Parla la sorella dell'agente Pischedda: "Mio fratello ucciso troppe volte"
"Mio fratello è stato ucciso tante volte: quando lo hanno inviato nell’ospedale sbagliato e ogni volta che è stata chiesta l’archiviazione".
"Mio fratello è stato ucciso tante volte: quando lo hanno inviato nell’ospedale sbagliato e ogni volta che è stata chiesta l’archiviazione".
A parlare è Valentina, 34 anni, sorella di Francesco Pischedda, l’agente della stradale morto il 2 febbraio del 2017 a 28 anni in seguito a una terribile caduta dal cavalcavia di Colico, mentre inseguiva un ladro.
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Parla la sorella dell'agente Pischedda: "Mio fratello ucciso troppe volte"
La giovane donna sta combattendo con tutte le sue forze insieme al padre Giovanni e alla mamma Diana Mirabella contro la richiesta di archiviazione presentata al Gip dal sostituto procuratore Paolo De Grosso. «La morte di mio fratello è stata una tragedia immensa, ma adesso io e la mia famiglia stiamo vivendo un momento altrettanto difficile perché abbiamo paura che Francesco, che era un poliziotto e ha lottato ogni giorno come tutore della legge, possa restare senza giustizia".
Tutti hanno conosciuto il poliziotto e l’eroe. Ma chi era Francesco?
"Era un ragazzo allegro, divertente, che amava la vita - aggiunge Francesca - Era un uomo buono e sensibile e per me era molto più di un fratello, era il mio migliore amico. L’ultima volta che lo avevo visto vivo era a Natale. In quel periodo stava vivendo un momento molto difficile a livello personale perciò ci sentivamo tutti i giorni, più volte al giorno. Adesso devono fare qualcosa, la verità deve venire a galla e chi ha sbagliato deve pagare".
La tragedia
La notte del 2 febbraio del 2017 l’agente Pischedda era in servizio di pattuglia lungo la statale 36, insieme ad altri colleghi del distaccamento di Bellano della Polstrada, quando era stato individuato un furgone sospetto. Si trattava di un Fiat Fiorino, poi risultato essere rubato con tre persone a bordo. Il conducente aveva ignorato l’alt intimato dagli agenti e si era dato alla fuga. Ne era scaturito un pericoloso inseguimento, lungo la carreggiata nord, conclusosi su un viadotto poco prima dello svincolo del Trivio di Fuentes. I tre, dopo aver abbandonato il furgone incidentato, avevano tentato di allontanarsi a piedi. Mentre due erano riusciti a far perdere le proprie tracce, Florea Vaeceslav era stato raggiunto dall’agente Pischedda. I due avevano ingaggiato quindi una colluttazione durante la quale entrambi erano precipitati dal cavalcavia, facendo un volo di una decina di metri. Le condizioni del poliziotto erano apparse da subito molto gravi ed era morto dopo poche ore: aveva solo 28 anni.
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