Lecco

"Stop war" in centinaia al presidio contro la guerra in Ucraina

La manifestazione questo pomeriggio in piazza Diaz, davanti al palazzo del Municipio. La testimonianza di una ragazza ucraina: "Vogliamo rivedere i nostri cari e riabbracciarli"

"Stop war" in centinaia al presidio contro la guerra in Ucraina
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"Stop war" in Ucraina. In centinaia  hanno risposto all'appello: in piazza Diaz, davanti al Municipio di Lecco, questo pomeriggio si è tenuto il presidio organizzato da Sindacati e associazioni lecchesi  per  dire no alla guerra che sta mettendo a ferro e fuoco l'Ucraina.

Stop war: "No ad ogni tipo di intervento militare"

"Il rischio che esploda un conflitto armato di dimensioni globali esige il nostro massimo impegno, un impegno che non si limita alla mobilitazione ma diventa occasione per chiedere al nostro governo di rifiutare in modo deciso ogni tipo di intervento militare, promuovendo invece la diplomazia e il dialogo tra le parti in causa" avevano sottolineano i promotori della manifestazione. L'invito, rivolto a tutta la cittadinanza "a partecipare per esprimere vicinanza alle milioni di persone che abitano nei luoghi del conflitto" è stato accolto da circa cinquecento lecchesi, riuniti con striscioni, cartelli, bandiere.

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Filo diretto con l'Ucraina

"Oggi è importante essere qua a manifestare, perché  possiamo dire che la guerra è in casa. E' importante che i governi si mobilitino per far riprendere la democrazia, per fermare questa guerra che sta causando morte, distribuzione e povertà". Così il consigliere comunale (Sinistra cambia Lecco) Alberto Anghileri, tra i primi ad arrivare in piazza, con l'assessore Emanuele Manzoni. Presente anche Corrado Valsecchi, consigliere comunale di Appello per Lecco, tra i fondatori dell'associazione Les Cultures che in questi giorni ha un filo diretto con Chernigov, città a 150 chilometri da Kiev, dove opera l'associazione Detskij Fond con la quale da trent'anni sussiste un "gemellaggio" finalizzato ad aiutare i bambini vittime del disastro nucleare di Chernobyl,  gli orfanotrofi ucraini e in generale l'infanzia in condizione di povertà. "Sono in contatto  con amici ucraini  che purtroppo hanno dovuto lasciare le loro case e trasferirsi in campagna, poiché in città sono in corso missioni militari - ha raccontato Valsecchi - Ora sono qua ,poiché dove c è da manifestare in favore della pace io ci sono".

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Emanuele Manzoni e Alberto Anghileri

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Corrado Valsecchi

"La guerra è una inaccettabile follia che devasterà l'Europa"

Presenti anche diversi sindaci della nostra provincia, a partire da Mauro Gattinoni di Lecco. Tra gli altri Chiara Narciso di Oggiono, Sabina Panzeri di Costa Masnaga,  e la vice sindaco di Osnago Grazia Caglio che è anche la presidente del Comitato Lecchese per la pace e la cooperazione tra i popoli.

Grazia Caglio presidente del Comitato lecchese per la Pace e la cooperazione dei popoli

"La guerra è una follia, una inaccettabile follia" ha esordito la presidente Caglio. "Ancora una volta si sceglie la follia della guerra  i cui impatti più devastanti ricadranno sui sui civili e le popolazioni inermi. Alle istituzioni internazionali, in particolare all'Italia ed all'Unione Europea, chiediamo di agire con determinazione per impedire che la crisi dell'Ucraina abbia conseguenze devastanti in tutto il mondo. L'alternativa è una catastrofica guerra globale che devasterà l'Europa e non avrà vincitori. Chiediamo di agire per una cessazione degli scontri con tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale. Negoziare non vuol dire cedere alla guerra e alla legge della forza, ma fermare la sua escalation militare. Dobbiamo uscire dalla logica del colpo su colpo, per ricostruire lo spazio per il dialogo ed il negoziato politico. Chiediamo  alla Russia il ritiro delle proprie forze militari da tutto il territorio ucraino. All'Ucraina il riconoscimento dell'autonomia del Donbass prevista dagli accordi di Minsk, ma mai attuata, il rispetto della popolazione russofona. Chiediamo di garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali ed alle organizzazioni non governative al fine di garantire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta nel conflitto. L'Unione europea è un progetto di pace. Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita degli esseri umani e della Pace. L'Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l'Ucraina ed i confini orientali. L'obbiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della Pace e della sicurezza dall'Atlantico agli Urali, anche attraverso un reale processo di disarmo".

"Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l'escalation in Ucraina  è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali. L'Italia e l'Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione ed il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli, sarà impossibile difendere i diritti umani ed affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Questo è il tempo di dichiarare Pace e non la guerra! Non c'è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi ed aerei di guerra. Dobbiamo dire a gran voce MAI PIÙ GUERRA!!!"

Il primo cittadino di Lecco: "Sindaci italiani in dialogo"

"Siamo qui per esprimere vicinanza alle popolazioni" ha esordito Mauro Gattinoni. "I Comuni sono il livello di amministrazione più vicino ai cittadini e proprio tra i sindaci si è subito aperto un dialogo. Ieri mattina è circolata sulla nostra chat nazionale un appello del primo cittadino di Kiev, che si è detto preoccupato, anzi terrorizzato, per quanto è accaduto durante la notte. E oggi il sindaco di Firenze Dario Nardella, impegnato nel meeting con altri colleghi euro mediterranei, ha lanciato la sfida  che già lanciò il suo predecessore Giorgio La Pira in piena "guerra fredda": riunire a Firenze i sindaci di Mosca e Kiev. Questo tentativo che parte dal basso, dalle popolazioni, forse non andrà a buon fine ma testimonia la solidarietà reale tra le popolazioni, dice che è un solo battito di cuore. La nostra Amministrazione comunale che qui vedete rappresentata con assessori e  consiglieri comunali, gli stessi colori con cui abbiamo illuminare la facciata del nostro palazzo comunale, dicono quanto sia importante stringere un abbraccio di comunità".

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Il 3 marzo giornata di digiuno e dialogo ecumenico

E ancora: "Ieri sera sono stato invitato alla veglia della comunità ortodossa, tra le 23 di sera e le 2 del mattino. Una comunità che abbraccia tanto i russi quanto gli ucraini e vuole dimostrare quanto l'unità, anche nella fede, e la preghiera possano essere un'arma di speranza. E così sarà pure il giorno 3 marzo  che Papa Francesco ha proposto per il digiuno. A Lecco potrà essere una giornata di dialogo ecumenico tra diverse comunità". Gattinoni ha aggiunto un'altra speranza: "Quella nell'Europa, oggi serrata in una morsa a tenaglia, come l'Ucraina. Da un lato ha bisogno di materie prime e energie che vengono dalla Russia, dall'altro di difendere il diritto alla democrazia e alla sovranità dell'Ucraina. per questo ha necessità di un esercito che venga dagli Stati Uniti e dalla Nato. La speranza è che si affermi un nuovo modello geopolitico in cui le relazioni diplomatiche superino strumenti di violenza che pensavamo relegati al secolo scorso e che invece, improvvisamente. sono tornati in auge proprio nella nostra Europa. Questo guerra richiama l'Unione europea al  dovere di essere territorio di pace e territorio di futuro".

La testimonianza: "E' una guerra inutile, vogliamo rivedere i nostri cari e riabbracciarli"

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Tra coloro che hanno preso la parola, anche una ragazza ucraina che vive a Lecco. "E' una situazione disastrosa, gli ucraini stabnno combattedo ma è una guerra inutile. Siamo tutti uniti nonostante la distanza, vogliamo rivedere i nostri cari e poterli riabbracciare". Accanto a lei due ragazze, Oksana, ucraina, e Elena Russa, amiche, mostrano i loro diversi passaporti e un cartello: "HET BOИHE", "Stop alla guerra".

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Mario Stojanovic

 

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