Lecco

"Una casa di ferro e di vento", la famiglia Badoni rivive in un affresco corale nel romanzo di Bonini e Valsecchi

 «Lavorare in due è stato un po’ come nelle coppie: è necessario saper fare un passo indietro nel momento topico. Se siamo stati bravi non si capirà chi ha scritto cosa»

"Una casa di ferro e di vento", la famiglia Badoni rivive in un affresco corale nel romanzo di Bonini e Valsecchi
Pubblicato:
Aggiornato:

La «Cattedrale del lavoro», quella che fu una volta la mensa della fabbrica e che oggi è uno dei più suggestivi poli culturali lecchesi. Non poteva che essere l’Officina Badoni a ospitare la prima presentazione di «Una casa di ferro e di vento» (Editrice Nord)  il romanzo scritto dai giornalisti lecchesi Lorenzo Bonini e Paolo Valsecchi (già autori insieme a Stefano Scaccabarozzi di  «Io sono nessuno» dedicato alla storia di Piero Nava, testimone dell'uccisione del magistrato Rosario Livatino) incentrato sulla storia, anzi sulle tante intricate, dolorose, emozionanti, vive, storie della famiglia Badoni.

"Una casa di ferro e di vento", la famiglia Badoni rivive in un affresco corale nel romanzo di Bonini e Valsecchi

Verrebbe da pensare che hanno scelto di «giocare in casa» per questa prima vetrina assoluta del romanzo i due autori. In realtà, è parso evidente, non è stato il desiderio di esordire in una  «comfort zone». Quello di Valsecchi e Bonini  è stato un grande regalo a Lecco. Una città che ieri giovedì, 26 settembre 2024,  ha colto a pieno l’opportunità di ascoltare dalla voce (emozionata) dei due scrittori,  sollecitati  dalla giornalista e social media manager Rosa Valsecchi, le vibrazioni che il romanzo trasmette e il percorso umano e professionale che ha portato alla sua stesura. Non a caso la serata, inserita nella rassegna Leggermente  organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco, è andata sold out nel giro di un battito di ciglia. Gremito il salone neogotico riportato allo splendore dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese.

Ed è stata la presidente Maria Grazia Nasazzi a citare subito una donna che ha avuto un ruolo fondamentale nel libro e nella sua realizzazione, Marta Badoni, ultimogenita dei dodici figli dell’industriale Giuseppe Riccardo Badoni  e della seconda moglie Emilia Gattini, scomparsa lo scorso maggio a 85 anni.

Il romanzo è dedicato a lei e senza di lei, senza i suoi racconti, senza «quelle gocce di memoria e interpretazione frutto anche della sua professione di psicanalista, senza i suoi tratteggi, senza le sue immagini evocate ed evocative, a volte più romanzesche del romanzo» hanno detto gli autori,  «Una casa di ferro e di vento» oggi non sarebbe  in tutte le librerie.

«Ogni volta che parli della tua famiglia non capisco se sei serio o stai inventando»: questa frase, pronunciata da uno dei personaggi del romanzo, interpreta bene una storia  che ha, a tratti, dell’incredibile. «La Badoni ha fatto la storia di Lecco, ha portato il nome e l’eccellenza di Lecco nel mondo, ha costruito il ponte sul Bosforo, ha fatto scuola nel campo dell’ingegneria, ma noi non abbiamo voluto raccontare la storia  dell’azienda, bensì di un famiglia - hanno detto detto Bonini e Valsecchi -  la storia di un patriarca  che trattava i dipendenti come figli e i figli come dipendenti, la storia di 11 figlie, diverse e speciali, uniche e appassionate, e di un figlio, Antonio,  deputato a tramandare il nome, morto in guerra. La storia di grandi aspettative inevase, di responsabilità, di dolori strazianti, di lutti, di allontanamenti e ritorni,  ma anche di grandi amori e di gioie. Il lettore avrà la possibilità di conoscere i personaggi nella loro intimità, di seguirli come se avessero una telecamera sulle spalle, in un affresco corale  che ha al centro, un protagonista, un patriarca che invece abbiamo scelto  di raccontare con gli occhi degli altri». E con uno stratagemma, quello del diario segreto dell’imprenditore, che è stato davvero ritrovato in modo rocambolesco da Marta Badoni. Il tassello di un mosaico, che fa incastrare le pedine, le vite, i ricordi, i sogni.

Ma accanto agli uomini e le donne, spina dorsale dell’intreccio narrativo, «Una casa di ferro e di vento» ha anche altri due grandi protagonisti:  Villa Badoni e la fabbrica, due luoghi che si interfacciano, si intersecano, si completano, che non sono sfondo ma anima, sudore e sangue, passato, presente e futuro della famiglia.

Una famiglia raccontata a quattro mani.  «Lavorare in due è stato un po’ come nelle coppie: è necessario saper fare un passo indietro nel momento topico. Se siamo stati bravi non si capirà chi ha scritto cosa». Quel che è certo è che, per il lettore, nel romanzo,  le sensibilità singole degli autori si completano, si enfatizzano vicendevolmente regalando, come le lenti degli occhiali che vivono della potenza l’una dell’altra, una visione unica e chiara.

Seguici sui nostri canali