Il Collettivo TRA.ME in mostra alla miniera di Cortabbio con Rimuovere
Un appuntamento imperdibile in un ambiente carico di magia.

Rimuovere, ovvero portare fuori, estrapolare dal contesto di origine. È l’indagine dal quale sono partiti le artiste e gli artisti del collettivo TRA.ME che settimana prossima inaugureranno una nuova mostra alla miniera di Cortabbio, frazione di Primaluna.
La mostra alla miniera di Cortabbio
Alla conferenza stampa di stamattina, 16 maggio, negli spazi di Fondazione Enrico Scola, i componenti del collettivo hanno infatti presentato il nuovo percorso (al limite del sensoriale) all’interno della miniera di Cortabbio di Primaluna, in prossima apertura al pubblico dal 24 maggio al 19 ottobre. Date non casuali, infatti la mostra durerà 144 giorni, come i 144 anni in cui è stata operativa la miniera, aperta nella seconda metà dell’800. All’interno dei 1000 metri di gallerie che si sviluppano nelle viscere della Grigna sarà quindi possibile ammirare non solo le meraviglie della natura, già visitabili grazie all’ente del Parco Minerario Cortabbio di Primaluna, ma anche le opere dei 6 artisti del collettivo TRA.ME. Il nome, estremamente significativo: «Rimuovere». L’obiettivo, altrettanto profondo e con due fini: promuovere un percorso espositivo che stimoli la riflessione sul ruolo della società nei confronti della natura, e sul delicato rapporto che ci lega ad essa da un punto di vista non umano; e dall’altro punto di vista un indagine introspettiva che si lega e si intreccia con la miniera, l’arte e il nostro modo di percepirli.
La miniera, ambiente artificioso ma vero
"All’interno della miniera - fanno sapere dal collettivo - ambiente completamente artificioso, ma allo stesso tempo naturale, il rapporto con il mondo esterno diventa più flebile e le convenzioni che lo governano cessano di esistere. Tutto muta e diventa rilevativo. Ed è in questo contesto, neutro e contaminato, che avrà inizio un processo creativo fortemente connotato dall’interazione con l’ecosistema naturale che lo ospita". In questo senso, le diverse opere realizzate con i più svariati materiali e tecniche artistiche (pitture, barite, metalli, lastre di ferro inciso, fotografie anche in macro o incorniciate in legno, carta e stoffe, grafiche) saranno effettivamente «compiute» dopo i 144 giorni della mostra perché intaccate dagli agenti naturali all’interno della miniera. Gli artisti coinvolti Jacopo Ghislanzoni (pittore e incisore) Elisa Frigerio (artista botanica) Sergio Kafke (fotografo) Marta Dell’Oro (pittrice e illustratrice) Giada Castelnuovo (fotografa e orafa) e Elisa Mollar (grafica che ha realizzato anche la locandina) studiano i materiali e «collaborano» affinché essi vengano corrotti, deturpati e in un certo senso migliorati dalla convivenza con la natura. In miniera i visitatori potranno così trovare le lastre di ferro incise a punta secca di Ghislanzoni, le opere plurimateriche e pittoriche di Dell’Oro, le foto esposte con cornice di Kafke (ruolo fondamentale a detta dell’artista perché in questo modo l’umidità e il ferro della miniera «intagliano nel reale una nuova verità»), i macro pareidoliaci di Castelnuovo e le stoffe stampate di Frigerio.





Le indagini artistiche
"Abbiamo scelto la miniera – racconta Jacopo Ghislanzoni, noto artista lecchese e portavoce del Collettivo – come prima vera mostra sul territorio lecchese per diversi motivi; in primo luogo perché con TRA.ME vogliamo dare voce a indagini artistiche che si sviluppano intorno a sei artisti con percorsi, visioni ed esperienze molto diverse tra loro e quale miglior modo dell’introspezione, immagine che rimanda subito all’addentrarsi nella montagna? “Rimuovere” vorrebbe poi porsi nella condizione di restituire qualcosa alla montagna, quel qualcosa che le è stato tolto nel 144 anni di attività estrattiva. Ma sappiamo bene che non tutto ciò che è stato tolto può essere rimesso: ed è anche questo uno dei motivi per cui la mostra culminerà con una iniziativa di charity a novembre qui in Fondazione Enrico Scola". Proprio per questo alla fine della mostra nelle miniere, l’esito del dialogo con gli agenti naturali sarà condiviso all’esterno, tramite l’esposizione proprio all’interno degli spazi della Fondazione Scola a Lecco. La collaborazione tra la Fondazione e il Collettivo TRA.ME culminerà poi, a novembre, con un evento di charity allo scopo di raccogliere fondi per completare gli arredi degli appartamenti e degli spazi comuni.
Galli: "Dopo Cortabbio la mostra si sposterà in fondazione Scola"
"Abbiamo ospitato questa conferenza stampa – dice Pietro Galli, presidente della Fondazione Enrico Scola – perché, e questo è scontato, a conclusione della mostra a Cortabbio, l'allestimento verrà ospitato in Fondazione e nei locali del progetto di Housing Cairoli59, gestito dalla Cooperativa l'Arcobaleno; meno scontato è il fatto che come Fondazione abbiamo voluto sostenere un'iniziativa di giovani artisti, che voglio ringraziare, che si sono messi a disposizione con le loro opere per aiutare a far crescere e conoscere il progetto, un aiuto che ci fa ben sperare nelle giovani generazioni».
«La miniera – racconta Dario Milani, gestore del parco minerario Cortabbio di Primaluna – è un ambiente che nessuno conosce bene, se non dopo averlo frequentato a lungo, perché è un luogo dove la temperatura è costante, circa 7° C, ma l’umidità, la ventilazione, il senso della ventilazione e l’aria cambiano continuamente, e sono questi i fattori che contribuiranno a “compiere” le opere".
Appuntamento per il 24 maggio
L’appuntamento è quindi per sabato 24 maggio, alle ore 14.00, alla prima apertura della mostra, in Via Merla, snc, a Primaluna.
L’accesso alla miniera, che è visitabile solo tramite percorsi guidati e in sicurezza, e alla relativa esposizione artistica, è prenotabile tramite il sito https://www.youmines.com; in alcune specifiche date, evidenziate da “visita con l’artista” saranno presenti i componenti del collettivo che potranno guidare il pubblico anche sul percorso espositivo.