Al via la rassegna "Porto al Cinema: il prezzo di vivere liberi"

Nel cortile di Palazzo Bonanomi Recalcati, in via Roma, a Malgrate, tre film – a ingresso libero – serviranno a riflettere sul senso della libertà come gesto d’amore che spesso, come dimostrano i protagonisti delle vicende narrate, rappresenta un traguardo difficile e ha sempre un costo elevato.

Al via la rassegna "Porto al Cinema: il prezzo di vivere liberi"
Pubblicato:

Per amore della libertà Manuel, diciottenne delle borgate romane, sceglie di prendersi carico della mamma agli arresti domiciliari. Per amore della libertà una comunità carmelitana di monache e monaci a nord di Damasco sceglie di mettersi al servizio dei rifugiati, nonostante l’incubo rappresentato dai miliziani dell’Isis. Per amore della libertà un giovane tenente dell’esercito italiano nella Prima guerra mondiale sceglie di guidare all’assalto i suoi soldati, senza nascondersi nelle retrovie, durante i giorni cruciali di Vittorio Veneto, e viene colpito a morte. 

Libertà e sacrificio, binomio spesso inscindibile di cui sembriamo aver perso memoria, sono il filo rosso che ha ispirato “Porto al cinema. Il prezzo per vivere liberi”, rassegna cinematografica organizzata dal Comune di Malgrate, dalla parrocchia San Carlo al Porto di Malgrate e dalla Comunità pastorale Madonna del Rosario, con il contributo della Fondazione Ente dello Spettacolo

Porto al Cinema: il prezzo di vivere liberi

Nel cortile di Palazzo Bonanomi Recalcati, in via Roma, a Malgrate, tre film – a ingresso libero – serviranno a riflettere sul senso della libertà come gesto d’amore che spesso, come dimostrano i protagonisti delle vicende narrate, rappresenta un traguardo difficile e ha sempre un costo elevato. Ma quella senza libertà è una vita degna di essere vissuta?

Il programma

Lunedì 16 settembre, alle 20,30, spazio alla storia di “Manuel”, alla presenza del regista Dario Albertini con il quale, prima e al termine della proiezione, sarà possibile riflettere e dibattere. La vicenda, autentica, è quella di un giovane uscito da pochi mesi da una comunità, che accetta di assumersi la responsabilità di accudire la madre, una donna fragile che sta scontando una condanna in carcere. Potrà riconquistare la libertà – anche se ai domiciliari – solo perché il figlio sceglie di limitare la propria per prendersi cura di lei.

 

Mercoledì 18, sempre alle 20,30, sarà proiettato “Fango e gloria”, opera che intreccia filmati originali dell’Archivio storico Luce, sapientemente restaurati, con la storia romanzata di Mario, un giovane tenente di origini romagnole, colpito a morte durante un assalto. Il regista Leonardo Tiberi immagina che siano suoi i resti scelti per essere tumulati nella tomba del Milite Ignoto, all’Altare della Patria, simbolo delle migliaia e migliaia di soldati senza nome caduti per un’idea di libertà. All’inizio e al termine della proiezione se ne potrà discutere con i produttori del film, Maurizio Tedesco e Paola Poli. 

 

Infine sabato 21, ore 20,30, spazio a “Mother Fortress”, opera della regista Marialuisa Forenza che sarà presente a Malgrate per presentare il suo lavoro. Protagonista della vicenda madre Agnes che con consorelle e confratelli organizza aiuti umanitari nel suo monastero in Siria, ai piedi delle montagne che segnano il confine con il Libano. La minaccia dell’Isis e di Al Quaeda, sempre più incombente, i bombardamenti quotidiani, le privazioni non intaccano la serenità dei religiosi che lottano per libertà di tutti, al di là della razza e del credo religioso. 

Don Davide Milani, prevosto di Lecco e presidente della Fondazione Ente dello spettacolo

“Sono film che ci aiutano a riflettere sulla libertà come dovere, come fatica ma anche come gesto d’amore”, osserva don Davide Milani, prevosto di Lecco e presidente della Fondazione Ente dello spettacolo.  “La possibilità di ragionare su queste opere insieme a coloro che le hanno pensate, dirette e prodotte – aggiunge don Milani – rappresenta il valore aggiunto di una rassegna che fa pensare perché mette al centro un valore come la libertà la cui presenza, o assenza, è direttamente connessa al significato più profondo della nostra umanità”.

Seguici sui nostri canali