Nel carrello della spesa dei lecchesi

Spesa alimentare a +19%: nelle province lariane volano i consumi di latte, farina e uova

Biffi: “Dato confermato anche per le consegne a domicilio. La scorsa settimana, boom di carne e formaggi”

Spesa alimentare a +19%: nelle province  lariane volano i consumi di latte, farina e uova
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  In controtendenza con il crollo generale dei consumi aumento record ella spesa alimentare che fa registrare un balzo del 19% a marzo con una punta del 23% per i supermercati dove è avvenuta quasi la metà degli acquisti: nel Lario volano farina, latte e uova, oltre ai prodotti a più lunga conservazione come scatolame, pasta o riso. “Uova, latte e farina sono tra i prodotti più richiesti anche alle imprese che effettuano vendita diretta – conferma Francesca Biffi, presidente dell’Associazione AgriMercato di Campagna Amica Como Lecco – mentre la scorsa settimana si è avuto un vero e proprio boom di carne e formaggi, in corrispondenza con l’avvicendarsi delle festività pasquali”.

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Spesa alimentare a +19%: nelle province lariane volano i consumi di latte, farina e uova

L’aumento delle vendite – sottolinea la Coldiretti sulla base dei dati Ismea - fa segnare incrementi mensili di vendita al dettaglio che vanno del +29% per la carne al +26% per le uova, dal +24% per gli ortaggi al +21% per i salumi, dal +20% per latte e derivati al +14% per la frutta ma crescono del 6% anche gli acquisti di vino e spumanti. Sugli acquisti al dettaglio – continua la Coldiretti - si fa sentire l’effetto accaparramento con quasi 4 italiani su 10 (38%) che hanno accumulato scorte in dispensa per paura della quarantena ma anche di trovare gli scaffali vuoti secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

A spostare i consumi alimentari verso la grande distribuzione è stata anche la chiusura forzata di bar, trattorie e ristoranti con la ristorazione nel suo complesso che – precisa la Coldiretti - acquista ogni anno prodotti alimentari per un valore intorno ai 20 miliardi di euro.

Una situazione che riguarda anche altri Paesi che ha avuto un impatto negativo rilevante sulle esportazioni agroalimentari Made in Italy che avevano raggiunto il record di 44,6 miliardi di euro nel 2019.

Piano Marshall per l’agroalimentare Made in Italy

 

Sotto pressione – continua la Coldiretti - è il lavoro di oltre tre milioni di italiani ai quali è stato richiesto di continuare ad operare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. Una realtà che allargata dai campi agli scaffali vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil grazie al lavoro tra gli altri di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercato (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). Una situazione che ha portato la Coldiretti ad elaborare un piano Marshall per l’agroalimentare Made in Italy che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità.

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