Lecco

150 anni fa moriva don Lisander: omaggio ad Alessandro Manzoni

"Manzoni e I Promessi sposi sono parte integrante del DNA culturale della nostra città"

150 anni fa moriva don Lisander: omaggio ad Alessandro Manzoni
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Il 22 maggio di 150 anni fa si spegneva il grande scrittore, poeta e drammaturgo Alessandro Manzoni.

150 anni fa moriva don Lisander: omaggio ad Alessandro Manzoni

In questa importante ricorrenza, la Città di Lecco celebra l'autore de "I Promessi sposi" con una rassegna di eventi dal titolo "Una città per Manzoni". Il programma completo è disponibile sul sito https://www.manzonilecco150anni.it/

"Manzoni e I Promessi sposi sono parte integrante del DNA culturale della nostra città - sottolinea il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni -  A lui e alla sua opera dedichiamo questa lettura a più voci, in un omaggio corale che rende un dovuto riconoscimento alla sua grandezza e alla contemporaneità del suo messaggio.

Una figura quella di Manzoni, celebrata ben oltre Lecco. "Oggi, ci sia consentito, si celebra l'essere lombardi e italiani. Perché, nessuno meglio di 'Don Lisander, come direbbe il cittadino milanese, seppe ascrivere a valore universale l'operosità, l'umiltà e la solidarietà della nostra gente. Quel mondo di valori che dalla dimensione del 'piccolo' e del 'particolare' contribuisce alla grandezza e alla totalità del disegno umano e divino" ha detto il Governatore di Regione Lombardia  Attilio Fontana in visita oggi alla casa museo di Alessandro Manzoni, insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Milano per le celebrazioni del 150° anniversario della morte.

"Un approccio ancora così attuale e che perseguiamo con profonda convinzione - ha proseguito il presidente -. Una visione a mosaico in cui ogni singolo tassello, ogni comunità, ogni territorio è a sé stante e - al contempo - parte di un tutto. In cui ogni apporto è da valorizzare affinché sia esempio e modello di una crescita più grande, autentica e duratura".

"Quanta attualità, signor Presidente - ha aggiunto Fontana - in un grande ricercatore e linguista, che seppe condurre ad unità, senza prevaricare, seppe raccontare la storia di oppressi ed oppressori, l'invasione franca del Regno dei Longobardi e la dominazione spagnola nel segno di quell'umanità perduta nei conflitti e nelle guerre, di un 'volgo disperso che nome non ha'".

"Grazie, dunque, - ha concluso il governatore - per esser testimone di questa esperienza di sapere e conoscenza, di cultura, spiritualità e amore per la Lombardia. Nel segno dell'eredità manzoniana, eredità letteraria, umana, sociale e politica".

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