QUATTORDICESIMO RACCONTO

Le Stelle sul Soffitto ci parlano di accoglienza, ascolto e coraggio

Semi di speranza per i bambini di Nuseirat

Le Stelle sul Soffitto ci parlano di accoglienza, ascolto e coraggio

Se le Stelle sul Soffitto stanno risplendendo giorno dopo giorno è innanzitutto grazie a lui. Grazie a una visione che non si è fermata alla superficie, ma ha scelto di guardare più in alto e più a fondo.

Oggi possiamo leggere il racconto di Stefano Fumagalli, musicista, produttore e creativo lecchese, nonché presidente dell’associazione Costellazione. Un uomo abituato a lavorare con i suoni, ma che in questa occasione sceglie le parole per costruire qualcosa di altrettanto potente: una fiaba. È una fiaba che parla ai bambini, sì, ma soprattutto agli adulti. Parla di accoglienza, di ascolto vero, di rispetto per chi porta nel cuore una storia più dura della nostra. Di chi arriva da lontano con le piume arruffate, con un nome che suona strano, con abilità nate non dal gioco ma dalla necessità. Di chi non chiede spiegazioni, ma spazio. Non applausi, ma tempo.

Nel racconto di Fumagalli, la diversità non è mai un difetto da correggere. È una risorsa che emerge piano, quando qualcuno si ferma a guardare. Oggi, domenica 14 dicembre 2025, apriamo insieme la quattordicesima casella del nostro calendario digitale e ci uniamo a un progetto speciale che presto prenderà vita sotto forma di libro illustrato. 
Questa iniziativa vuole portare luce e sostegno a chi ne ha più bisogno: ogni donazione aiuterà “Gaza Chiama, Lecco Risponde” a regalare speranza nella tenda-scuola di Nuseirat. Qui, l’ingegnere Mohammed Nassar accoglie con amore e dedizione circa 200 bambini, offrendo loro istruzione e un posto sicuro dove crescere. 
Sono piccoli semi di speranza che meritano di fiorire… e tu puoi aiutarli a farlo! Per tutte le informazioni CLICCA QUI 

Le Stelle sul Soffitto ci parlano di accoglienza, ascolto e coraggio

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di Stefano Fumagalli

Nella Foresta di Verde Felicità vivevano tanti uccellini canterini. Erano tutti colorati come arcobaleni impazziti, felici come chi non ha mai conosciuto la paura. Il loro canto rallegrava ogni angolo della foresta, dalle radici più profonde fino alle foglie più alte che solleticavano le nuvole.

I grandi partivano in cerca di ramoscelli per abbellire il nido, oppure andavano a caccia di semi e bacche prelibate. I piccoli pulcini, invece – tutti pettinati per benino – dritti dritti alla Scuola di Volo, dove si imparava a volare, a cantare con il cuore e a costruire nidi che resistessero ai venti primaverili. Alla sera tutti tornavano nel caldo del nido per un sonno riparatore. La foresta calava nel buio vellutato, e il canto gioioso lasciava spazio alle melodie degli insetti notturni.

Fu durante un mattino qualunque che alla Scuola di Volo si presentò una nuova pulcina. Questa pulcina aveva qualcosa di decisamente strano CONTINUA A LEGGERE QUI