a Lecco

Otto nuovi cittadini italiani giurano fedeltà alla Costituzione

La cerimonia stamattina nel cortile di Palazzo Bovara in occasione del 160° dell'Unità di Italia

Otto nuovi cittadini italiani giurano fedeltà alla Costituzione
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Otto nuovi cittadini italiani hanno giurato stamane, mercoledì 17 marzo 2021, a Lecco. Fedeltà alla Repubblica Italiana, alla sua Carta costituzionale e alle leggi vigenti in questo Paese. Questi i diritti e i doveri.

Otto nuovi cittadini nel 160° dell'Unità

La ricorrenza "tonda" del 160esimo dell'Unità d'Italia è stata occasione per una cerimonia più solenne del solito. Capita infatti ogni giorno, in municipio a Lecco, che si sancisca  il l'accoglimento di una o due istanze di cittadinanza italiana avanzate da stranieri. Non che di solito il riconoscimento avvenga in maniera "spiccia", anzi. "Da un mese e mezzo a questa parte stiamo applicando un nuovo protocollo mirato a sottolineare l'importanza di un momento che altrimenti si ridurrebbe a mero passaggio burocratico, quantunque ad epilogo di un iter lungo e complicato" spiega Vincenzo Russo, Dirigente del Municipio che ha particolarmente curato la novità. I giuramenti si tengono ora non più allo sportello dell'Anagrafe, ma in sala consigliare o nell'ufficio del sindaco. E lo stesso Russo (o un altro funzionario, in sua vece) spiega al giurante significato e storia delll'emblema dello Stato Italiano (la stessa a cinque punte dentro la ruota dentata, affiancata da un ramoscello di ulivo e da uno di quercia), il tricolore e l'inno di Mameli. Ci si mette un po' di sentimento insomma.

Cerimonia nel cortile di Palazzo Bovara

Il nuovo cerimoniale è stato seguito anche stamattina, ma in "pompa magna", nel cortile di Palazzo Bovara. Ben otto i giuranti,  rappresentativi di alcune delle nazionalità di origine più presenti in Italia e nel Lecchese: N'Guessan Augustin Bohoussou dalla Costa d'Avorio; Carmen Bertha Encalada Calderon dal Perù; Ousseynou Faye dal Senegal; Albert Fetahi dalla Macedonia del Nord; Alexandru Stirbu e Lucia Stirbu dalla Moldavia; Ionica Stoian dalla Romania; Marlene Vite Quiroga dal Peru'.

Alexandru Stirbu (1)
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Alexandru Stirbu

Albert Fetahi (3)
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Albert Fetahi

Carmen Bertha Encalada Calderon (2)
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Carmen Bertha Encalada Calderon

Ionica Stoian (2)
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Ionica Stoian

Lucia Stirbu (2)
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Lucia Stirbu

Marlene Vite Quiroga (5)
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Marlene Vite Quiroga

N'Guessan Augustin Bohoussou (1)
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N'Guessan Augustin Bohoussou

Ousseynou Faye (1)
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Ousseynou Faye

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Bonacina: "Unità d'Italia, traguardo da attualizzare"

Presenti il sindaco Mauro Gattinoni, il prefetto Castrese De Rosa, la presidente del Consiglio Francesca Bonacina e l'assessore Roberto Pietrobelli, che molto si è dato da fare per l'organizzazione.

Prendendo le mosse  dell'Unità, "fatta da italiani che 160 anni fa a seconda del parallelo parlavano lingue tra loro ignote e avevano culture differenti,  Francesca Bonacina ha parlato di "traguardo da attualizzare", ma anche del reciproco impegno che il la cittadinanza italiana pone.  "Questo riconoscimento finale, di un lungo percorso nella richiesta della cittadinanza italiana, è per voi un momento importante nella vostra storia, tocca i vostri progetti di vita e le vostre opportunità, che poi sono anche le opportunità di sviluppo del nostro Paese".

Il Prefetto: "Essere cittadini significa appartenere alla città"

Il prefetto Castrese De Rosa ha affrontato il significato dell'essere riconosciuti cittadini.  "Perché lo Stato diventasse Nazione ci vollero anni, decenni!, e a volte – ancora oggi - si ha l’impressione che uno spirito uniforme di comunità nazionale gli italiani non l’abbiano del tutto raggiunto. Cosa ci rende cittadini? L’avere diritti? Il potere di esercitarli? L’essere tutelati dallo Stato nel quale viviamo? Certamente! Ma non solo. Probabilmente il carattere primo dell’essere cittadino è – come suggerisce la parola stessa: l’appartenenza alla città, a una comunità".  Qui in discorso completo.

Gattinoni: "Le differenze sono ricchezza e non ostacolo"

Il sindaco Mauro Gattinoni ha citato le parole di Piero Calamandre  nel noto “Discorso sulla Costituzione” del 26 gennaio 1955.

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità […] La Costituzione è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va affondo, va affondo per tutti questo bastimento. È la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo.”

"Ottenere la cittadinanza italiana, oggi, è un traguardo importante per i tanti che hanno scelto e scelgono l’Italia quale loro nuova casa" ha detto Gattinoni. "Allo stesso tempo è un traguardo raggiunto non senza ostacoli, a volte di natura meramente burocratica, che portano il conferimento della cittadinanza a essere una meta raggiungibile solo dopo molti anni, agognata. Basti pensare agli 858 mila alunni stranieri nelle scuole e all’oltre un milione di minori iscritti alle anagrafi comunali che, pur essendo nati e/o cresciuti in Italia, non godono della cittadinanza e dei conseguenti diritti e doveri. Simbolicamente il Comune di Lecco ogni anno consegna a questi bambini e ragazzi residenti in città proprio una copia della Costituzione, segno della comunità che riconosce loro una  cittadinanza civica".

La chiosa del sindaco: "Una società inclusiva e solidale, una società aperta al prossimo, una società dove le differenze sono ricchezza e non ostacolo per la propria realizzazione: questo è il patrimonio di valori democratici che ci è stato consegnato con lungimiranza dai Padri Costituenti"  ha chiosato Gattinoni. "A noi, oggi, il compito di preservarlo e, soprattutto, di applicarlo affinché ciascuna persona si senta veramente parte di una Nazione, quella Italiana".

Simbolo, tricolore e inno

La cerimonia è proseguita con l'illustrazione della storia del simbolo, del tricolore e dell'inno dello Stato italiano. Perfetto narratore, il dirigente Vincenzo Russo, che insieme al sindaco ha poi officiato i singoli giuramenti e le firme agli atti. A conclusione non è mancata l'intonazione di Fratelli d'Italia di Mameli.

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