Strage di pecore a Galbiate: confermato l'avvelenamento da fertilizzante
Il decesso sarebbe dovuto all’ingestione di Urea, un fertilizzante ricco di Azoto usato in ambito agricolo, principalmente in fase di semina.
Gli esami eseguiti dall’Istituto zooprofilattico di Sondrio, hanno confermato che il decesso delle circa 400 pecore nella frazione San Michele di Galbiate avvenuto nei giorni scorsi, sarebbe dovuto all’ingestione di Urea, un fertilizzante ricco di Azoto usato in ambito agricolo, principalmente in fase di semina.
Strage di pecore a Galbiate: confermato l'avvelenamento da fertilizzante
“Una qualità che contraddistingue il mondo rurale – sottolinea il consigliere regionale Giacomo Zamperini – è certamente la solidarietà. Da sempre, quando un allevatore si trova in difficoltà, può contare sul sostegno altrui. Per questo, è apprezzabile il fatto che molte persone si stiano mobilitando per sostenere una campagna di solidarietà attraverso la donazione di capi che consentano la ricostituzione del gregge. Auspichiamo che gli altri allevatori del territorio, così come le associazioni di categoria del mondo agricolo, si sentano coinvolte e contribuiscano al raggiungimento di questo obiettivo. Purtroppo, la dinamica dell’accaduto sembra non consentire spazi di intervento né da parte di Regione Lombardia né da parte dell’assicurazione privata”.
“L’attività di pascolo – conclude Zamperini – è fondamentale per la prevenzione degli incendi boschivi, il contrasto al dissesto idrogeologico ed il presidio del territorio di quelle aree che, altrimenti, sarebbero abbandonate. L’accaduto, quindi, non comporta solo danni per l’azienda, ma si estende al territorio. Negli ultimi anni, Marco Farina ha collaborato con la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino per tenere custodito il pascolo del Monte Magnodeno. Un prezioso contributo a beneficio di tutti che ora rischia di andare perduto”.