VENTIDUESIMO RACCONTO

Le Stelle sul Soffitto: dare voce alle vite che il mondo non vuole vedere

Continua il viaggio nel progetto artistico che trasforma dolore in consapevolezza e sostegno concreto per i bambini di Nuseirat.

Le Stelle sul Soffitto: dare voce alle vite che il mondo non vuole vedere

Le vite umane vengono troppo spesso trattate con una leggerezza imperdonabile, mentre il dolore autentico pesa solo su chi è costretto a viverlo. È fondamentale, per tutti noi, sentire il peso della verità, delle scelte e delle responsabilità, restituendo dignità alle vite dimenticate.

È una storia forte quella che leggiamo oggi nella 22ª casellina delle  Le stelle sul soffitto. Una storia che ci invita a non voltare lo sguardo dall’altra parte. È ciò che gli autori coinvolti in questo progetto hanno scelto di non fare, scendendo in campo con un’iniziativa che, attraverso l’arte, vuole scuotere le coscienze e offrire un sostegno concreto a chi non merita di essere abbandonato a un destino ingiusto.

Tutti i fondi raccolti con questo progetto — che in primavera si trasformerà in un libro illustrato — sosterranno “Gaza Chiama, Lecco Risponde”, portando sollievo e nuove possibilità là dove ce n’è più bisogno: nella tenda-scuola di Nuseirat, dove l’ingegnere Mohammed Nassar, con un impegno straordinario, offre istruzione e accoglienza a circa 200 bambini, piccoli germogli di un futuro possibile.

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Le Stelle sul Soffitto: dare voce alle vite che il mondo non vuole vedere

Profezia per il nuovo anno

di Virginia Braga

Quell’anno, l’epiteto che più spesso Cassandra si sentiva rivolgere era “pesante animo”.

In effetti la sua coscienza si faceva ogni giorno più densa, accumulava pesi sempre più ingombranti, più angoscianti. Sarà che ci si appesantisce caricando anche i bagagli di persone, istituzioni, stati che preferiscono viaggiare leggeri.

O forse perfino la leggerezza, che scorgeva in quel luogo, era resa insostenibile da una forza di gravità straordinaria. Una gravità anomala.

Quell’anno leggero era il fumo, che avvolgeva i quartieri dopo le esplosioni.

Leggeri i volantini, che cadevano dal cielo come una neve macabra.

Leggerissimo era il tocco dell’indice sull’apposito comando, mentre faceva franare tonnellate di vite in una manciata di secondi.

Più leggeri i corpi mutilati. Derubati di loro stessi, dimezzati e umiliati.

Sempre più leggere le voci di chi chiamava da sotto le rovine, mentre sopra si scavava febbrilmente a mani nude. CONTINUA A LEGGERE QUI