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A 24 anni apre un’agenzia immobiliare in pieno Covid

«L’obbligo di stare a casa ha dato nuovo sprint al settore»

A 24 anni apre un’agenzia immobiliare in pieno Covid
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Si chiama Marco Molteni, ha 24 anni e una grinta davvero invidiabile. Le strade in salita non gli fanno paura perché, da ex ciclista professionista, è abituato ai percorsi irti che rappresentano anzi una sfida.
Ed è così che a febbraio dello scorso anno, in pieno lockdown da Covid-19, ha aperto la sua agenzia immobiliare, la «Mo.Ma.», in via Roma 105. Una scelta in controtendenza con un mercato che nel 2020 ha subito un pesante contraccolpo.
Molteni è residente a Oggiono ma ha deciso di investire sul suo progetto nel capoluogo.

A 24 anni apre un’agenzia immobiliare in pieno Covid

«Dall’età di 12 anni fino all’età di 22 anni - racconta con orgoglio - ho corso in bicicletta e gli ultimi due anni ho gareggiato da professionista per una squadra, la Continental, che nel ciclismo potrebbe essere equiparata alla serie C del calcio. Ho affrontato gare ad alto livello, come la Coppa Agostoni, la Bernocchi o la Tre Valli. Tutto questo continuando a studiare all’Istituto Tecnico per Geometri e poi iniziando a lavorare, nel pomeriggio dopo gli allenamenti, nello studio tecnico Ghislanzoni di Oggiono, che si interfaccia molto con le agenzie immobiliari».Affascinato fin dall’inizio dal mondo degli agenti immobiliari, il 24enne ha cominciato a imparare il più possibile con la prospettiva, un giorno, di aprire un’attività tutta sua.
«L’anno successivo ho iniziato a lavorare in un’agenzia immobiliare di Veduggio, poi sono passato allo Studio Villa di Oggiono, dal quale ho imparato tantissimo».

Appesa al chiodo la bicicletta, il giovane ha stabilito di dedicarsi anima e corpo al lavoro di immobiliarista.

«A febbraio dello scorso anno ho deciso di fare questa pazzia. In realtà in quel momento tutti dicevano ancora che il Covid era una semplice influenza e Nicola Zingaretti si faceva fotografare mentre prendeva l’aperitivo sui Navigli. Solo che poi fino a giugno sono rimasto bloccato».

E cosa hai fatto durante il lockdown?

«Avevo già affittato i locali in via Roma, che avevano bisogno di un corposo restyling. Visto che gli operai dell’impresa avevano paura di contrarre il virus, quindi avevano preferito evitare i contatti, e io avevo molto tempo libero... mi sono rimboccato le maniche e ho fatto parecchi lavori: carta da parati, cornici, imbiancatura, zoccolino...».

Quindi l’agenzia ha aperto. In quanti siete?

«Oltre a me, l’impiegata Beatrice Orsanigo e Davide Salvucci, che si occupa di tutto ciò che concerne la comunicazione».

Non hai mai avuto esitazioni o ripensamenti sulla scelta effettuata?

«Assolutamente no, anche se per un periodo sono stato piuttosto combattuto, nel momento in cui ho scelto di aprire avevo tutti contro: è stata una scelta in controtendenza perché tutti chiudevano. Io ho deciso di andare avanti, fa parte del mio carattere. Sono un testardo e poi ero convinto di quello che stavo facendo. Certo ad oggi, che il virus non è ancora stato debellato, mi sono reso conto che per fare tutto questo c’è voluto anche un po’ più di un pizzico di follia. Credo di essere stato temprato molto dal mondo dello sport: correre in bici era una sfida quotidiana e anche oggi lo è nel mondo del lavoro, pedalo più adesso di prima, sapendo che non posso perdere».

Ma la pandemia non ha pesantemente colpito il mercato immobiliare?

«In realtà c’è abbastanza fermento, perché tutto quello che è successo con il Coronavirus ha spostato un po’ l’attenzione sulla scelta dell’immobile e ha cambiato anche le esigenze. L’obbligo di restare a casa ha risvegliato il valore dello spazio in cui si abita e ha dato nuovo sprint al settore nel secondo semestre dell’anno. Uno slancio che ha permesso di recuperare in parte la contrazione delle vendite ma anche nella costruzione subita nel lockdown».

A cosa è dovuto questo nuovo slancio?

«In tanti si sono resi conto del fatto che l’abitazione in cui vivono non va bene: vuoi perché si lavora da casa, c’è l’esigenza di avere una stanza in più per il figlio che fa didattica a distanza oppure visto che si può uscire poco si è riscoperta l’esigenza di avere degli spazi esterni come il terrazzo o il giardino. Si è anche un po’ riattivato il mercato delle ville. E c’è pure più interesse nei confronti degli immobili da ristrutturare, grazie al Decreto Rilancio con i nuovi incentivi fiscali. Chi aveva mezzo milione da spendere prima acquistava un appartamento e il resto lo spendeva in altro modo. Oggi invece c’è più attenzione al luogo dove si va a vivere. E quindi c’è parecchio movimento».

In cosa è diversa la tua agenzia?

«Innanzitutto abbiamo impostato la cosa in un format particolare: è un’agenzia immobiliare senza vetrina. Una cosa innovativa e visto che la prima start up è andata bene a breve partiremo anche con la seconda».

Di cosa si tratta?

«Per ora posso dire poco, perché stiamo lavorando ad un progetto che si occupi di comunicazione. Ci siamo resi conto che il mercato delle piccole e medie imprese di questo territorio, soprattutto in questo periodo di Covid, necessita di attività strutturate in grado di dare un servizio di un certo livello. Davide, che già si occupa di comunicazione per me, ha avviato una start up di Milano. Lui è veramente sul pezzo. E in questo settore non conta solo la competenza nella singola materia, ma l’approccio a determinate attività».

Insomma, grandi progetti per il futuro...

«Per dirla come la direbbe un ciclista, per ora sono alla salita del Mortirolo, sarà in salita, ma mi aspetto di arrivare in cima».

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