussioni derivanti dall’incremento dei prezzi per il costo dell’energia e la difficoltà di reperire le materie prime da parte delle aziende. Infine, riteniamo che sarebbe opportuno, prevedere una fase transitoria tra il vecchio ed il nuovo sistema di ammortizzatori sociali, prevedendo una cassa integrazione di emergenza per coprire la fase di crisi economica derivante dal conflitto in atto tra Russia e Ucraina, dando un lasso di tempo congruo alla nuova riforma degli ammortizzatori sociali, fatta di nuove regole e procedure, di entrare a regime. Resta quindi una preoccupazione sulla situazione economica in essere e per gli effetti occupazionali".

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