Qui Ticket banditi in Lombardia: a Bergamo 3 milioni da riscuotere

Busi, Adiconsum Bergamo: “In difficoltà sia consumatori che esercenti”.

Qui Ticket banditi in Lombardia: a Bergamo 3 milioni da riscuotere
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Qui ticket: “A Bergamo 3 milioni da riscuotere”. Quasi ottomila i lavoratori coinvolti in provincia.

Qui Ticket banditi il Lombardia

A chi è abituato a maneggiare buoni pasto, e magari con quelli ci paga anche la spesa al supermercato, non sarà sfuggito l’avviso apposto in molti locali e market circa l’impossibilità di accettare i Qui Ticket, molto utilizzati dalle Pubbliche amministrazioni, tra cui appunto, la Provincia di Bergamo.

La Consip ha risolto la convenzione

Una scelta dettata dalla difficoltà sempre maggiore di riuscire a ottenere il pagamento dei buoni pasto utilizzati dai clienti. Così in molti hanno deciso di non accettarli. Nei giorni scorsi, poi, si è aggiunta la decisione della Consip (la centrale pubblica degli acquisti) di risolvere la convenzione che legava le Amministrazioni pubbliche alla società Qui Group.

L’inadempienza della Qui Group, infatti, ha messo in una situazione di grave difficoltà entrambe le parti coinvolte nell’utilizzo dei ticket: i dipendenti di enti pubblici e non che si trovano ad avere in mano buoni pasto che rischiano di non essere più spendibili, e questo va a ledere il loro diritto a poter usufruire del pasto attraverso tale modalità di pagamento.

Troppe inadempienze da Qui Group

Per i buoni già utilizzati gli esercenti hanno in cassa numerosi ticket dei quali non riescono ad incassare il corrispettivo economico: il credito vantato nei confronti della società è alto, e la decisione della risoluzione del contratto da parte di Consip è stata motivata proprio dall’aver registrato grosse inadempienze negli ultimi mesi da parte di “Qui! Group”.

Mina Busi, insieme allo staff di Adiconsum Bergamo in questi giorni sta facendo fronte anche alle numerose richieste di consulenza e informazioni relative al caso dei buoni pasto “Qui!”.

Un’interrogazione in Parlamento

“Ben venga l’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero dell’Economia e delle Finanze su quali azioni intenda intraprendere per fare fronte a questa situazione inedita e difficile – continua Busi – al circuito dei buoni pasto va restituita al più presto la necessaria fruibilità, per garantire i diritti sia dei lavoratori che delle attività economiche”.

A presentare l’interrogazione è stata proprio la bergamasca Elena Carnavali: “Ho chiesto al Mef quali azioni intenda intraprendere per fare fronte a questa situazione inedita e difficile. Al di là degli interventi emergenziali che presumibilmente potrebbero vedere la luce già nei prossimi giorni, la situazione va risolta nel suo complesso con urgenza: al circuito dei buoni pasto va restituita al più presto la necessaria fluidità, per garantire i diritti sia dei lavoratori che delle attività economiche”.

A Bergamo 3 milioni da riscuotere

Il problema ha un impatto pesante anche a Bergamo, dove coinvolgerebbe circa il 50% dei 13.400 (tolta la scuola) dipendenti pubblici bergamaschi oltre ad altri Enti che fanno capo a Caf e patronati. Le stime dicono che a Bergamo il valore complessivo dei ticket ancora da riscuotere sia di almeno 3 milioni di euro. In provincia di Bergamo si contano 750 imprese disposte ad accettare buoni pasto (in
realtà negli ultimi mesi molte hanno cominciato a rifiutarli, viste le difficoltà di riscuoterli), di cui ben 410 solo in città: 200 ristoranti, trattorie e pizzerie; 120 alimentaristi, distribuzione organizzata e grande distribuzione, 430 bar, caffè e gelaterie.

Casi simili si stanno verificando anche in altre Regioni, come il Piemonte, dove gli esercenti hanno lanciato un appello rivolto alla Regione.

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