Sequestrate componenti per armi per Israele: indagato un lecchese
Le autorità bloccano una spedizione di 14 tonnellate di pezzi meccanici privi di autorizzazione, destinati alla produzione di armamenti. Indagato il rappresentante legale dell’azienda fornitrice.

Sequestrate componenti per armi destinate a Israele: indagato un lecchese Un carico di 14 tonnellate di componenti metallici, destinato alla compagnia israeliana di difesa IMI Systems Ltd., è stato bloccato nel porto di Ravenna.
Sequestrate componenti per armi destinate a Israele: indagato un lecchese
IMI Systems Ltd., precedentemente nota come Israel Military Industries o IMI-TAAS, è un'azienda israeliana attiva nel settore della difesa, specializzata nella produzione di armi da fuoco, munizioni, equipaggiamenti e tecnologie militari, destinate principalmente alle forze armate israeliane.
I pezzi, fabbricati in Italia e descritti come semplici “manovelle, lamiere e cilindri,” erano in realtà destinati alla produzione di armamenti. Tuttavia, la spedizione è risultata priva delle autorizzazioni necessarie per l’esportazione di materiale bellico.
Il rappresentante legale dell’azienda fornitrice, un 57enne originario di Lecco e amministratore unico di una società specializzata nello stampaggio a caldo e nella fucinatura dei metalli, è ora indagato per presunta violazione delle normative sul commercio di armamenti.
La merce, commissionata da aziende subappaltatrici e inviata a Ravenna, ha attirato l’attenzione delle autorità quando lo spedizioniere ha richiesto una certificazione di conformità. Prima che la spedizione potesse essere annullata, la polizia giudiziaria è intervenuta, sequestrando il materiale.
La difesa dell’azienda sostiene che non vi fosse alcuna intenzione di aggirare la legge, affermando che non era chiaro quale sarebbe stato l’impiego finale dei componenti.
Tuttavia, un'indagine sul destinatario ha confermato il legame con l’industria bellica.