Sette anni senza Vik Vittorio Arrigoni RESTIAMO UMANI VIDEO

Amatissimo e stimato, Vik, era figlio di Egidia Beretta, storico sindaco di Bulciago.

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Sette anni senza Vik Vittorio Arrigoni. Ieri, domenica 15 aprile era infatti l'anniversario della morte del pacifista Brianzolo il cui motto, restiamo umani, è ormai diventato a tutti gli effetti uno degli emblemi del pacifismo. Amatissimo e stimato, Vik, figlio di Egidia Beretta, storico sindaco di Bulciago.

Vik Vittorio Arrigoni

Sostenitore della soluzione binazionale come strumento di risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, nonché pacifista, si era trasferito da Bulciago nella Striscia di Gaza per agire contro quella che definiva pulizia etnica dello Stato di Israele nei confronti della popolazione araba palestinese.

E proprio a Gaza ieri Vik è stato ricordato con una toccante cerimonia durante la quale è stato piantato un albero in sua memoria.

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Il rapimento

La sera del 14 aprile 2011 venne  rapito da un gruppo terrorista dichiaratosi afferente all'area jihādista salafita, sebbene tre di loro smentiranno in seguito l'appartenenza al gruppo all'uscita dalla palestra di Gaza nella quale era solito recarsi. In un video immediatamente pubblicato su YouTube, in cui Arrigoni venne mostrato bendato e legato, i rapitori accusrono l'Italia di essere uno "stato infedele" e l'attivista di essere entrato a Gaza "per diffondere la corruzione". Venne inoltre lanciato un ultimatum, minacciando l'uccisione di Arrigoni entro il pomeriggio del giorno successivo, e chiedendo in cambio della sua liberazione la scarcerazione del loro leader, Hisham al-Saedni, più noto come sceicco Abu al Walid al Maqdisi, e di alcuni militanti jihādisti detenuti nelle carceri palestinesi.

La tragedia

Il giorno successivo, il corpo senza vita di Arrigonivenne  rinvenuto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un'abitazione di Gaza. Secondo le forze di sicurezza di Hamas, la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento.L'autopsia svolta successivamente all'Istituto di medicina legale dell'Università Sapienza di Roma confermò i rilievi palestinesi.

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