ventesimo racconto

Le Stelle Sul Soffitto, simboli e risvegli

Il calendario digitale, giorno dopo giorno, sta esaurendo le sue caselline, ma non si esaurisce certo il progetto che ne è all’origine.

Le Stelle Sul Soffitto, simboli e risvegli

Ci avviciniamo alla conclusione del calendario digitale Le Stelle sul Soffitto e oggi, 20 dicembre 2025, ci avventuriamo in un percorso di risveglio interiore e spirituale.
Il racconto di oggi intreccia memoria infantile, visioni, simbolismo sciamanico e una profonda relazione con la morte. Il ventesimo racconto non va letto in senso realistico, ma simbolico e iniziatico.

E se il calendario digitale, giorno dopo giorno, sta esaurendo le sue caselline, non si esaurisce certo il progetto che ne è all’origine.
A partire dalla primavera 2026, le storie prenderanno nuova forma in una versione cartacea illustrata.

Le risorse raccolte sosterranno Gaza Chiama, Lecco Risponde, un progetto che offre istruzione e dignità ai bambini e alle bambine della Striscia di Gaza. In particolare, i fondi saranno destinati alla tenda-scuola di Nuseirat: un luogo che, grazie all’ingegnere Mohammed Nassar, con coraggio e risorse minime, ha trasformato un angolo del cuore della Striscia in una casa di apprendimento per circa 200 bambini

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Le Stelle Sul Soffitto, simboli e risvegli

Magali

di Ancilla Oggioni

Non sapeva dire quando li aveva visti per la prima volta.

Ricordava solo un tenue e malinconico richiamo: “Magalì… Ma-ga-lì…”

Era irresistibile, dolce e oscuro, lo sentiva provenire dalle profondità di un angolo della stanza, quella enorme stanza, o almeno così le sembrava allora, lei piccola, la più piccola; quella grande stanza con alte finestre e tanti letti in fila, letti d’infanzia e di sorelle.

Poi cominciò a vedere qualcosa, quando tutte ormai dormivano profondamente. Nei primi sonni il solito richiamo: “Magalì…”, deciso ma soave; apriva gli occhi nel buio intenso dell’alto soffitto e lì, davanti a lei, le sembrava di vedere un viso. Un uomo indiano, indiano d’America, capelli neri corvini, occhi lucenti, una mezza codina che ricadeva lungo l’orecchio destro, un ciondolo d’ambra sul collo taurino. Non le faceva paura, i suoi occhi erano dolci, ogni notte le parlava, e le sue parole cullavano le palpebre di Magalì fino al sonno profondo. Al risveglio ricordava solo quel viso amico, ma nessuna parola. CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE