Tutta la Valsassina ai Funerali di Ezio Artusi

Una vera e propria folla ha preso parte ai funerali di Ezio Artusi ma in tanti hanno dovuto restare fuori dalla chiesa al vento e al freddo.

Tutta la Valsassina ai Funerali di Ezio Artusi
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In centinaia nella chiesa di Sant'Antonio per i funerali di Ezio Artusi

Tante le persone rimaste nella piazza

C’era tutta la Valsassina oggi  pomeriggio, domenica, a dare l’ultimo saluto ad Ezio Artusi, 41 anni, tecnico del Soccorso alpino morto venerdì scorso in Grignetta insieme all’amico Giovanni Giarletta. Centinaia di persone si sono assiepate nella chiesa di Sant’Antonio, per i funerali officiati dal parroco don Marco Mauri.

Presenti autorità e associazioni

Presenti ai funerali di Ezio Artusi, iniziate alle 15, il sindaco Adriano Airoldi, il prefetto Liliana Baccari, il vice prefetto Stefano Simeoni, il comandante della stazione dei Carabinieri Antonio de Vincenzo e alcuni sindaci del territorio. E poi tantissimi esponenti dei diversi sodalizi che hanno avuto modo di conoscere e apprezzare Artusi: primo fra tutti i volontari del Soccorso alpino, e poi gli alpini, Anpas, il Soccorso Bellanese, i Vigili del fuoco, la Croce verde di Bosizio, la Croce Rossa, gli sci club e tante altre ancora. Tanti gli amici che si sono stretti accanto alla moglie Adele Tantardini e ai genitori. Sì perché «Artusi era l’uomo dalle mille divise, sempre pronto a fare qualcosa per gli altri» ha ricordato un amico al termine della funzione.

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In tanti hanno seguito la bara dalla camera mortuaria alla chiesa

Sono stati davvero tanti coloro che hanno seguito il feretro dalla camera ardente fino alla chiesa. Tra le panche impossibile trovare un posto a sedere, tante persone sono rimaste quindi all’esterno dell’edificio religioso, in piedi sotto un vento gelido e una fredda pioggerellina per seguire il funerale. «Siamo qui in tanti per prendere commiato da Ezio. Ma rendiamo grazie al Signore per tutte le buone opere che ha fatto nella sua vita», ha detto don Marco.

 

L'omelia di don Marco

E ancora. «Non ci sono molte parole da dire in questo giorno: la liturgia ci educa ad ascoltare la parola di Dio. Partendo dal grande dolore che tutti noi qui presenti stiamo provando, dalle tante domande che ci portiamo dentro e dalla nostra impotenza che a volte ci schiaccia e non sappiamo bene poi come continuare il cammino, non possiamo fare altro che confidare in un Dio che è un padre buono. Giovanni ed Ezio sono morti intorno alle 15 di venerdì, come Gesù. E noi celebriamo questo funerale la domenica, che è il giorno in cui Gesù è risorto».

Gli amici hanno preso la parola

Al termine della funzione sono stati tanti gli amici che hanno preso la parola per ricordare il volontario scomparso. «Ci manchi Ezio - hanno detto i volontari del Soccorso alpino Valsassinese - ci mancano i tuoi scherzi, le tue telefonate concitate e i tuoi selfie. Abbiamo presente la tua determinazione, il tuo entusiasmo e la tua generosità. Chissà dove sarai adesso. Ci saranno ancora tante lacrime, ma noi siamo il Soccorso alpino, non possiamo fermarci. Il pensiero va a come portavi fiero la nostra uniforme, non divisa, ma uniforme che ci rende unici ma tutti uguali. Ciao Drago, non sappiamo dove sei, ma sei nei nostri cuori».

Eri l'uomo dalle mille divise

E poi l’amico Enzo ha delegato a una giovane la lettura di un breve ricordo: «Piangere te uomo dalle mille divise, come ti avevo battezzato, è ancora più faticoso. Nelle associazioni di volontariato ci sono tante tipologie di persone: alcune danno il 10%, altre il 50% e altre ancora l’80% a seconda del tempo libero e della sensibilità nei confronti dei bisogni degli altri e dell’urgenza che nasce di dare una risposta a questo bisogno. Tu davi il 120%, con quella voglia di fare sempre e comunque. Iperattivo, eccessivo, sopra le righe certamente, ma sempre presente, rinunciando spesso a lavoro e famiglia. Se tutti fossero come te, questo mondo malato sarebbe migliore».

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L'elicottero del Soccorso alpino sopra il cimitero

Al termine della funzione il canto «Signore delle cime» ha accompagnato l’uscita della bara. Poi il feretro, trasportato a spalla dai compagni volontari, è stato accompagnato in cimitero preceduto da picchetto d’onore formato dai vessilli dei gruppi Alpini e dai gonfaloni del Comune di Introbio e delle tante associazioni presenti. Prima di tumulare Artusi l’elicottero del Soccorso Alpino si è alzato in volo e ha compiuto tre giri sopra il cimitero per poi allontanarsi dietro le montagne.

https://primalecco.it/cronaca/corso-funerali-ezio-artusi-centinaia-persone/

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