Giornate Fai di Primavera: aperte anche tre ville nel Meratese
Villa Arese Lucini (accesso consentito solo ai tesserati FAI), Villa Galimberti - "El Palazett" e Casa Bonanomi.
Non solo il Monastero del Lavello, la Kong Spa, il Giardino Botanico di Villa de Ponti, la chiesa di San Martino a Calolziocorte che saranno resi accessibili grazie all'enorme impegno dei volontari della delegazione del Fai Lecco (qui il programma completo): le Giornate Fai di Primavera, in programma il 25 e 26 marzo 2023 permetteranno anche di scoprire dei gioielli Meratesi con il Fai Alta Brianza. Titti i siti visitabili saranno a Osnago.
Giornate Fai di Primavera: con la Delegazione Alta Brianza si scoprono le ville di Osnago
Tre i siti che saranno accessibili sabato e domenica dalle 10 alle 17 (ultimo ingresso alle 16.30) grazie all'impegno dei volontari del Fai Alta Brianza: Villa Arese Lucini (accesso consentito solo ai tesserati FAI), Villa Galimberti - "El Palazett" e Casa Bonanomi.
Villa Arese Lucini (NELLA FOTO DI COPERTINA)
Il Palazzo Arese Lucini sorge nel tessuto urbano di Osnago, ai margini del nucleo storico del paese. Il borgo si trova in Brianza, lungo le sponde del torrente Molgora, ai piedi del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Nonostante le modeste dimensioni dell'abitato, Osnago è ricco di dimore storiche importanti che si affacciano lungo la via principale del paese, dotate di spazi aperti a corte e a giardino offrono spesso singolari viste paesaggistiche.
Il Palazzo sorge dal nucleo di una casa nobiliare cinquecentesca di proprietà della famiglia Sfrondati. Il 14 aprile 1590 Sigismonda d'Este, vedova Sfrondati vendette, al banchiere comasco Francesco Lucini, il fondo e la casa di Osnago. Tra il 1606 e il 1652, per volere del Marchese Giulio Lucini, iniziò la grande trasformazione dell'immobile in un complesso monumentale che doveva rappresentare il prestigio e la potenza della famiglia Lucini. Con il matrimonio di Donna Margherita Lucini e il cugino, conte di Barlassina, Don Benedetto Arese, l'intero complesso passò agli Arese, che mantenne anche il nome Lucini, diventando così Arese Lucini, tuttora proprietari del Palazzo.
Palazzo Arese Lucini è concepito, come sottolineano gli storici Borghi e Bossaglia, come "palazzo di città" pur ubicato fuori città. Entra, a pieno titolo, nell'inventario delle sontuose dimore secentesche lombarde che si rapportano con naturalezza all'edificato urbano ma ancora timidamente con il paesaggio tema che diventerà protagonista nel settecento con lo sviluppo delle ville gentilizie. Dell'originale impianto cinquecentesco restano, al piano terra, due sale a volte incrociate che poggiano su capitelli pensili. Intorno ad esse, l'architetto Francesco Maria Richini e il figlio Gian Domenico, su commissione del Marchese Giulio Lucini, idearono un grandioso complesso monumentale barocco che coinvolse sia la dimora padronale che gli edifici rustici. L'impianto architettonico, l'apparato pittorico di Giuseppe Mariani, decorativo, i pavimenti, gli arredi si levano in coro comunicando con un unico grandioso linguaggio. Notevoli la cappella e la biblioteca.Il settecento arricchisce il palazzo di preziosi ornamenti. L'ottocento vede la trasformazione di parte delle facciate e la nascita del giardino paesaggistico all'inglese a sostituzione dell'impianto all'italiana di epoca barocca.
Il bene normalmente non è visitabile perchè dimora privata della famiglia Arese Lucini che ancora la abita. Tra il 1801 e il 1803 la villa ospitò il poeta Ugo Foscolo per volere della contessa Antonietta Fagnani, moglie del conte Marco Arese Lucini. Il poeta, nel 1802, a lei dedicò "Ode all'amica risanata" frutto del loro amore. Gli attuali proprietari Marco ed Elisa Arese Lucini perpetuano l'attenta cura di questo prezioso gioiello d'arte e architettura, scrigno di tesori e segreti di famiglia, testimonianza significativa della cultura italiana. L'apertura è prevista solo per iscritti FAI.
