Scritte anarchiche in città: Andrea Torri replica a Zamperini

Il segretario di Rifondazione ricorda l'ex consigliere comunale di Fratelli d'Italia "col braccio teso" alla commemorazione dei repubblichini fucilati davanti allo stadio

Scritte anarchiche in città: Andrea Torri replica a Zamperini
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Le scritte anarchiche apparse in questi giorni sui muri della città continuano a tenere banco. Giacomo Zamperini, dirigente regionale del partito Fratelli d'Italia, giorni fa si era espresso in merito. A rispondere al suo  sfogo interviene ora Andrea Torri, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista.

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"Ovviamente non posso che condannare questo metodo di esprimere dissenso deturpando luoghi che per essere ripuliti dovranno pesare economicamente sulla collettività e non sui 'poteri forti'" premette Torri. "Ben altra opinione ho in riferimento all'occupazione di Villa Brick, sempre da parte di un gruppo di anarchici. Pur conscio del fatto che le occupazioni abusive costituiscono sempre reato, in questo caso gli occupanti hanno fatto riprendere vita a quello spazio vuoto e fatiscente con momenti di convivialità, proiezioni di film, dibattiti, cene e concerti. Mi chiedo: le istituzioni di fronte a queste "richieste" di spazi e alla possibilità di far rivivere numerosi luoghi cittadini abbandonati che potrebbero essere spazi di socialità, non si pongono alcuna domanda?".

Torri ricorda il "passato" di Zamperini

"A Zamperini vorrei invece chiedere come mai ha taciuto di fronte a numerosi muri della città deturpati negli ultimi anni con croci celtiche e inneggianti al ventennio fascista, proprio lui che ora fa del moralismo e invita l'Amministrazione ad intervenire tempestivamente" continua il segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. "Ricordo che quella stessa amministrazione ha taciuto di fronte al gesto che, qualche anno fa, vide proprio Zamperini immortalato mentre partecipava alla commemorazione dei repubblichini fucilati davanti allo stadio lasciandosi andare con nostalgia ad un saluto a braccio teso, violando i più basilari valori costituzionali. Allora lo stesso ricopriva un ruolo istituzionale come consigliere comunale a Lecco".

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