Gli Amici di San Pietro al Monte e la loro basilica: due storie legate da un filo indissolubile
La prima serata del ricco calendario per celebrare i 50 anni dell'associazione: un excursus storico e una proiezione per rivivere l'impegno della comunità civatese e del fondatore del sodalizio, don Vincenzo Gatti. Un impegno che continua grazie anche alle giovani nuove leve

Una storia che affonda le sue radici nei secoli antichi, quella della basilica di San Pietro al Monte di Civate, una storia fatta di cura e di passaggi di testimone. E proprio "cura" è la parola chiave di 50 anni di impegno dell’associazione "Amici di San Pietro al Monte", fondata nel 1975 dal compianto don Vincenzo Gatti. Due storie, legate da un filo indissolubile, sono state al centro della serata di ieri sera, lunedì 23 giugno 2025, nell’Aula Magna Rino Mauri di Civate: la storia della basilica e la storia dell’associazione. La serata, molto partecipata, ha aperto il ricco calendario di iniziative per celebrare al meglio il 50° anniversario del sodalizio.

Un excursus storico
Ad introdurre la serata, un emozionato Carlo Castagna, storico civatese che ha trasportato il pubblico indietro nel tempo, attraverso un excursus storico sulle vicende che il complesso monastico ha attraversato dalla sua fondazione fino ad oggi. Un monastero che non passò del tutto inosservato nel corso dei secoli, tanto che anche il noto storico del Cinquecento Giorgio Vasari vi dedicò alcune pagine. La svolta si ebbe nel 1800 con il soprintendente Vincenzo Barelli che iniziò ad interessarsi del complesso monastico. Nel 1912 il monastero di San Pietro e il monastero di San Calocero furono nominati monumenti culturali sotto la responsabilità del Ministero dell’Istruzione. Entrò quindi in gioco monsignor Giuseppe Polvara di Malgrate, che riuscì a coinvolgere i civatesi nella ricostruzione del pronao: stava infatti crollando la parete anteriore e – sottolinea Castagna – se non ci fosse stato alcun intervento, "oggi avremmo solo un mucchio di sassi". A fine anni ’40 la chiesa fu riconsacrata.

Inizia così il "periodo d’oro" per San Pietro al Monte: un periodo che vide tanti cittadini civatesi rimboccarsi le maniche per dare una mano, sotto la guida di don Vincenzo. La prima volta che il sacerdote salì a San Pietro dormì nel battistero, sul fieno. Don Vincenzo raccontava di aver sognato, quella notte, di essere arrivato di corsa a San Pietro e di aver visto sulla porta del battistero di San Benedetto monsignor Polvara (che lui aveva visto solo in foto) che gli diceva: "Muoviti, che abbiamo bisogno di te!". Da quel momento don Vincenzo ha fatto della riqualificazione di San Pietro la missione della sua vita. All’epoca Carlo Castagna era uno dei giovani ragazzi dell’oratorio che il sabato sera salivano a San Pietro, trascorrevano una notte in sacco a pelo sotto le stelle per poi scendere nuovamente la domenica. "A poco a poco abbiamo avuto fiducia in don Vincenzo – racconta Castagna – e soprattutto lui ha avuto fiducia in noi, che eravamo solo dei ragazzi".

Alcune immagini tratte dal filmato di Carlo Limonta

Nel ’74 alcuni ragazzi decisero di offrire il primo finanziamento per il restauro della basilica, in memoria di un giovane di Lecco scomparso prematuramente. "La cosa stupefacente è stata che, strappato l’affresco, dietro ce n’era un altro: l’affresco originario, romanico", sottolinea Castagna. L’entusiasmo scaturito da questa scoperta ha portato alla fondazione dell’associazione a alla stesura dello statuto, il 4 luglio 1975, con i nomi del primo consiglio, presieduto da don Vincenzo, e dei primi soci, tra cui tanti giovanissimi, alcuni dei quali minorenni. Non è stato un percorso facile, ma è stato costellato da alcuni "miracoli": come scrisse don Vincenzo, "Si susseguirono occasioni che io spesso ho chiamato miracoli; non compiuti da me, ma da altri, in modo occasionale, e tuttavia autenticamente provvidenziale". "Sembrava che avesse la magia addosso, don Vincenzo", la chiosa di Castagna, che ha infine ricordato la conclusione dei lavori al magazzino nei pressi della basilica, ringraziando per l'impegno l’ex presidente dell’associazione, Serafino Castagna.

Un ultimo pensiero è stato dedicato agli amici scomparsi, tra cui Piergiorgio Vergani, al quale sono stati dedicati due ulivi piantati proprio nei pressi della basilica, suo luogo del cuore. A portare la loro testimonianza anche i volontari Luigi Castagna, del turno giovani, e Giandomenico Canali, storico socio, che hanno raccontato il loro amore per l’associazione e per il monastero, sottolineando l’importanza dell’ "esserci".

