Cronaca
Lecco

Straziante addio ad Alessandro Regazzoni, il giovane che in montagna sentiva la gioia di vivere

La preghiera dell'alpino e quell'ultimo viaggio sulle note di "Signore delle cime", inno allo spirito alpino e allo stesso tempo canto che più di ogni altro racconta Alessandro

Straziante addio ad Alessandro Regazzoni, il giovane che in montagna sentiva la gioia di vivere
Cronaca Lecco e dintorni, 23 Novembre 2022 ore 13:30

Il picchetto degli Alpini ha fatto da "scudo" al feretro di Alessandro Regazzoni il 33enne lecchese  residente nel quartiere di Belledo morto dopo  un’escursione al Cevregasco e ritrovato senza vita  domenica 20 novembre 2022,  durante la cerimonia funebre che è stata celebrata oggi, mercoledì 23 novembre 2022 nella chiesa del rione.

Straziante addio ad Alessandro Regazzoni

Una chiesa che è stata incapace di accogliere le tante persone giunte per dire addio al giovane e per stringersi intorno ai suoi cari. Sulla bara il cappello con la penna nera e sull'altare  i gagliardetti  delle sezioni Belledo, Acquate e Limonta.  E poi la preghiera dell'alpino, e quell'ultimo viaggio sulle note di "Signore delle cime", inno allo spirito alpino e allo stesso tempo canto che più di ogni altro racconta Alessandro, un giovane che, come ha ricordato da don Andrea Bellani, ripetendo proprio le parole del 33enne, in montagna sentiva la gioia di vivere.

 

"Quando sono in montagna sento la gioia di vivere"

"Di fronte alla morte di Alessandro mancano le parole per descrivere il dolore. Di più, le parole sono del tutto insufficienti per consolare mamma, papà, sorella e amici tutti. Non esistono parole, come non esistono risposte alla domanda perche? Il silenzio appare molto più sensato. - ha detto il sacerdote durante l'omelia -  Di Alessandro ho letto, e voglio oggi ricordare, la passione per la montagna. Una passione che ha coltivato e inseguito sino a sabato - Quando sono in montagna sento la gioia di vivere, la commozione dell'essere buono  e il sollievo nel dimenticare le miserie umane. Tutto questo perchè sono vicino al cielo e il panorama lì è sempre fantastico  - diceva Alessandro. Queste parole sono molto preziose. Dicono che la passione di Alessandro non era fine a se stessa. Lui cercava una visuale dal cielo. Anche Gesù pronuncia le parole sulle beatitudini non a caso da una montagna. Dal cielo, come diceva Alessandro, tutto appare diverso e si apre una via di speranza. Alessandro parlava di bontà e nel Vangelo i buoni sono i miti. E lui era così, buono e mite. Se il mondo di oggi deride i miti, se pensa che i buoni siano perdenti, allora esserlo significa andare contro corrente".

 

"Diamo peso e forza ad ogni momento che ci viene regalato con i nostri cari".

"Quante cose avrebbe potuto fare ancora Alessandro? Quanto tempo avrebbe potuto passare ancora coi suoi cari?  -  ha detto ancora dal pulpito don Andrea - Avrebbe potuto costruire una famiglia, sarebbe potuto andare chissà dove. Avrebbe potuto scalare chissà quante montagne ancora. Ma dobbiamo far nostro questo pensiero: ora Dio non gli riserva nulla di meno di tutto questo. La morte ha tolto ad Alessandro moltissimo, ma ora che è salito ancora più su, più in alto, Dio gli concede una gioia  molto più grande. Resta comunque  il dolore di chi, in questa vita, si è sentito strappato via Alessandro e con lui avrebbe voluto affrontare presente e futuro, di chi sente la sua mancanza. Il dolore va attraversato oggi, domani e domani ancora. La ferita, nel cuore di chi ha amato Alessandro, resterà sempre. Vi è però un impegno da assumere subito: dobbiamo ricordarci che ogni giorno, ogni istante vissuto insieme, non va sprecato. Diamo peso e forza ad ogni momento che ci viene regalato con i nostri cari".

Mario Stojanovic

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