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Calolzio: inaugurata la mostra "Il calice liturgico nella tradizione popolare"

Allestita all'oratorio di San Giovanni Bosco fino a domenica 23 aprile.

Calolzio: inaugurata la mostra "Il calice liturgico nella tradizione popolare"
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Inaugurata nel pomeriggio di oggi, 15 aprile 2023, a Rossino di Calolziocorte, la mostra "Il calice liturgico nella tradizione popolare", situata all'interno dell'oratorio San Giovanni Bosco.

Calolzio: inaugurata la mostra "Il calice liturgico nella tradizione popolare"

L'inaugurazione si è aperta con un primo momento di presentazione, all'interno della chiesa di San Lorenzo Vecchio.

"Questa esposizione - ha spiegato il parroco, don Marco Tasca - è stata realizzata all'interno del progetto di Bergamo e Brescia capitali della cultura 2023, per cui i sei musei della diocesi bergamasca hanno ricevuto l'incarico di presentare il tema del calice all'interno della tradizione popolare. Ringrazio Luca Marchesi, che si è occupato del coordinamento tecnico, il rettore del museo, professore e architetto Eugenio Guglielmi e l'architetta Silvana Scaramelli. I miei ringraziamenti vanno anche all'Inner Wheel Club e alla Fondazione Comunitaria del Lecchese, che hanno versato dei fondi per la manutenzione degli affreschi. La rappresentazione del calice è un tema molto comune. Nell'affresco che si trova sopra l'altare si vedono tre calici, portati da tre angeli, che raccolgono il sangue di Gesù crocifisso. E' interessante notare come questo affresco sovrasti l'altare, sostituendo il tabernacolo, come a sottolineare il fatto che il sangue di Gesù è già presente nel dipinto stesso".

Il concerto della Corale diretta dal maestro Borassi

Dopo le parole del parroco del parroco, nella chiesa sono risuonate le note soavi della Corale della scuola civica di Lecco, diretta dal maestro Massimo Borassi, che si è esibita con diversi brani sacri, partendo dal periodo rinascimentale fino ad arrivare ai giorni nostri, passando attraverso il Romanticismo francese.

220 iniziative in tutta la diocesi bergamasca

"L'evento che vede Bergamo e Brescia capitali della cultura - ha proseguito il professor Guglielmi - ha permesso al nostro territorio di ritrovare se stesso. In questo momento ci sono 220 iniziative in tutta la diocesi che stanno partendo insieme, come una grande corale. Il nostro Museo Diocesano è riconosciuto da Regione Lombardia ed è strutturato in modo diffuso, tra la chiesa di San Lorenzo Nuovo, quella di San Lorenzo Vecchio e l'omonima piazza. Ringrazio il sindaco Marco Ghezzi per la sua presenza e la presidente del Fai, Maddalena Medici".

Il professor Eugenio Guglielmi

"Ricordo che sul nostro territorio - ha sottolineato il primo cittadino - ci sono tanti piccoli gioielli nascosti, spesso sottovalutati, e che è nostro compito cercare di farli conoscere a tutti".

Il sindaco Marco Ghezzi

Calici, santini, medagliette e libretti: questi gli oggetti esposti

Il pomeriggio è poi proseguito con la visita alla mostra, allestita all'oratorio di San Giovanni Bosco.

"Ringrazio le amiche della parrocchia di Gandino che sono venute a trovarci - queste le parole del professor Guglielmi - Questa non è una mostra d'arte, bensì antropologica, poiché riguarda materiali che la gente comune ha prodotto. Il focus principale è il calice, tuttavia ci sono anche altri oggetti, come medagliette di alluminio e argento, libretti dei cresimandi e della Prima Comunione e santini, di cui ricordo un tipo particolare, cioè le canive, che venivano realizzate a punto di spillo su pergamena dalle suore di clausura. Concludo con un'immagine di speranza: secondo alcuni vangeli apocrifi, la croce di Cristo era secca, poiché era già stata messa da parte per il suo destino, mentre quelle dei ladroni erano di legno fresco e, sempre secondo questi scritti, dopo la morte di Gesù erano fiorite. Mi augura che la croce fiorisca per ognuno di noi, in questi tempi difficili".

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Il Museo Parrocchiale, la "Stanza delle meraviglie" che conserva i calici

Infine, è stato possibile visitare il Museo Parrocchiale "Don Carlo Villa": "Questo tipo di musei viene definito wunderkammer, cioè stanza delle meraviglie - ha spiegato l'architetta Scaramelli - perchè conserva al suo interno diversi oggetti preziosi, dal significato storico, religioso ed artistico".

Qui, tra le altre cose, sono conservati una serie di calici liturgici di pregevole fattura, realizzati nel periodo compreso fra i secoli XVII e XIX.

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