Vendevano vacanze in resort di lusso ma era una truffa: due arresti e sequestri per mezzo milione di euro
In campo anche Striscia la Notizia
Vendevano vacanze in resort di lusso su isole esotiche ma era una truffa smascherata dalla fiamme Gialle: due arresti e sequestri per mezzo milione di euro riconducibili ad altri tre indagati residenti ad Asti, Milano e Roma, per i reati di truffa, indebito utilizzo di carte di credito, simulazione di reato e autoriciclaggio. Questo il bilancio della operazione Fake Travels portata a termine dai militari della Guardia di Finanza di Bologna. Al centro dell'inchiesta un agenzia di viaggio con sede nel Meratese, a Cernusco Lombardone e sedi operative a Bologna e Asti.
Vendevano vacanze in resort di lusso su isole esotiche ma era una truffa smascherata dalla fiamme Gialle
Ad eseguire gli arresti sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Bologna in esecuzione dei provvedimenti emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, la dottoressa Roberta Dioguardi. I provvedimenti sono l’epilogo dell'indagine Fake Travels coordinata dalla Pm Antonella Scandellari e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna nel corso della quale è stata smascherata un’agenzia di viaggi con sede legale a Cernusco.
Gli elementi raccolti durante le indagini hanno portato alla luce diverse truffe messe dagli indagati i quali, attraverso sofisticati stratagemmi legati prevalentemente alla vendita di biglietti aerei e pacchetti turistici a privati, hanno messo a punto un collaudato meccanismo fraudolento, estremamente redditizio che, secondo gli inquirenti, aveva l'obiettivo di trarre in inganno numerosi clienti.
E' stato accertato l’invio a vari tour operator di ricevute di bonifici bancari, poi revocati, per ottenere l’indebita erogazione di servizi turistici. Come? Gli operatori turistici truffati, che avevano chiesto all’agenzia di provvedere al pagamento con carta di credito, si sono in realtà visti corrispondere quanto dovuto tramite bonifici bancari che, una volta ottenuti voucher e altri documenti di viaggio, gli indagati provvedevano puntualmente a revocare.
Pacchetti turistici inesistenti
È stata inoltre scoperta la vendita di pacchetti turistici inesistenti. Gli inquirenti hanno raccolto numerose denunce da parte di clienti che, a fronte del versamento di ingenti somme per il soggiorno presso lussuosi e attraenti resort su isole esotiche, una volta giunti a destinazione hanno purtroppo scoperto di essere stati truffati. Tra le vittime del tour operator figurano anche istituti bancari: gli indagati, infatti, hanno simulato la stipula di un accordo commerciale con un albergo, compiacente, consistente nella fornitura di servizi di ospitalità che, benché inesistenti, sono stati pagati con carte di credito. L’agenzia provvedeva poi a disconoscere sistematicamente le transazioni per ottenerne il rimborso del controvalore dagli istituti bancari gestori delle carte di credito, per un importo complessivo di 100 mila euro circa.
La truffa dei biglietti aerei
Ma la truffa più rilevante ha riguardato la sottoscrizione di contratti di fornitura di biglietteria aerea con agenzie munite di licenza I.A.T.A., grazie ai quali gli indagati hanno ottenuto le “chiavi di accesso” necessarie per poter acquistare biglietti per conto dei clienti finali.
Con queste credenziali, l’agenzia finita nel mirino degli inquirenti ha acquistato biglietti aerei, attraverso il gestionale I.A.T.A., ha incassato il prezzo dei titoli di viaggio dagli acquirenti finali, ma successivamente inserito nella piattaforma di acquisto informatizzata strumenti di pagamento non idonei (vale a dire carte di credito incapienti, revocate o clonate). Gli ingenti costi dei biglietti dovuti alle compagnie aeree ricadevano in questo modo sulle ignare agenzie licenziatarie I.A.T.A., uniche chiamate a rispondere nei confronti delle stesse compagnie.
In campo anche Striscia la Notizia
Nel corso della perquisizione eseguita a Milano, uno degli arrestati è inoltre risultato in possesso di un falso documento di identità, probabilmente utilizzato per rendersi irreperibile dinanzi alle continue e pressanti richieste di rimborso da parte dei truffati che, nel tempo, hanno interessato anche il TG satirico “Striscia la Notizia”. L’indagato è stato quindi deferito all’Autorità Giudiziaria anche per il reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.