Usava le opere d’arte per evadere il Fisco, ai domiciliari un maxi evasore bergamasco. Nel maxi sequestro c’era un intero museo d’arte moderna: sono state recuperate opere d’arte per un valore che supera i 25 milioni. Da Hayez a Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro e Baschenis. Un imprenditore amante dell’arte, ma soprattutto del regime esentasse. Tra i quadri sequestrati anche il celebre “Bacio” di Francesco Hayez.
Tradito dalla voluntary disclosure
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno arrestato l’uomo, un imprenditore bergamasco, al termine di un’indagine durata tre anni. L’inchiesta era nata per far luce sulla procedura di collaborazione volontaria, nota come “voluntary disclosure”, a cui l’indagato ha fatto ricorso per far emergere beni e denaro portati all’estero. I sospetti sono nati quando l’imprenditore, dopo pochi giorni dall’avvio di una verifica fiscale nell’ottobre 2015, aveva deciso di ricorrere alla voluntary per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d’arte.
Collezionista per convenienza
Attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e testimonianze, la Guardia di finanza ha scoperto false attestazioni, che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni. Stando a quanto emerso, l’indagato si sarebbe definito collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d’arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d’autore.
L’accusa di autoriciclaggio
L’uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto a una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, ad un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole però prima a disposizione la somma necessaria all’acquisto.
Sequestrate opere di grandi artisti
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip Massimiliano Magliacani, al termine di un’indagine coordinata dal Procuratore Walter Mapelli e dal Sostituto Procuratore Emanuele Marchisio. Il Gip ha disposto nei confronti dell’indagato, ai fini cautelari, il sequestro diretto dei beni oggetto di rimpatrio: si tratta di 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini. Un totale di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato. I finanzieri hanno inoltre bloccato i conti correnti dell’imprenditore e cautelato ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro e Baschenis.
Il precedente ad Arcene: la casalinga da nove milioni
L’operazione di servizio condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Bergamo giunge a pochi giorni
da un altro sequestro – 9 milioni di euro – sempre collegato alle false attestazioni nella procedura di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero. Quella volta, ad Arcene.
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