Il Cardinale Scola al Lecco Film Fest: "La verità è ciò che fa bello il mondo"
Il vescovo emerito ha sottolineato che "la contemporaneità è attraversata da temi sconcertanti di attualità soprattutto nei Paesi del Nord, l’eutanasia imposta e le tematiche gender, temi su cui il predominio della tecnologia sta cancellando il vero”.
Non solo sorrisi ma anche riflessioni ed incontri da ricordare al Lecco Film Festival. Venerdì 30 luglio sul palco di piazza Garibaldi si sono dati appuntamento Marco Bardazzi, Co-fondatore e CEO di Bea-Be a Media Company e scrittore, Maria Rita Parsi, psicologa e scrittrice e sua Eminenza il cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano per affrontare il tema “Curare l’umano corpo ed anima” guidati da Laura Silvia Battaglia, regista giornalista.
Il Cardinale Scola al Lecco Film Fest: "La cura sia di corpo e anima"
Davvero profonda la riflessione del Cardinal Scola che ha messo l’accento sulla centralità dell’esperienza: “l’uomo non può parlare con verità se non parte dalla sua esperienza”; ma anche sull’essenzialità della cura in senso inclusivo, del corpo e dell’anima, mentre oggi sedotti dalla tecnologia “pensiamo possa aiutarci a sconfiggere ed affrontare la morte. Ma non è così, torna sempre poiché siamo uomini, la domanda sul senso della morte”.
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Ha inoltre sottolineato che la contemporaneità è attraversata "da temi sconcertanti di attualità soprattutto nei Paesi del Nord, l’eutanasia imposta e le tematiche gender, temi su cui il predominio della tecnologia sta cancellando il vero”.
La morte
Maria Rita Parsi ha sottolineato che “L’angoscia di morte è la madre di tutte le angosce” e che per sfuggirla ci sono diverse strategie “lasciare una traccia, di pensiero o con dei figli, consolarsi con il fatto che moriremo tutti, o ancora negare la morte con l’utilizzo di app che ci fanno re incontrare i defunti”.
E poi c’è un altro modo per sconfiggere l’idea di morte, affrontarla. E il caso proposto da Marco Bardazzi autore del libro “Ho fatto tutto per essere felice” ( Bur Edizioni) che racconta la storia di Enzo Piccinini, un chirurgo che negli anni settanta “tra Cristo e Marx sceglie Cristo, nello stesso appartamento in cui suoi amici sceglieranno di diventare Brigatisti”.
Un uomo, Piccinini, che ha un suo concetto di cura, che non nega la morte che è parte della vita, ma sostiene che sia bene arrivarci preparati.
“Un uomo nel vero senso della parola – commenta Scola che ha conosciuto Piccinini nella cerchia di amici ai tempi della Gioventù Studentesca di Don Giussani – l’incarnazione di come dovremmo essere tutti noi, poi ciascuno fa i conti con il suo temperamento ed il suo carattere. Io per esempio che sono tendenzialmente un fifone non potrei fare quello che ha fatto lui. Pensava alla morte come ad un compimento, io non ho desiderio di abbracciarla, anche se so che di là c’è Qualcuno che mi aspetta e che realisticamente è un orizzonte a cui mi sto avvicinando”.
"La verità è ciò che fa bello il mondo"
Maria Rita Parsi invece ha dichiarato di non aver paura della morte e ricordato che si può morire pur vivendo, rinunciando per mancanza di coraggio, per paura ed ha invitato, parlando di cura, ad essere empatici. Laura Silvia Battaglia ha poi chiesto a ciascuno degli ospiti di riassumente in una parola "ciò che fa bello il mondo", che è il tema del festival. Bardazzi ha indicato felicità, il cardinale Scola ha scelto una parola “difficile”, verità, ed infine Maria Rita parsi ha scelto “la formazione dei formatori”, la cultura.
Chiara Ratti