La cultura al Monastero del Lavello si fa “internazionale”
Grande successo per il concerto
La cultura, al Monastero del Lavello si fa “internazionale”. Si è conclusa con un vero e proprio successo la parentesi calolziese di “Larius”, il festival pianistico internazionale organizzato dall’Associazione “Cantici di Libertà” che dallo scorso 11 aprile ha allietato con le proprie note, in oltre 15 appuntamenti, i luoghi più belli e suggestivi del nostro territorio.
La cultura al Monastero del Lavello si fa “internazionale”
“L’evento - ha spiegato Andrea Cantù, direttore artistico del Festival - rappresenta un’importante manifestazione artistico-culturale che ha coinvolto decine di musicisti di livello internazionale (provenienti da Italia, Svizzera, Lussemburgo, Germania, Giappone, Ucraina, Russia, Cina) aperta anche al mondo della medicina e della filosofia, per creare stimolanti e inusuali collegamenti e interazioni tra discipline apparentemente lontane tra loro”.
Peculiarità di assoluto prestigio è stata l’utilizzo, tra i vari strumenti, del pianoforte Boesendorfer del 1853 firmato, scelto e suonato da uno dei più grandi geni della musica, Gioachino Rossini, oltre che di un prezioso harmonium francese Debain della seconda metà dell’Ottocento.
Due gli eventi musicali andati in scena in riva all’Adda, magistralmente diretti dal direttore artistico Andrea Cantù: nel pomeriggio di sabato 29 aprile la sala conferenze dell’antico monastero ha ospitato per l’occasione il concerto “L’heure Exquise” del mezzosoprano lecchese Dyana Bovolo con, al pianoforte, Federico Cantù per poi proseguire, il giorno successivo con il concerto per violoncello e pianoforte del violoncellista Dmitri Maslennikov e della pianista Sabine Weyer.
Grande la soddisfazione nelle parole del presidente della Fondazione Santa Maria del Lavello, Roberto Monteleone: “Portare eventi di questo genere qui, al monastero è uno dei miei obiettivi personali e della Fondazione che dirigo. Dopo i primi duri periodi, è per me una grande soddisfazione vedere questo luogo finalmente rinato e indirizzato sui giusti binari per il suo rilancio. Questi due successi ci proiettano senza dubbio verso manifestazioni sempre di più alto spessore artistico e culturale trasformando questo luogo da semplice complesso religioso in un vero e proprio polo culturale, punto di riferimento per tutta la Valle San Martino e oltre”.
Luca de Cani