quindicesimo racconto

Le Stelle Sul Soffitto: Sara Rattaro illumina la quindicesima casellina del calendario digitale

Preordina una copia del libro illustrato "Le stelle sul soffitto", ritiro a mano presso La libreria Volante di Lecco. Se vuoi fare un regalo, puoi scaricare da sito o ritirare a mano sempre presso la Libreria Volante di Lecco, la cartolina esplicativa del progetto e del suo funzionamento!

Le Stelle Sul Soffitto: Sara Rattaro illumina la quindicesima casellina del calendario digitale

La solitudine, l’insicurezza e il senso di smarrimento si trasformano in crescita personale, resilienza e speranza, mostrando che con coraggio, amicizia e impegno è possibile superare le difficoltà, sentirsi parte di qualcosa e trovare la propria “luce” anche nei momenti più bui. Questo messaggio emerge nel racconto di Sara Rattaro, disponibile aprendo la quindicesima casellina del calendario digitale Le Stelle Sul Soffitto.

Sara Rattaro, nata a Genova nel 1975, è una scrittrice italiana contemporanea. Dopo gli studi in Biologia e Comunicazione, ha lavorato come informatrice farmaceutica prima di dedicarsi completamente alla scrittura. Nei suoi romanzi affronta temi come la vita delle donne, le relazioni familiari e la maternità. Autrice di bestseller tradotti in diverse lingue, ha ricevuto premi come il Premio Città di Rieti e il Premio Rapallo Carige.

Anche lei ha prestato la sua penna al progetto, oggi disponibile online, che in primavera diventerà un meraviglioso libro illustrato. Le donazioni sosterranno il progetto “Gaza Chiama, Lecco Risponde”, offrendo aiuto e nuove opportunità a chi ne ha più bisogno: nella tenda-scuola di Nuseirat, l’ingegnere Mohammed Nassar accoglie e istruisce circa 200 bambini, seminando piccoli germogli di un futuro possibile. Per scoprire di più e contribuire al progetto clicca qui.

Le Stelle Sul Soffitto: Sara Rattaro illumina la quindicesima casellina del calendario digitale

Il Faro abbandonato

di Sara Rattaro

Non pensavo che sarebbe stato così difficile. Guardavo fuori dal finestrino dell’auto mentre le strade della mia città scorrevano via, sempre più lontane, e sentivo un nodo in gola che non voleva andarsene. Ogni angolo, ogni palazzo, ogni semaforo mi sembrava familiare, come se facesse parte di me. E ora lo stavo lasciando indietro, per sempre.

Mamma cercava di farmi coraggio, diceva che il paese sarebbe stato un “nuovo inizio”, che avrei trovato nuovi amici e nuove avventure. Ma io non volevo un nuovo inizio. Io volevo la mia vecchia vita, i miei amici, il mio campetto da basket sotto casa, il rumore del traffico che mi faceva compagnia anche di notte. Persino il bar del signor Carlo, dove ogni mattina prendevo la brioche prima di scuola, mi mancava già.

Quando arrivammo, il silenzio mi colpì come uno schiaffo. Niente macchine, niente gente che correva da tutte le parti. Solo qualche uccellino e il vento tra gli alberi. La casa, più grande di quella di prima, sembrava però vuota, troppo silenziosa. Aiutai mamma e papà a scaricare le scatole, ma ogni oggetto che tiravo fuori mi ricordava qualcosa che avevo perso. CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO QUI