Villa Galimberti - "El Palazett"
Nella seconda metà dell' Ottocento, Osnago, come gran parte dei paesi della Brianza, si avvia alla trasformazione economica-sociale: da sistema prevalentemente agricolo a sistema misto industriale. "EL PALAZZET", casa padronale della famiglia Galimbarti, fondatori di una fiorente tessitura, famosa per avere allestito lussuosi transatlantici, resta testimonianza di un periodo storico che cambiò radicalmente l'assetto sociale e le sorti della Brianza: territorio di grande operatività.
La famiglia Galimberti non era originaria di Osnago ma di Monza, dove aveva la propria residenza. Giovanni Battista Galimberti, a seguito di un viaggio in Europa, per apprendere l'arte della tessitura industriale, decise, nel 1856, di fondare la propria linea produttiva ad Osnago. Più di trecento telai vennero alimentati, già sul finire dell'800, da due centraline elettriche fatte costruire appositamente sul fiume Adda. La storia della famiglia è strettamente legata a quella del territorio non solo per l'attività industriale ma per avere portato la corrente elettrica nei cortili del paese, finanziato la mensa dei bambini, promosso la formazione di molte iniziative sociali.
Di tutta l'azienda rimane "Ul Palazzet": la casa padronale nata dalla trasformazione di una vecchia filanda. il nucleo originario risalente al ‘700, aveva, ai piani superiori, gli impianti per l'allevamento dei bachi da seta e ai piani inferiori i fusi. L'edificio, nei primi anni del ‘900, attraverso la trasformazione dell'architetto Gagliardi, diventa una ricca dimora padronale tra lo stile Eclettico e lo stile Liberty. Protagoniste sono le decorazioni in ferro battuto che ricorrono in tutta la casa e le bellissime colonne protoindustriali in ghisa del piano superiore. Nella metà del ‘900 la villa viene divisa in due unità abitative. In comune hanno la scala di servizio, un tempo utilizzata dalla servitù. Uno dei due appartamenti è stato recentemente ristrutturato con un recupero conservativo che ha riportato all'antico splendore i pavimenti in seminato veneziano. Il giardino, ridotto nelle dimensioni, ospita una ghiacciaia e una superficie d'acqua. Spiccano alcuni alberi di alto fusto tra i quali uno splendido Cedro del Libano e un centenario Ginko Biloba.
In occasione della giornata FAI di Primavera visiteremo il giardino, l'esterno della villa e alcuni ambienti interni. Percorreremo gli spazi alternando la lettura architettonica ed artistica con le vicende storiche di famiglia della loro attività e dello stretto rapporto con il territorio ed i suoi abitanti. In via eccezionale sono previste due visite, su prenotazione, con i proprietari discendenti della famiglia Galimberti.
Casa Bonanomi
Casa Bonanomi sorge nel centro storico del comune di Osnago in provincia di Lecco, all'apparenza non sembra molto diversa dalle altre case che si affacciano sulla via principale del paese, anche una volta entrati nella panetteria al piano terra, forse inebriati dal buon profumo del pane appena sfornato, non vi accorgereste di nulla, eppure, se faceste ancora solo pochi passi verso il laboratorio e su per le scale, scoprireste un piccolo e inaspettato tesoro.
Casa Bonanomi ha radici che affondano al XV secolo, era, in effetti, la dimora di uno dei rami dei De Capitani, i Vimercati, famiglia di antico lignaggio, che proprio nel '400 ricopre un ruolo di primordine della Milano Sforzesca. Membro particolarmente illustre è Gaspare Vimercati, comandante delle milizie sforzesche, prese parte alla fondazione del Convento di Santa Maria delle Grazie di Milano, donando il terreno per la costruzione, oltre a preziosi volumi della propria biblioteca.
"Bene veneritis", con questo messaggio scritto all'ingresso sembra che sia la casa stessa a invitarvi a entrare, salite la stretta scala per avere l'impressione di fare il vostro ingresso in una casa nobile del XV secolo. Vi accoglieranno ambienti completamente decorati a graffito in ottimo stato di conservazione, prendetevi un istante per osservare la finezza del tratto e i numerosi elementi classicheggianti che si intrecciano a richiami a teorie millenaristiche. Casa Bonanomi è davvero un gioello nascosto in stile FAI!
L'apertura di Casa Bonanomi durante le Giornate FAI è un fatto eccezionale, poiché gli ambienti che vedrete sono tuttora abitati. Durante la visita entrerete, non solo nella casa, ma anche nella vita di una famiglia di milites nel XV secolo e scoprirete i molti significati nascosti, ad oggi ancora in corso di studio, delle decorazioni parietali graffite che adornano io locali.