Pensare all'evoluzione: stasera appuntamento da non perdere a Lecco con Andrea Parravicini
Dopo il successo della serata inaugurale con il filosofo Carlo Sini prosegue questa sera la rassegna promossa da Frammenti di Filosofia e Mechrì con la media partnership de Il Giornale di Lecco.
Dopo il successo della serata inaugurale con il filosofo Carlo Sini prosegue questa sera, mercoledì 10 aprile 2019, "Pensare l'evoluzione" il ciclo di incontri filosofici organizzato da Frammenti di Filosofia e Mechrì con la media partnership de Il Giornale di Lecco. Protagonista dell'appuntamento che avrà luogo dalle 20.45 nella sala conferenze di Confindustria Lecco Sondrio in via Caprera a Lecco sarà il filosofo della biologia Andrea Parravicini. L'evento è a ingresso libero.
Pensare all'evoluzione
Veniamo tutti da una grande narrazione che vede nell’uomo il punto d’arrivo dell’evoluzione della vita sulla Terra. La paleoantropologia, in alcune sue teorizzazioni, ha delineato una certa linearità del percorso della vita sulla Terra fino a Homo sapiens. Ma è proprio così? Che cosa ci dicono la biologia e la paleoantropologia contemporanee in tal senso? Di questo parlerà Andrea Parravicini che è ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano.
Sulle tracce di Homo sapiens e dei suoi antenati: le ultime scoperte sull'evoluzione umana
Si dimentichi la progressione di ominidi più o meno eretti - dagli antenati scimmieschi fino a Homo sapiens - che campeggia su magliette, gadget e immagini in internet. L'essere umano non si è evoluto linearmente, ma secondo una storia filogenetica simile a un intricato "cespuglio", di cui la nostra specie è solo un "ramoscello" molto recente. Circa due milioni di anni fa, lasciando la sua culla africana con una serie di ondate migratorie, il genere Homo si è diffuso in Europa e Asia, dando origine a diverse specie umane (l'uomo di Neanderthal e di Denisova, Holo erectus e gli "hobbit" di Flores), che hanno convissuto fin quasi alle soglie della storia. Questa gran varietà di specie "diversamente umane" confuta oggi molti inveterati pregiudizi antropocentrici ed eurocentrici e impone di riformulare radicalmente la nostra idea di "evoluzione umana".