Accusato di vessazioni a un’atleta: la giustizia sportiva assolve il mister Pompele

L’avvocato difensore: "Una decisione che restituisce l’onorabilità al mio cliente".

Accusato di vessazioni a un’atleta: la giustizia sportiva assolve il mister Pompele
Pubblicato:

Assolto con formula piena. Così ha deciso mercoledì scorso la prima sezione del Tribunale della Federazione Italiana Nuoto nei confronti del mister Maurizio Pompele.

Accusato di vessazioni: assolto

Il preparatore atletico era stato deferito alla Giustizia sportiva con l’accusa di aver penalizzato un’atleta di 15 anni. Oltre ad assolvere l’ex coordinatore di vasca della squadra di nuoto del Bione, il Tribunale della Federazione ha anche condannato la società Sport Management a pagare un’ammenda di 500 euro. Indubbiamente soddisfatto il difensore di fiducia di mister Pompele, l’avvocato Marina Iaconelli, specializzato, fra le altre cose, nel settore della giustizia sportiva. "Abbiamo fatto emergere l’innegabile realtà dei fatti oltre al valore professionale di Maurizio Pompele. E’ una sentenza che gli restituisce l’onore".

Multa per la società Sport Management

"Dagli atti emerge, che tutte le decisioni tecniche prese nell’interesse degli atleti sono sempre state condivise con la dirigenza della società Sport Management a cui Pompele apparteneva fino allo scorso anno. E proprio la società ha omesso di notificare il provvedimento al suo ex dipendente come è previsto dal Regolamento della Federnuoto". Da qui la condanna a pagare una multa di 500 euro per la società Sport Management.

"Messa in discussione la sua professione"

"In questo caso - si legge nel testo di una delle memorie difensive - non si è messa in discussione la capacità, la professionalità e competenza del tecnico Pompele; neppure i risultati ottenuti dall’atleta nei sei anni in cui è stata seguita da lui. Si tenta invece di mettere in discussione la natura della professione del preparatore atletico, ovvero la scelta delle modalità di allenamento".  Inoltre "quello che non può passare e che dovrebbe essere censurato all’origine è l’intromissione arbitraria di estranei, anche se sono i genitori, nelle scelte tecniche di un preparatore o di una società sportiva - ha concluso l'avvocato difensore - La scelta di Pompele non ha danneggiato l’allieva, ma anzi l’ha portata a livelli eccellenti. Spesso i genitori nutrono aspettative, certamente legittime, nei confronti dei propri figli senza saperne riconoscere anche i limiti... Tuttavia, è deprecabile che questo legittimo “sentiment” tenti di compromettere l’onorabilità indiscussa di un preparatore atletico per sfociare in un procedimento disciplinare che, in questo caso, non poteva che concludersi con la piena assoluzione del mio assistito"

Il servizio completo in edicola da lunedì 18 febbraio sul Giornale di Lecco

Seguici sui nostri canali