Oggi, l’associazione è guidata da un giovane presidente: Andrea Valsecchi, simbolo del "turno giovani" che da circa tre anni si è affiancato ai volontari storici. Sono infatti 18 le nuove leve del sodalizio, che comprende in totale la bellezza di 123 soci: "50 anni di amicizia descrivono il legame, il vincolo fraterno, per questo luogo straordinario, questa realtà così viva del nostro territorio - le parole di Valsecchi - Vorrei che oggi rinnovassimo la scelta di essere volontari, di essere soci nella forma più grande dell’amore e del rispetto che questo luogo merita. Essere amici genera energia, condivisione e rispetto per ciò che siamo e facciamo, e il desiderio di consegnare questo impegno alle generazioni future".

L’associazione oggi, come ha sottolineato il parroco, don Luca Civardi, è riconosciuta da parte di entrambe le proprietà (la parrocchia di Civate e la Fondazione Beato Angelico), mentre prima era riconosciuta solo dalla parrocchia. Una doppia investitura che sottolinea ulteriormente l’importanza del sodalizio, e che consegna ancora più ufficialmente ad esso la cura del luogo. "Solitamente provo fastidio quando qualcuno parla utilizzando la prima persona singolare e plurale, dicendo ‘io ho fatto…’, quando spesso non si è stati i veri artefici. Nel caso degli Amici di San Pietro al Monte, invece, dietro a quel ‘noi’ e a quell’ ‘io’ ci sono veramente le persone che hanno lavorato. Il vero valore di questa associazione sta nel poter descrivere veramente San Pietro al Monte con l' 'io' e con il 'noi' ", le parole di don Luca.

Una famiglia, gli Amici di San Pietro, fatta di impegno e di cura, come ha sottolineato il sindaco Angelo Isella: "Don Vincenzo è partito da un sogno; nella sua persona si raggruppavano tutti i valori dell’associazione. Come recitano i versi del poeta libanese Kahlil Gibran, ‘Ragione e passione sono il timone e la vela della vostra anima in viaggio’, e in don Vincenzo c’era sicuramente tanta ragione e competenza, ma anche tanta passione".

Presente alla serata anche il vicesindaco Simone Scola, in rappresentanza della Comunità Montana, che ha sottolineato l’importanza della consapevolezza, da parte delle istituzioni, della preziosità di questi beni storici e culturali, che vanno sempre valorizzati.

La serata si è conclusa con la proiezione del suggestivo cortometraggio "Il mio San Pietro", realizzato da Carlo Limonta: un filmato tratto da una videointervista a don Vincenzo realizzata nel 2012, pochi anni prima della sua scomparsa, che offre – per usare le parole di Limonta – "uno sguardo di sintesi sulla sua esperienza umana, artistica e di fede".

La colonna sonora del filmato è stata curata magistralmente dalla Corale di San Pietro al Monte, diretta da Cornelia Dell’Oro.

Nelle scene finali l’ultimo saluto a don Vincenzo, con le immagini della processione a San Pietro e della tumulazione della salma nel complesso dell’abbazia, come da volontà del sacerdote, che riposa per sempre nel luogo da lui tanto amato.
Continua il calendario per la celebrazione del 50° dell'associazione
Di seguito i prossimi appuntamenti del ricco calendario per celebrare il 50° anniversario dell'associazione.
Martedì 24 giugno alle 18.30 nel Chiostro del Monastero di San Calocero vernissage delle mostre "Una storia per immagini", "Amico tra gli amici: don Vincenzo a San Pietro" e "Professionisti e amici: un dono per San Pietro"; a seguire aperitivo. Le mostre saranno aperte da mercoledì 25 giugno a sabato 28 giugno e da lunedì 30 giugno a mercoledì 2 luglio dalle 16 alle 19.30 in Villa Canali e nel chiostro del Monastero di San Calocero.
Venerdì 27 giugno alle 20.45 nell’aula magna Rino Mauri la conferenza "La visione della speranza nei temi apocalittici di San Pietro al Monte" a cura di Rosa Giorgi, direttrice e conservatrice del Museo dei Cappuccini di Milano.
Sabato 28 giugno alle 18 nella chiesa parrocchiale la messa in memoria dei soci e degli amici defunti dell’associazione; a seguire la benedizione dei partecipanti al XVII "Gir di Sant".
Domenica 29 giugno alla Basilica di San Pietro al Monte la celebrazione della festa dei Santi Pietro e Paolo, celebrata da don Luca Civardi, accompagnata dalla Corale di San Pietro al Monte e dal Quintetto Spirabilia. La messa sarà preceduta dalla benedizione dei pellegrini del Gir di Sant e si concluderà con la distribuzione dei pani e dei pesci.
Mercoledì 2 luglio alle 16 e alle 20.45 alla Casa del Pellegrino la proiezione di filmati storici su San Pietro al Monte a cura degli Amici di San Pietro. Venerdì 4 luglio alle 19 al Chiostro del Monastero di San Calocero la serata conclusiva con cena per i soci, i fondatori e gli amici dell’associazione (evento su invito).