Suor Carla Zagato racconta 50 anni di missione in Brasile FOTO

«Un missionario porta speranza e coraggio a tante persone. E’ anche pronto a combattere: la sua fatica più grande è spesso quella di lottare per difendere i diritti dei poveri della zona».

Suor Carla Zagato racconta 50 anni di missione in Brasile FOTO

Ha il sorriso contagioso suor Carla Zagato che venerdì 11 ottobre, nella chiesa parrocchiale di Pagnano, ha raccontato i suoi cinquant’anni di missione in Brasile.

Dal 1961 suor Carla è una consacrata saveriana

Nativa di Merate, classe 1939, è entrata a 22 anni nella Congregazione delle Missionarie Saveriane approdando a Parma all’Istituto Missionarie di Maria. «Nel 1961 ero davvero molto giovane e mi guardavo intorno cercando di valutare le possibilità dell’epoca per fare un’esperienza intensa di fede – ha raccontato – ho così trascorso una settimana tra le Saveriane di Parma. Mi sono sentita subito a casa. E’ impossibile capire questo sentimento se non lo hai mai provato: in quei giorni ho capito quale fosse la mia strada. La cosa che più mi aveva colpito della Congregazione – ha confidato – era l’assenza di un abito specifico così da risultare uguali, e forse più vicini, alla gente comune».

La prima volta in Brasile

Nel 1969, esattamente cinquant’anni fa, suor Carla ha raggiunto per la prima volta il Brasile carica di speranza e di entusiasmo: la sua missione negli anni si è snodata tra le città di Londrina, Santa Mariana, nelle periferie di San Paolo e a Jaguapitã. «Quando vai in missione è più ciò che ricevi rispetto a ciò che dai. E’ vero, a volte si fa molta fatica e si corrono grossi rischi – ha ammesso – ma il Signore attraverso la gente che incontriamo ci riempie la vita. Il bilancio è sempre positivo sopratutto in termini di relazioni, amicizie e  crescita personale».

Tante foto ma un unico amore per i poveri

Durante la serata suor Carla ha mostrato diverse fotografie scelte fra quelle scattate in cinque decenni di esperienza missionaria. «Ogni foto potrebbe essere spiegata per ore e ore. In Brasile si parla la stessa lingua ma ci sono infinite culture e molte tradizioni diverse – ha continuato – Ecco che, seguendo l’insegnamento del Vangelo, un buon missionario deve uscire per incontrare l’altro, il diverso e, mettendosi accanto a lui e ai fratelli, creare legami, coinvolgere e accompagnare chi è in difficoltà».

 

Ancora troppo sfruttamento

La missionaria ha sempre avuto una sensibilità speciale per la povertà del Brasile. «Dopo cinquant’anni la situazione non è cambiata – ha specificato – Noi missionari abbiamo lottato contro le autorità. Ora c’è più lavoro, ma anche più sfruttamento e sempre più ingiustizie. Però non mancano i momenti belli: penso ai battesimi o alle feste religiose dei vari paesi che ti scaldano il cuore».

Non avere paura del diverso: sii suo amico!

Infine, con chiaro riferimento all’attualità, suor Carla ha parlato di uguaglianza. «Oggi in Italia si vivono tanti pregiudizi che fanno male. Dio, al contrario, predica pace, giustizia e fratellanza. Non bisogna mai escludere nessuno. Nessuno deve essere lasciato da solo anche se la pensa diversamente da noi o se ha la pelle scura: c’è bisogno di ritrovare il fervore cristiano delle origini, di andare oltre questo clima di diffidenza che si è creato e che non giova a nessuno».

Un pranzo per festeggiare e salutare suor Carla

Suor Carla, che lo scorso 1° ottobre a Roma ha incontrato papa Francesco, dopo due mesi trascorsi in Italia rientrerà in Brasile a metà novembre. Per festeggiare il suo anniversario e per salutarla domenica 3 novembre, alle 12.30 all’oratorio di Merate, è stato organizzato un pranzo aperto a tutti gli amici. Le iscrizioni si raccolgono in segreteria parrocchiale e al bar dell’oratorio tra sabato 26 e domenica 27 ottobre. «Venite a festeggiare con me cinquant’anni di Brasile – ha concluso suor Carla – è un’occasione unica perché sicuramente non ne trascorrerò altri 50 laggiù!».