“Patto per la salute”

Sindacati in presidio sotto la Regione. Le testimonianze di chi ha avuto parenti defunti nelle Rsa VIDEO

Oggi la prima delle tre manifestazioni in programma

Sindacati in presidio sotto la Regione. Le testimonianze di chi ha avuto parenti defunti nelle Rsa VIDEO
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All’insegna dei rispetto delle distanze, lavoratori delle Rsa, pensionati e sindacalisti hanno manifestato questa mattina sotto Palazzo Lombardia per chiedere un nuovo “Patto per la salute”, nel corso del primo dei tre presidi organizzati da Cgil, Cisl e  Uil Lombardia, con le Federazioni che rappresentano i pensionati e tutti i lavoratori che a diverso titolo operano nel sistema sanitario e sociosanitario. Al presidio era presente anche una delegazione della Cgil Lecco.

Sindacati in presidio sotto la Regione

Le Rsa non sono ospedali” e “Testimoni della strage nelle Rsa: oltre 6000 vittime tra gli anziani”  gli slogan scanditi nel corso della mattinata. “Sarebbe stato necessario  – affermano Cgil, Cisl e  Uil Lombardia – che Regione Lombardia si occupasse dei circa 60.000 anziani ospiti nelle Rsa lombarde, le persone più fragili e a rischio, così come di tutti gli operatori del comparto socio sanitario, per tenere l’epidemia fuori dalle strutture o per individuare i casi di infezione e limitare il contagio. Non è stato così”.

“Ci sono state responsabilità rispetto all’esercizio delle funzioni di indirizzo, controllo e gestione delle Rsa che vanno considerate e sarà compito dell’Autorità Giudiziaria accertare e della politica rimediare – sottolineano Cgil, Cisl e  Uil Lombardia -. Ma, prima di tutto, non si devono ripetere gli stessi errori, non vogliamo Rsa trasformate in hospice o “lazzaretti” per anziani e nemmeno in reparti ospedalieri. L’anziano che si ammala di Covid-19 deve essere curato in ospedale. Con l’ultima delibera Regione Lombardia si è dovuta correggere”.

Le testimonianze di chi ha avuto parenti defunti nelle Rsa

 

Le proposte dei sindacati

Maggiori investimenti per innovazione e riorganizzazione dell’offerta sociosanitaria.
– La revisione del sistema degli accreditamenti delle strutture sociosanitarie, in particolare per quanto attiene:
– i modelli organizzativi e di servizio per una maggiore appropriatezza e qualità dell’assistenza, rafforzando gli interventi di prossimità e domiciliarità (residenzialità “aperta” e “leggera”);
– l’adeguamento dei minutaggi di assistenza alla reale complessità assistenziale degli ospiti;
– la ridefinizione delle tariffe riconosciute dal fondo sanitario, che dovrebbero coprire il 50% del costo in Rsa mentre Regione Lombardia resta al di sotto della quota prevista dalla legge a garanzia dei livelli essenziali di assistenza, scaricando l’onere maggiore sulla retta pagata dagli ospiti o dalle loro famiglie.
– La riduzione della compartecipazione alla spesa a carico delle famiglie (la retta) che andrebbe regolata secondo criteri di sostenibilità e sopportabilità garantendo uno standard adeguato di servizi.
–  La tutela dei posti di lavoro, il potenziamento degli organici e la formazione degli operatori.

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