Lecco

Nel segno di San Carlo Borromeo: Arte e spiritualità nella basilica di San Nicolò a Lecco

Dal restauro alla contemplazione: la tela seicentesca di Gerolamo Cotica torna a raccontare la devozione di San Carlo Borromeo nella basilica di San Nicolò

Nel segno di San Carlo Borromeo: Arte e spiritualità nella basilica di San Nicolò a Lecco

In occasione della solennità liturgica di San Carlo Borromeo, la comunità pastorale Madonna del Rosario di Lecco presenta un evento culturale e spirituale di grande rilievo: “Nel segno di San Carlo Borromeo. Arte e spiritualità nell’Adorazione di Cristo morto della basilica di San Nicolò”.

Nel segno di San Carlo Borromeo: Arte e spiritualità nella basilica di San Nicolò a Lecco

Dal 4 al 23 novembre 2025, nella cappella di San Carlo della basilica, sarà esposta l’opera “San Carlo in adorazione di Cristo morto”, olio su tela di grandi dimensioni (220×165 cm) risalente ai primi anni del XVII secolo. L’opera è stata recentemente restaurata dalla ditta Luzzana di Civate sotto la direzione della Soprintendenza, nella persona di Ilaria Bruno, restituendo alla comunità pastorale uno dei suoi gioielli artistici più significativi.

L’iniziativa si inserisce nella lunga tradizione meneghina di esporre, nei mesi di novembre e dicembre, i quadroni raffiguranti la vita e i miracoli di San Carlo: 28 teleri dedicati agli episodi principali e 26 dipinti di minori dimensioni, un patrimonio che racconta la devozione secolare per il santo arcivescovo milanese.

Per celebrare il restauro e permettere ai visitatori di apprezzarne i dettagli, sabato 8 novembre alle ore 17:45 la basilica ospiterà un momento speciale di presentazione. Interverranno mons. Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, e Giacomo Luzzana, maestro restauratore di arte sacra. L’evento è reso possibile grazie al generoso contributo di un benefattore della parrocchia.

La tela raffigura San Carlo Borromeo inginocchiato davanti a Cristo morto, un soggetto molto diffuso nel primo Seicento, spesso rappresentato in atteggiamenti penitenziali come preghiera e digiuno. In questo caso, l’opera richiama un episodio concreto della vita del santo: nelle ultime settimane prima della sua morte, San Carlo si recava di notte nella Cappella del Sepolcro del Sacro Monte di Varallo per pregare davanti alla scultura del Cristo morto, momento di profonda contemplazione e devozione che segnò la sua vita spirituale.

L’opera, realizzata intorno al 1615, testimonia la precoce diffusione del culto per San Carlo a Lecco, pochi anni dopo la canonizzazione del santo (1610). È attribuita a Gerolamo Cotica da Premana (1580-1628), frate francescano e pittore lombardo di grande talento, attivo soprattutto per i conventi dell’ordine tra Varallo, Milano, Lecco e altre località lombarde. Cotica, noto per la sua profonda spiritualità, morì nel convento delle Grazie di Codogno nel 1628 in odore di santità.

Questa iniziativa rappresenta dunque non solo un momento di valorizzazione del patrimonio artistico della comunità pastorale, ma anche un’occasione per riflettere sul legame tra arte e spiritualità, raccontando attraverso il pennello la devozione per uno dei santi più venerati della Lombardia.